Sempre più di frequente si parla di futuro della mobilità, e si può dire che sia ormai sinonimo di mobilità elettrica, almeno secondo molti, tra cui le istituzioni. Dall’altro lato del campo ci sono associazioni di consumatori e costruttori, piuttosto scettici che il futuro delle due ruote, e delle moto nello specifico, possa realmente essere a batterie. Tra questi c’è anche un costruttore importante come Triumph, che il suo prototipo di moto elettrica lo ha realizzato –la TE-1– ma che allo stesso tempo è al lavoro per lo sviluppo di un nuovo carburante ricco di etanolo (E40) per i motori racing del campionato Moto2. Come mai questa strategia del “doppio binario”?
SECONDA CHANCES A spiegarci il perché è la stessa Triumph, attraverso un uomo che di moto se ne intende eccome, ovvero il Chief Product Officer Steve Sargent, che in una recente intervista rilasciata ai colleghi inglesi di MCN ha dichiarato: “Ciò di cui ci siamo ormai resi conto grazie alla MotoE e, in generale, ai numerosi prototipi a batteria è che con l’elettrico il raggio d’azione è ancora molto limitato. Se si guarda alla tecnologia attualmente esistente per le batterie dei veicoli elettrici, ma anche alle proiezioni su come l'efficienza di tali batterie possa migliorare nei prossimi 10 o 15 anni, penso sia abbastanza chiaro che una simile tecnologia non potrà certo raggiungere i livelli di un normale motore a benzina”. Ha inoltre aggiunto: “Penso che ci sia consenso tra i produttori europei sul fatto che l’elettrico non possa essere l'unica risposta, i carburanti sostenibili sono una possibilità concreta, un’alternativa potenzialmente migliore. Stiamo cercando di farlo capire alle UE.”
IL POTERE DEL BIO Quella dei carburanti biologici è un’alternativa sempre più interessante, come dimostrato anche dai colossi del settore automotive, che stanno investendo molte risorse in ricerca e sviluppo, e dal mondo delle competizioni sempre più focalizzato verso l’etanolo, con l’obbiettivo di utilizzarne circa il 70% nella composizione del carburante entro il 2027. Il bioetanolo consente di ridurre sensibilmente le emissioni di carbonio e si possono ottenere prestazioni decisamente superiori a quelle fino ad oggi concesse dai motori elettrici.
Triumph TE-1, per ricaricare la batteria si alza il codone
STRADE PARALLELE Steve Sargent, oltre ad evidenziare i limiti della tecnologia attuale espone correttamente un altro problema che frena lo sviluppo delle moto, ovvero lo scetticismo, che rimane molto più presente tra i motociclisti rispetto agli scooteristi (come dimostra l’ultima analisi ANCMA): ''Se stiamo parlando di sostituire il tipo di moto con cui Triumph si è fatta un nome negli ultimi 25-30 anni - ha spiegato Sargent - la tecnologia dell’elettrico, al momento, non può essere in grado di farlo e, in più bisogna considerare che moltissimi motociclisti, oggi, non cambierebbero mai la loro moto a benzina per un modello a batteria”. E poi c’è la corsa contro il tempo, entro il 2035 infatti non sarà più possibile produrre motori a combustione interna, una scelta politica che mette in seria difficoltà i costruttori, secondo Triumph sarebbe molto più intelligente proseguire contemporaneamente su due binari: lo sviluppo di carburanti alternativi ecologici in parallelo all’elettrico. In questo modo si potrebbero ridurre in tempi brevi le emissioni senza particolari costi o stravolgimenti con vantaggi per chi dovrebbe convertire linee di produzione.
RICHIESTA D’ASCOLTO Al momento l’Unione Europea s’è dimostrata piuttosto inflessibile sulle decisioni prese e una retromarcia, almeno ad oggi, sembra piuttosto improbabile. Sargent chiude quasi lanciando una richiesta d’ascolto: ''Dovremo rispettare qualsiasi regolamentazione venga decisa e qualunque incentivo i governi decidano di mettere in atto, speriamo solo che ascoltino le nostre idee ed opinioni in termini di cosa può essere fatto rapidamente e cosa può essere fatto in modo efficace''.