Oggi si chiude il decennio '09-'19, ecco le moto che hanno lasciato il segno in un periodo complesso per le due ruote.
’09-’19 Stasera, alle 23:59:59, si chiuderà un decennio molto particolare per le due ruote; dieci anni ricchi di alti e bassi, innovazioni stilistiche, tecniche e tecnologiche. Prima di proiettarsi nel futuro è giusto fermarsi guardare come questi anni hanno cambiato il nostro modo di vivere la moto e quali modelli hanno lasciato il segno. Alcuni saranno scontati, altri vi lasceranno a bocca aperta.
PANORAMICA La crisi economica ha senza dubbio influenzato il mondo delle moto. Dal 2008 in poi le grandi case costruttrici hanno dovuto fronteggiare un drastico calo delle vendite, dovuto al potere d’acquisto sempre più ridotto dei motociclisti. Annus Horribilis il 2013 con sole 52.700 unità vendute, appena un terzo rispetto a quelle del 2009. Poi, per fortuna, la risalita costante fino al 2019 e al suo +8% di crescita in confronto al 2018.
PROGRESSO Nonostante la crisi, però, il processo di sviluppo tecnologico non si è fermato, anzi. Nel corso del decennio abbiamo assistito all’avvento dell’ABS obbligatorio, ora addirittura efficace anche in piega, all’esplosione dell’elettronica con i suoi riding mode, mappature, traction control, schermi interconnessi e sospensioni che calcolano ogni frazione di secondo la taratura da adottare. I puristi storceranno il naso ma gli aiuti elettronici ci salvano la vita in situazioni di pericolo e rendono la moto più Pop, adatta a tutti.
GENERI E STILI Il decennio che sta per concludersi ha visto anche la fine di alcune tipologie di moto, sancendo la nascita – o la rinascita in alcuni casi – di nuovi segmenti di mercato. Un esempio? Sportive 600 cc e Sport Touring hanno subito un inesorabile declino, sono sbocciate invece vintage, café racer e scrambler, in un’ondata di malinconia verso gli anni che furono. Periodo di seconda giovinezza anche per le enduro dakariane degli anni ’80, Africa Twin di Honda ha tracciato il solco, seguita nell’ultimo periodo anche daYamaha Ténérée Suzuki V-Strom 1050 che ha tanto di DR BIG. Anche le sportive, prima sogno di ogni motociclista negli anni ’90-2000 hanno visto un drastico calo, colpa anche della loro esplosione prestazionale che intimorisce chi le deve usare quotidianamente su strada tra buche e autovelox.
CI SIAMO Ora che mi sono tolto dai piedi la lunga, ma interessante (non dite di no) panoramica in stile Carlo Conti a “I Migliori Anni” eccoci dunque al momento più atteso: le moto che hanno lasciato il segno. Ovviamente quelli che vi sto per elencare sono solo alcuni dei modelli che verranno ricordati, ma per elencarli tutti, probabilmente, mi sarebbe servito un altro decennio. Nei commenti sotto l’articolo, però, potrete dirmi quale modello avreste aggiunto e perché. Bando alle ciance, s’incomincia.
BMW R 1200 GS Exclusive
TEDESCONA Ovviamente non poteva mancare la moto simbolo di questo decennio, nonché la più venduta da… 10 anni: la BMW R 1200 GS. In questi anni ha rafforzato ancor di più la sua figura di status simbol, la sceglie il motociclista che va per i passi alpini come il commercialista che la usa solo nel casa ufficio. Nel corso del tempo ha saputo migliorarsi diventando sempre più tecnologica, raggiungendo – a mio modo da vedere – la massima espressione con il nuovo motore Shift Cam da 1.250 cc.
MAL D’AFRICA Non da meno è la Honda Africa Twin. Il suo arrivo sul mercato è coinciso con la ripresa delle vendite. Un caso? Io non credo. A Honda va dato il merito di aver creduto nel rilancio della sua maxi enduro iconica in un momento in cui il segmento era ancora una nicchia, riavvicinando tanti motociclisti al mondo delle due ruote. Fedele (più o meno) all’idea originale, facile da guidare e dal prezzo tutto sommato contenuto, la Africa verrà certamente ricordata negli anni a venire come protagonista indiscussa del decennio.
DA 2 A 4 Le Ducati Panigale bicilindriche hanno sicuramente ricoperto un ruolo fondamentale negli ultimi 10 anni di storia motociclistica. Fino all’arrivo sul mercato della Panigale V4. Motore di derivazione MotoGP, elettronica evolutissima, design degno di una sezione del MOMA, questa la V4 in breve. Quella che però rimarrà negli annali, secondo me e il mio espertissimo collega Ale Perelli, sarà la Panigale V4R. Arrogantissima con i suoi 230 cv e le appendici aerodinamiche. Sì, lo so, molti di voi le vedono come semplice marketing e inutili su strada, ma ormai le supersportive rappresentano l’esclusività e il non plus ultra della tecnologia, come le supercar. Chi di voi trova utile l’aerodinamica attiva della Ferrari quando va a fare la spesa?
