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Yamaha TDM 900


Avatar Redazionale, il 29/09/01

23 anni fa -

Compie 10 anni il progetto TDM e per festeggiare Yamaha lancia la versione completamente rinnovata della sua bicilindrica stradal-sport-enduro. Alluminio per il telaio, iniezione elettronica per il motore, sospensioni tutte nuove, insomma un'altra moto. Quello che cambia meno alla fine è il vestito per fortuna.

A guardarla sembra la solita TDM solo un po' ristilizzata. Errore! Non prendete alla leggera il rinnovamento della TDM, potreste avere delle piacevoli sorprese. Sì, perché questa moto nata 10 anni fa da una geniale intuizione dei tecnici Yamaha si appresta a vivere la sua terza giovinezza. E oggi che molte enduro stradali le si sono avvicinate prendendo ispirazione dal suo progetto (leggi, in particolare, Suzuki V-Strom) la TDM vuole ribadire la sua unicità stilistica e costruttiva.

Rinnovare senza stravolgere pare essere il motto dei designer di Iwata. La nuova TDM mantiene, infatti, inalterato il suo look familiare con l'occhiuto gruppo ottico anteriore, la semicarenatura che lascia bene in vista il telaio Deltabox d'impostazione sportiva e il bicilindrico parallelo. Un lifting tutto sommato moderato, che non ha stravolto ma evoluto un look che piace ancora moltissimo. Del resto ciò che conta è la sostanza e nella nuova TDM di sostanza ce n'è davvero tanta. Le novità più succulente sono, infatti, quelle tecniche.

Da un po' si vociferava di un aumento di cilindrata del twin giapponese, la cubatura più accreditata era quella di 900 cc. In Yamaha bocche assolutamente cucite e qualche sorrisetto. Adesso possiamo finalmente confermare: la TDM è diventata una 900. Ma a parte i 47 cc in più (la cilindrata esatta è di 897 cc) il bicilindrico 10 valvole Yamaha ha in saccoccia una bella serie di novità.

L'alimentazione, innanzi tutto, che abbandona i due carburatori downdraft per passare all'iniezione elettronica. Ora tutto è controllato da una centralina che (primo caso tra le moto) gestisce anche una particolare presa d'aria regolabile sulla scatola filtro. Un sistema che non solo consente di dosare la quantità di benzina iniettata ma anche la quantità d'aria che arriva nell'airbox. L'adozione dell'iniezione elettronica ha reso possibile anche l'utilizzo del catalizzatore che va a farcire il nuovo scarico, realizzato interamente in acciaio inox.

Il motore, fasato sempre a 270°, ha ricevuto anche, un nuovo imbiellaggio, nuovi alberi a cammes, nuove bielle, un radiatore più compatto e un nuovo serbatoio dell'olio, più leggero del precedente. E i risultati si vedono. La potenza aumenta del 5% e arriva a 86,2 cv a 7500 giri, ma cresce soprattutto la coppia massima che raggiunge i 9,1 kgm a 6000 giri.

Per meglio sfruttare i nuovi "numeri" del bicilindrico arriva anche un cambio a sei marce, con rapporti più ravvicinati, che dovrebbe migliorare il gusto nella guida sportiva. Globalmente l'ultimo rapporto è leggermente più lungo, consentendo al motore di riposare un po' di più nei lunghi trasferimenti autostradali. Nuovo anche il comando del cambio, soluzione che dovrebbe ovviare, o quantomeno ridurre, i problemi di ruvidità degli innesti delle precedenti versioni.

Una grinta tutta nuova, dunque, gestita da una ciclistica che ha subito non meno attenzioni del motore. Semmai ci fossero dei dubbi sulla sportività della TDM, la 900 intende fugarli del tutto. Il telaio ha un andamento del tutto simile a quello precedente solo che sulla nuova TDM è in alluminio invece che in acciaio (è più rigido e pesa il 29% in meno).

Stesso materiale per il forcellone scatolato che aziona progressivamente una sospensione completamente modificata. Proprio come accade sulle sportive doc il monoammortizzatore è completamente regolabile (compressione, estensione, precarico molla) e fa il paio con la forcella da 43 mm che aggiunge alla sua dote la regolazione idraulica del freno in estensione e quella del precarico molla. Insomma se volete giocare al pilota con la TDM 900 avete di che sbizzarrirvi oppure, più semplicemente, avrete molte possibilità in più di adeguare l'assetto in funzione del tipo di guida o del carico.

I cerchi sono più leggeri e montano pneumatici più larghi (120/70 anteriore 160/70 posteriore), cambiano anche i freni con le ormai onnipresenti pinze monoblocco a quattro pistoncini della R1 che vanno a guarnire anche l'impianto anteriore della TDM, i dischi sono da 298 mm.

Alleggerisci di qua, alleggerisci di là, la TDM alla fine è anche dimagrita di 8 kg (da 198 a 190 kg). Resta una moto eclettica e personale, pronta per la sparata domenicale o per il viaggio transeuropeo. A dieci anni dalla nascita l'idea Yamaha è più attuale che mai.


Pubblicato da Stefano Cordara, 29/09/2001
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