A cinque anni dal lancio del primo Diablo, Pirelli aggiorna il suo pneumatico sportivo stradale che amplia ulteriormente lo spettro di utilizzo. Non solo maggiori prestazioni ma soprattutto più feeling di guida. Lo abbiamo verificato con mano in una giornata su strada e in pista.
SVILUPPOSENZA SOSTA "La tecnologia con cui costruiamo questo nuovopneumatico arriva dalle corse". Che si tratti di un pneumaticosportivo o di uno turistico la tiritera delle prestazioni stampa diquelle cose tonde e nere che chiamiamo gomme è più omeno sempre la stessa, le corse sono sempre il banco prova da cuinascono le tecnologie che poi inevitabilmente sono travasate sullaproduzione "normale". Sembra sempre la solita trovata dimarketing, ma pensandoci bene, non siamo molto lontani dalla verità.
DIVERSI USI, STESSE ESIGENZE In fondo il pilota e lostradista, con i dovuti parametri, vogliono la stessa cosa: unagomma che si scaldi in fretta, che abbia grip, che lavori bene adifferenti temperature, che offra il massimo feeling di guida, e cheduri abbastanza (per finire la gara in condizioni competitive ilpilota, per fare un po' di chilometri lo stradista). Ovviamente ilpilota vuole tutto questo in un ottica esasperata di tempo sul giro,mentre chi guida le moto normali cerca prestazioni, chilometraggio esicurezza. Ecco il perché quei prodotti esasperati eapparentemente lontani da una gomma stradale che sono le slick inrealtà possono essere molto più vicine per concezionealle gomme che tutti usiamo tutti i giorni di quel che si possapensare.
UN DIAVOLO DI GOMMA Questa spiegazione ènecessaria per capire come nasce il nuovo Diablo Rosso, pneumatico stradale sportivo di ultima generazione realizzato daPirelli, che arriva a rimpiazzare il Diablo che va in pensionedopo cinque anni di onorata carriera. In Pirelli sono moltoorgogliosi del travaso di know how dalle corse alla strada, ma losono altrettanto del percorso inverso "spesso" dichiara L'ing. Salvo Pennisi responsabile del testing departement di PirelliMoto "molte delle esperienze fatte con gomme stradali servonopoi anche per quelle da corsa" un passaggio di informazionibidirezionale, insomma, che porta a prodotti come questo DiabloRosso.
Vecchio e nuovo
a ConfrontoLE PIÙ DIFFICILI Non è la prima volta cheaffermo che costruire pneumatici sportivi stradali èprobabilmente il compito più difficile per un costruttore.Gomme di questo tipo devono offrire la maggiore polivalenzapossibile, si devono adattare a moto profondamente diverse per tipo,peso esigenze e prestazioni. Vanno ad equipaggiare dallaleggera naked 600 alla supersportiva da 180 cv, sono usate sustrada (per cui sono necessari un tempo di riscaldamento rapido,tenuta alle basse temperature, e stabilità e drenaggiodell'acqua) ma non disdegnano nemmeno l'utilizzo in pista incui, con i dovuti limiti, sono necessari prestazioni, agilità,grip e feeling.
VOGLIO TUTTO Insomma la classica botte piena emoglie ubriaca che non sempre è semplice da trovare. Ilvecchio Diablo era già un ottimo compromesso in tal senso, mail nuovo Diablo Rosso ha spostato davvero un bel po' in avanti illimite di queste gomme. Le specifiche tecniche di base in sé non sono molto cambiate: Pirelli utilizzasempre il radiale con cintura d'acciaio a zero gradi (ilparticolare avvolgimento delle spire d'acciaio che consente di avereun pneumatico morbido sulle asperità e sostenuto sotto stressda frenata o accelerazione è un suo brevetto) ma ha lavoratoin modo approfondito su struttura delle carcasse e delle mescoleper ottenere un prodotto ancora più performante.
TANTAGOMMA A TERRA In poche parole ha seguito la stessa stradaintrodotta l'anno scorso con il Diablo Supercorsa,ovvero quello dell'EPT (Enhanced Patch Technology). La sigla riassumeuna filosofia per cui per aumentare le prestazioni di unpneumatico anziché spingere forte sulla mescola (che poiavrebbe effetti deleteri sulla durata) si preferisce(lavorando su profili e carcasse) aumentare la superficie dicontatto con l'asfalto in tutte le fasi principali della guida(frenata, piega accelerazione). Questa tecnologia, secondoPirelli, rende inutile l'utilizzo della doppia mescola perl'equazione più impronta a terra=più grip, chesarà anche banale a dirsi ma certo non facile da realizzare.
CINQUE ANNI Cinque anni di sviluppo non sono certopochi, in questo periodo di tempo anche le moto sono cambiate,hanno ciclistiche con pretese sempre maggiori, prestazioni aumentate,più coppia e cavalli e la gomma deve per forza seguire losviluppo della moto. Così sul Diablo Rosso troviamo undesign più aggressivo, intagli più orientati nel sensodi rotazione del pneumatico e, soprattutto, quella che in Pirellidefiniscono la "spalla nuda", ovvero gli ultimi cm dipneumatico del tutto privi di intagli, come una gomma racing.