SUPERCHARGED Ancora alte prestazioni, ancor più nicchia se vogliamo. La Kawasaki H2 lascia il segno nel decennio non per i numeri di vendita e nemmeno per i titoli vinti. Lo lascia per aver riportato in auge la sovralimentazione sulle due ruote dopo il boom degli anni ’80. Kawasaki ci crede molto in questa tecnologia, tanto da averci creato un’intera famiglia di moto attorno. E poi diciamocelo: chi non vorrebbe aver un rettilineo deserto e 300 e rotti cavalli da scatenare fino a oltre 400 km/h? Anche il design, se vogliamo ha qualcosa di pioneristico, dopo di lei tanti designer hanno iniziato a disegnar le moto con fendenti d’ascia al posto di goniometri e compassi.
Yamaha MT-07
FAMIGLIA MT Le naked, in Italia, piacciono molto, in questa categoria c’è un brand che la fa da padrone: Yamaha. L’idea di dare vita alla famiglia MT è stata davvero geniale: moto divertenti, affidabili e dal rapporto qualità prezzo davvero interessante. La MT-07 a meno di 6.000 euro al lancio fu un vero colpo di genio, seguito poi dalla MT-09 il cui tre cilindri è diventato piattaforma per altre moto di successo come Tracer 900 e XSR 900.
GAMMA NC Simile scelta di mercato anche per Honda, ma con un utente finale diverso, con la famiglia NC 700/750. In anni in cui il rapporto qualità prezzo giocava un ruolo fondamentale la casa nipponica diede vita a questo ibrido dalle forme motociclistiche con soluzioni pratiche tipiche dello scooter. Per anni la NC750X è stata presenza fissa nella top 5 delle immatricolazioni grazie alla sua versatilità e praticità. Certo, il look è forse il suo lato meno entusiasmante ma non è bello ciò che è bello…
THE BEAST Appuntita, rumorosa, potente e appariscente tanto da meritarsi l’appellativo di “The Beast”, la KTM 1290 Super Duke R è la moto che ha riscritto le regole nel campo delle nude ad alte prestazioni. Meno estrema della Tuono e della BMW S 1000 R, la naked austrica ha seminato scompiglio per anni sui tornati di tutta Italia a suon di badilate di coppia.Nel 2020 arriverà una versione profondamente aggiornata, alzerà ancora l’asticella?
BONNIE Come dicevo nella panoramica, questo è stato il decennio del ritorno della heritage, e quale moto più della Triumph Bonneville rispecchia questo fenomeno? Triumph, furbamente, le ha costruito attorno una famiglia che va dalle classiche alle cafè racer, senza dimenticarsi delle scrambler e roadster. Insomma c’è una Bonneville per ogni gusto. Al suo fianco metterei laMoto Guzzi V7altro caposaldo della rinascita del segmento.
Yamaha Niken nella prova di MotorBox
TRE RUOTE Discussa, amata o odiata, la Yamaha Niken verrà sicuramente ricordata. La prima moto a tre ruote capace di essere sicura e al contempo divertente, hooligan (sapevate che impenna vero?) ma anche viaggiatrice. Certo, come ogni innovazione va capita e “digerita” ma secondo me il tempo le darà ragione.
SCOOTER O MOTO? Ok, l’Honda X-ADV è classificato come scooter, ma lo avete mai guidato? Lo avete portato in off-road? Se la risposta è no fatelo e poi fatemi sapere. Come per la Niken, anche Honda X-ADV lascerà il segno per il suo spirito innovativo, un ibrido a metà tra scooter e una enduro stradale, chi ci ha pensato è un genio! Stop.
LE ELETTRICHE Non considerarle è uno sbaglio. Ad oggi sono ancora in fase embrionale o quasi, ma con la spinta politica giusta e un po’ di ricerca in più nel campo dell’autonomia le moto elettriche potranno sfondare in futuro. Tantissimi brand, grandi o piccoli, stanno pensando di produrla. Energica e Zero sono stati tra i primi a crederci ma come simbolo di questo movimento (anche culturale) scelgo la Harley-Davidson LiveWire. Il motivo è presto detto, se anche un marchio storico come quello di Milwaukee ha deciso di investire risorse in un campo in completa antitesi con quella che è la sua storia allora l’elettrico sarà importante.