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Pirelli Diablo Corsa III


Avatar Redazionale, il 16/05/06

18 anni fa - Raddoppia la mescola

Direttamente dal campionato Europeo Superstock 600 ecco l'evoluzione dell'apprezzato pneumatico lombardo che ristabilisce le distanze dalla concorrenza. Non cambia il disegno ma cambiano le mescole con il posteriore che raddoppia per migliorare il grip senza sacrificare la durata.


GUERRA DI GOMMA
La "guerra" tra i costruttori di pneumatici è se possibile ancor più aspra di quella che coinvolge i grandi marchi di moto. È una guerra fatta di mescole, profili grip e maneggevolezza. Ultimamente, poi, quella per primeggiare nel segmento delle gomme sportive stradali è addirittura una battaglia campale. Troppo grossa la torta per non fare gola a tutti, perché queste sono le gomme che vanno per la maggiore sulle moto sportive e come spesso mi capita di affermare anche le più difficili da realizzare. Si devono adattare alle sportive 600 come alle 1000 avere una buona durata su strada, un buon drenaggio dell'acqua e non devono mollare quando ci scappa il turno in pista.

LA GIUSTA VIA DI MEZZO Nel 2003 Pirelli spiazza tutti con il Diablo Corsa, versione più sportiva del già ottimo Diablo. Offrire un prodotto con maggiori prestazioni rispetto alla gomma stradale è da sempre nel DNA della casa lombarda (anche il Dragon Evo aveva l'omologo Dragon Evo Corsa) ma il Diablo ha il merito di creare di fatto un segmento che non c'era, l'anello di congiunzione tra le racing vere e proprie e le gomme sportive stradali. È ancora una gomma stradale ma con performance in circuito superiori che limitano il gap con una racing a uno/due secondi al massimo, pur assicurando rese chilometriche nell'ordine dei 5.000 km. Insomma un gran bel compromesso.


FIGLIO DEL MIRS
Per primo inoltre è stato costruito con il MIRS moto, un sistema robotizzato che consente di costruire letteralmente il pneumatico attorno ad un tamburo con una migliore qualità costruttiva e un maggiore livello di prestazioni dato dall'assenza di giunture nel battistrada.La concorrenza non è certo stata a guardare, tre anni di sviluppi tecnologici e chimici sono pari ad un epoca e pian piano il Diablo Corsa è stato "circondato" dai nemici di più fresca progettazione.

DALLA STRADA ALLA PISTA Intanto Pirelli che ti fa? Lancia lo slogan "we sell what we race, we race what we sell" (vendiamo quello con cui corriamo, corriamo con quello che vendiamo) e lo interpreta alla lettera offrendo proprio il Diablo Corsa come fornitura unica ai pilotini della Stock 600, che (tutti provenienti da svariati trofei e viziatelli da gomme in mescola) prima storcono il naso (correre con una gomma stradale, ma quando mai?) poi ci prendono la mano e iniziano a girare ovunque in tempi impressionanti (1.42 a Valencia 1.57 a Monza, tanto per gradire). Da questa esperienza nasce il Diablo Corsa III, come Three Zone Compound, le tre differenti zone interessate dalla doppia mescola che caratterizza il pneumatico posteriore. Ebbene sì, lo sviluppo di questa gomma stradale arriva direttamente dalla pista e punta soprattutto a migliorare le performance del prodotto precedente senza penalizzarne la resa chilometrica.


DOPPIA MESCOLA
Ecco il perché della doppia mescola al posteriore, al centro è restata la mescola precedente, mentre ai lati (secondo una divisione 1/3, 1/3, 1/3) è stata studiata una mescola più tenera e performante. Anche all'anteriore è stata cambiata la mescola (a sua volta differente dalle 2 posteriori) con il risultato di aver migliorato il grip senza penalizzare la durata; magie della chimica!

STESSSO DISEGNO A vederle non cambia niente, il disegno è rimasto quello già noto (anche se quando il posteriore è nuovo si intravedono le due mescole) ed è forse la parte meno convincente delle Diablo che come stile appaiono un po' superate, ma che per il resto, invece, si confermano delle gran gomme.

IN PROVA A MONZA Siamo tornati a Monza, la dove era stato presentato il suo predecessore per provarle e per avere ancora una volta conferma delle loro qualità. Il giorno immediatamente successivo alle "scaramucce" tra Bayliss, Corser e compagnia ci ha quindi visto violentare il gas di alcune sportive da 1.000 cc e anche di qualcuna di quelle 600 Stock capaci di fare faville in pista. Ancora una volta le Diablo hanno dimostrato eccellenti doti di adattabilità ad ogni moto. Il bello delle Pirelli è che non fanno mai le scontrose, ma riescono a tirare fuori il meglio da ogni ciclistica coprendo a volte anche qualche "magagna" di assetto, in poche parole rendono facile la vita ai piloti.


BUONE CON TUTTE
La conferma, una volta di più è arrivata dal test monzese dove le moto provate avevano un assetto standard e che le Diablo vi si sono adattate alla perfezione. Oltretutto, la caratteristica di morbidezza della carcassa consente di girare in pista con le stesse pressioni consigliate dal costruttore (il che per le moto giapponesi significa 2,5 anteriore e 2,9 posteriore) senza che si manifestino problemi di trazione o di grip in frenata e mostrando tra l'altro un'usura estremamente regolare. Come il suo predecessore il Diablo Corsa III, resta un pneumatico molto intuitivo e facile da usare, entra in fretta in temperatura, ha un profilo agile e una carcassa non rigidissima, come si confà ad un pneumatico stradale.

FRENATA DI FORZA Questo però non impedisce ai Pirelli di fare molto bene in pista, anche in frenata, dove l'anteriore è decisamente convincente consentendo (pur con una risposta un po' "gommosa") anche di forzare la staccata fin dentro la curva senza mai mollare la presa. Anche dal posteriore arrivano delle belle garanzie, ho girato con Suzuki 1.000, Kawasaki Ninja ZX-10R, Aprilia RSV1000 e con nessuna di loro i Diablo hanno mostrato la corda, sebbene Monza sia un circuito davvero stressante per i pneumatici, soprattutto per il posteriore.

STOCK Qualche giro con una CBR 600 Stock ha messo in mostra come le Diablo siano anche in grado di sopportare assetti ben più rigidi di quelli stradali. La Hondina aveva sospensioni marmoree e in questo caso i tecnici consentono di scendere con le pressioni fino a 2,1 anteriore a 1,9 posteriore basta prenderci la mano e l'1.57 è a portata di mano no? E meno male che sono gomme stradali!


Pubblicato da Stefano Cordara, 16/05/2006
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