LE TRE ZONE Riassumendo, si ha un'area centrale piuttosto"piena" a vantaggio della durata chilometrica, un'areamediana molto scolpita (è quella corrispondente agliangoli di piega tipici del bagnato, dove occorre drenare al megliol'acqua) e la parte finale senza intagli, anche perchése si arriva a quegli angoli di piega, certo non sta piovendo...
IERIE OGGI Di quanto siano andate avanti(moto e gomme intendo) lo abbiamo potuto toccare con mano inoccasione della prova del Diablo Rosso a Barcellona. Perl'occasione gli uomini della P lunga ci hanno fatto trovare incircuito due Yamaha R1 2002, la stessa moto che fu utilizzata peril lancio del primo Diablo. Una moto era equipaggiata proprio conquella gomma, l'altra con il Diablo Rosso. Non occorre esseregeni del manubrio per scoprire come sia diventata lenta una R12002 ai giorni nostri (e quanto frenasse poco!!) e, soprattutto,la clamorosa differenza di feeling che si ha guidando la moto conil Diablo Rosso.
GEROVITAL Non che adesso la Diablo siadiventata una "ciofeca", anzi, quanto a grip stabilità equant'altro è ancora una gomma più che mai attuale, mail passo avanti del Diablo Rosso è evidente in termini dimaneggevolezza, gestione della moto in frenata e capacità dicomunicare con il pilota quanto accade nell'interfaccia ruotaasfalto. Una prova interessante che ci ha dimostrato comeproceda spedito lo sviluppo di questi pneumatici, che hanno l'effettodel gerovital anche con modelli un po' datati...
MOTO DI OGGIOvviamente abbiamo provato il nuovo arrivato anche su altremoto di oggi, prima su strada (con sportive e naked adisposizione ma tutti hanno scelto le naked, chissà perché...)lungo un percorso di circa 160 km e poi in pista dove ilDiablo Rosso è stato messo alla mercè delle ultimesupersportive 600 e 1000 e di un paio di naked particolarmentearrabbiate. Bene il Diablo Rosso non fa che confermare quanto dibuono c'era sul precedente modello. É un pneumaticotipicamente Pirelli, caratterizzato dai profili rassicuranti e maiaggressivi, con una ottima omogeneità tra anteriore eposteriore, e dalla spiccata capacità di adattarsi ad ognimoto smussandone anzi a volte il carattere spigoloso.
SUSTRADA Su strada il Diablo Rosso va alla grande, ha un ottimacapacità di smorzamento dei colpi, si scalda in frettaraggiungendo e mantenendo un buon grip anche con basse temperature (evi garantisco che faceva un bel freddo) offre feeling immediatocon l'anteriore e pare non risentire affatto dei cambi di asfalto -daumido ad asciutto e viceversa- mostrando quindi la capacitàdi adattarsi benissimo alle tipiche situazioni stradali. L'hoprovato su varie naked (Hornet, Tuono, Buell, BMW K1200, KTM)senza trovare controindicazioni particolari. Anzi, con la Tuono inparticolare il Diablo Rosso ha mostrato una simbiosi perfetta. LaHornet è invece quella che forse sottolinea di più lecaratteristiche di questi pneumatici, diventando un pelo menoguizzante di come me la ricordavo con le gomme di primoequipaggiamento, ma anche molto più bilanciata stabile erassicurante.
IN PISTA Il Diablo Rosso è un pneumaticodestinato per l'80% ad un utilizzo stradale, ma se ciscappa la sfuriata in pista non si tira certo indietro. In pista(e che pista!) al Montmelò ha mostrato ottime qualità. Ancora una volta è il feeling a primeggiare. Non ècerto una gomma da corsa ma vi garantisco che anche con le 1000 dioggi consente di guidare molto veloci in assoluta sicurezza (delresto con il cugino più anziano Sportec M3 ci abbiamo fattoanche un endurance a Siracusa).
SENSAZIONI Le sue capacitàsmorzanti si apprezzano anche in un circuito con qualche buca comequello di Barcellona. L'anteriore mostra ottima stabilitàe trasmette buone sensazioni anche quando si protrae la frenatafin dentro la curva (nei limiti di un prodotto stradaleovviamente) e il posteriore mostra di saper gestire allaperfezione la potenza di una 600 anche quando ci si da dentro senzatroppi riguardi. Ma anche di non andare in affanno sotto lasferza di cavalli di una 1.000 di due o quattro cilindri che sia.
AUTORADDRIZZANTE SullaRSV 1000 si è comportata alla grande, facile rapida conprofili ottimamente bilanciati tra anteriore e posteriore, sullaNinja accusava un larvato effetto autoraddrizzante se si indugiavatroppo con i freni in ingresso curva, ma va detto che questa èun po' la carattristica della millona di Akashi. Con Tuono,Triumph 675 e Super Duke è stato divertimento puro.Insomma un prodotto che ha fatto davvero un'ottima impressione,soprattutto dopo quella prova con la R1 del 2002...