MOTOGP REPLICA Correva l’anno 2011, Stoner dominava in lungo e in largo in sella alla sua Honda, spazzolando curve e avversari. Australiano a parte, non erano anni d’oro per la MotoGP: pochi costruttori (solo Honda, Yamaha e Ducati), poche moto in griglia, poco spettacolo. Per provare a risollevare le sorti del campionato prototipi, e rimpolpare la lista partenti, alla Dorna venne un’idea (poco) geniale, le CRT. Le CRT erano dei prototipi che utilizzavano un regolamento a sé, potevano montare motori di produzione opportunamente elaborati e utilizzare telai prodotti da Suter, FTR, PBM o ART-Aprilia. Non sarà la moto di Stoner – ma neanche quelle con cuiAleix EspargaròeDanilo Petruccis’iniziavano a mettere in mostra – ma la replica CRT realizzata da Dr Moto è decisamente un progetto interessante.
La meccanica in mostra della replica CRT realizzata da Dr Moto
ALLUMINIO E CARBONIO Per rispettare i regolamenti dell’epoca la moto doveva pesare 160 kg (benzina esclusa), per raggiungere l’obbiettivo Dr moto ha fatto ampio uso di materiali leggeri come l’alluminio e la fibra di carbonio. Il telaio e il forcellone sono realizzati lavorando un blocco unico di alluminio a tutto vantaggio di leggerezza e resistenza; le carene e il serbatoio, invece, sono completamente in fibra di carbonio, così come il condotto dell’aria che porta all’airbox.
MOTORE R1 ELETTRONICA RACING All’interno della struttura in alluminio c’è il quattro cilindri in linea della Yamaha R1 del 2012, che dai 182 CV di serie è stato portato a 200 CV alla ruota della replica CRT. L’elettronica già c’era ed era importante per far funzionare bene la moto tra i cordoli (Stoner escluso, dato che la impostava sempre al minimo), sulla CRT Replica c’è una centralina ECU della serie Motec M1. Il pilota ha a disposizione il controllo di trazione, il controllo dell'impennata, l’acquisizione GPS, nonché il quickshifter con blipper per le scalate senza frizione. L'ABS non è previsto.
Le carene in carbonio della replica CRT realizzata da Dr Moto
LA CICLISTICA La dotazione ciclistica vi permetterebbe di schierarvi sulla grigli di partenza del prossimo campionato senza destare particolari sospetti. Le sospensioni sono marchiate Öhlins, la forcella è una FG 386 con specifiche CRT MotoGP, al posteriore c’è l'ammortizzatore Öhlins TTX36 MotoGP. L’impianto freante, invece, è composto da pinze radiali Brembo che agiscono su due dischi in carbonio da 320 mm all'anteriore, al posteriore c’è un disco in acciaio da 160 mm. Il prezzo per portarsi a casa tutto questo ben di Dio? 100.000 euro, guardate nel portafogli, potrebbe valere la pena.