L'elettrificazione sta prendendo sempre più piede anche nel mondo delle 2 ruote. A EICMA abbiamo visto, per esempio, la nuova Kawasaki HEV, la prima moto di Akashi ibrida (arriverà nel 2024). Anche oggi parliamo di ibrido, ma non di una moto, bensì di un kit realizzato da Vitesco che permetterà di convertire qualunque moto a benzina con cilindrata superiore a 125 cc in una moto ibrida.
IL KIT La moto tradizionale non si snatura – o meglio, non a livello tecnico – perché il motore termico resta al suo posto e arrivano un motore elettrico da 48 volt, un cambio manuale automatizzato e, come ''centro di controllo'', una Powertrain Domain Control Unit (PDCU), il cosiddetto Master Controller. Il motore elettrico da 12 kW – un generatore di avviamento a cinghia standard – con la batteria removibile da 1,5 kWh, consentono al concept di percorrere una distanza fino a 30 chilometri e una velocità fino a 60 chilometri all'ora in modalità 100% elettrica. Il Master Controller è il cervellone, si occupa della strategia e dialoga con la centralina del motore termico, decidendo se passare alla modalità elettrica, utilizzare entrambe le tecnologie o soltanto il motore termico. Il cambio manuale automatizzato nient'altro è che una frizione centrifuga con attuatore intelligente. Il Master Controller, inoltre, può così cambiare marcia autonomamente durante la guida, senza l'utilizzo della frizione (inoltre con l'ibrido arriva anche la retromarcia). Il motore termico del concept di Vitesco eroga 44 CV per 160 km/h di velocità massima ma le emissioni di CO2 col motre ibrido si riducono fino al 75%.
L'Husqvarna Vitpilen 401 diventa ibrida col kit Vitesco
PRO E CONTRO Minori emissioni, ma anche consumi di carburante, con l'aggiunta di una spinta considerevole: dai 37 Nm di coppia a 7.000 giri/min – la moto ibrida di Vitesco è una Husqvarna Vitpilen 401 – si arriva fino a 60 Nm grazie all'e-boost del sistema elettrico. Questi, a grandi linee, i benefici del sistema ibrido Vitesco, che però comporta anche degli svantaggi: col kit c'è un aumento di peso – è contenuto in circa 20 kg, con la moto che in questo caso passa da 151 a 170 kg a secco – ma soprattutto di ingombri, perché di fatto la moto non è in grado di integrare nella silhouette il sistema e presenta una sorta di grosso bauletto, con l'estetica che ne risente parecchio... La Vitpilen 401 forse non rappresenta l'esempio più congeniale per meglio integrare il kit ibrido – ha una linea asciutta e pochi fronzoli – ma una turistica con valigie e bauletto potrebbe forse rinunciare a parte della capacità di carico in nome di un miglioramento in fatto di emissioni, consumi e performance.
Il kit ibrido Vitesco montato sull'Husqvarna Vitpilen 401
STOP AI MOTORI D'altra parte il rischio, andando avanti, è che le moto per come le conosciamo trovino grosse difficoltà a rispettare le norme antinquinamento. La soluzione, come afferma Torsten Bellon, responsabile della linea di prodotti 2-Wheeler & Powersports presso Vitesco Technologies, potrebbe essere proprio nell'ibrido: ''Per le motociclette di medie e grandi dimensioni con motori a combustione, prevediamo che i futuri limiti delle emissioni di scarico possano essere rispettati solo utilizzando l'ibridizzazione in combinazione con un cambio manuale automatizzato. Con questo scopo in mente, il nostro obiettivo di sviluppo era inizialmente interamente rivolto alla riduzione delle emissioni di CO2''. I tempi cambiano, il mondo si adegua alle differenti esigenze – una volta c'erano i 2 tempi, è vero, ma stiamo vivendo anche senza, o no? – e da appassionato se dovessi scegliere di non viaggiare più in moto o di farlo con un'ibrida, sono sicuro che opterei per la seconda possibilità, anche perché il costo medio del sistema – che si aggira attorno ai 1.000 euro – è piuttosto contenuto, alla portata del consumatore medio. Il kit di Vitesco, insomma, rappresenta un interessantissima soluzione per il futuro: forse non siamo ancora pronti, ma sembra la strada giusta.