Ha ancora senso investire nelle moto elettriche? Domanda lecita e per nulla provocatoria, tra gli appassionati non è scoccata la scintilla e a anche alcuni costruttori generalisti iniziano a tentennare, come Harley-Davidson che ha prima epurato la Livewire dalla sua gamma, confinandola in un marchio creato ad hoc, per poi spegnerla definitivamente. Eppure continuamente vi pariamo di brevetti che riguardano moto elettriche, segno che gli studi continuano, anche in Yamaha – che una moto elettrica l’aveva pronta già nel 2013 – e che di recente ne ha depositato uno relativo al raffreddamento del pacco batterie… all’interno di una moto sportiva.
La moto elettrica di Yamaha senza carenature mostra la meccanica
SPORTIVA VERA? Yamaha ha già inserito all’interno del suo piano aziendale l’elettrificazione, dalla bici elettrica, come il nuovo eBooster, allo scooter cittadino Neo’s, ma di moto al momento nemmeno l’ombra… almeno per ora. Il futuro potrebbe invece portare con sé una moto elettrica ad alte prestazioni, almeno limitandosi a ciò che si vede nelle immagini che corredano la richiesta di brevetto: una moto sportiva carenata, con telaio misto (traliccio e piastre di rinforzo nella zona del pivot forcellone) e forcellone che potrebbe essere in alluminio. Ovviamente sotto le carene, dove usualmente trova posto il motore, c’è un ingombrante pacco batterie alettato (qui è dove si concentra il brevetto) e alle sue spalle il motore, in una formazione che ormai è canonica per le moto elettriche.
ARIA FRESCA Dicevamo del pacco batterie e del brevetto, la notizia è che – un po’ in controtendenza con quanto è ormai canonico nelle moto elettriche ad alte prestazioni – Yamaha punta sul raffreddamento ad aria per le sue celle. Questa tecnologia è vantaggiosa senz’altro in termini di facilità e semplicità costruttiva, ma anche sotto il punto di vista del contenimento del peso e dei costi. Una sfida non banale quella di Yamaha, dato che le batterie hanno bisogno di temperature controllate di funzionamento, per evitare di lavorare troppo al caldo ma anche troppo freddo; proprio per questo motivo il raffreddamento a liquido viene preferito, essendo più puntuale ed efficiente nel mantenere sotto controllo la temperatura.
Il pacco batterie brevettato da Yamaha raffreddato ad aria
COM’È REALIZZATA Per raggiungere il suo scopo Yamaha punta dunque al passato, quando anche i motori termici erano per la maggior parte raffreddati ad aria, con le alettature sui cilindri per dissipare maggiormente il calore. La semplicità è parola chiave anche nella costruzione dell’involucro, costituito dal corpo alettato e dai due coperchi superiore e inferiore, con lo scopo di ridurre le giunzioni (e dunque potenziali infiltrazioni). All’interno il pacco batterie è composto da due coppie di celle, mentre l’inverter è posizionato al di sotto della batteria. Guardano gli schemi si nota come ci sia anche in caricatore di bordo incorporato.
E SE FOSSE UNA ENTRY? Questo brevetto ha fatto scatenare le fantasie di molti, anche in vista dell’arrivo di batterie di nuova generazioni, più efficienti e meno impattanti dal punto di vista delle dimensioni, anche se a ben vedere non sembra che queste vengano utilizzate nel brevetto della Casa dei Tre Diapason. Una sportiva elettrica Yamaha ad alte prestazioni fa senz’altro incuriosire, ma se invece questa tecnologia – più semplice e meno costosa – fosse applicata su una moto entry level? Il mio euro lo punto su questa ipotesi, il futuro ci dirà se avrò avuto ragione oppure no.