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Kawasaki Z1000SX 2014


Avatar Redazionale, il 06/09/13

11 anni fa - Cambia poco a livello estetico ma molto nella sostanza

La Kawasaki Z1000SX 2014 cambia poco nel look ma molto nella sostanza. Gli interventi rendono la guida più brillante e l'uso quotidiano più piacevole

L'APPARENZA INGANNA Diciamolo subito chiaramente: liquidare la Kawasaki Z1000SX 2014 come la "solita" Z1000SX sarebbe un errore madornale. Al momento di deliberare il nuovo model year, ad Akashi hanno pensato bene di non intervenire tanto su un look futuristico, che pare ancora oggi fresco di giornata, e di concentrare così le loro risorse per rendere la moto più godibile e piacevole. Scopriamo in che modo.

A PIENI POLMONI Tra le poche primizie che si notano a prima vista ci sono nuovi silenziatori dalle dimensioni compatte, che rappresentano però solo la proverbiale punta dell'iceberg. Tutto l'impianto di scarico 4-in-2-in-precamera-in-2 è stato riprogettato, a partire dai collettori e dai loro tubi di compensazione. Il risultato è che ora il motore è libero di respirare meglio, complici anche il nuovo diagramma di distribuzione (cambiano alzata e fasatura valvole) e la doverosa accordatura dei condotti di aspirazione e dell'airbox, con la conseguente riprogrammazione della centralina. Al banco dinamometrico ciò si traduce in un lieve incremento della potenza massima, che sale ora a 142 cv dai precedenti 138, e in un'erogazione più corposa, tanto ai bassi, quanto in allungo. Dai 7.000 giri in su, in particolare, la meccanica promette anche una nuova e più suggestiva colonna sonora. Per gestire al meglio e a piacere tutta questa birra, la Kawasaki Z1000SX 2014 mette a disposizione del pilota due mappe motore (full power e low, che sfrutta solo il 70% della cavalleria) e il controllo elettronico della trazione KTRC, tarabile su tre livelli ed eventualmente escludibile.

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DI BENE IN MEGLIO Gadget elettronici a parte, la Kawasaki Z1000SX 2014 fa progressi anche sul fronte delle sospensioni e dei freni. Quanto alle prime, davanti c'è una forcella a steli rovesciati da 41 mm completamente regolabile, mentre al posteriore tiene banco lo schema Back Link, in cui la molla e l'ammortizzatore sono rivisti a livello di taratura (sulla carta leggermente più rigida) alla ricerca di un miglior compromesso tra guidabilità e comfort. La regolazione del precarico del mono può avvenire ora attraverso un pratico pomello, che è in bella vista e si aziona chiaramente senza bisogno di attrezzi. Quanto all'handling, degno di nota è pure il lavoro fatto sul cannotto di sterzo, che ha una migliore scorrevolezza e promette più feeling nel misto. In materia di freni, invece, si segnala il debutto all'anteriore di nuove pinze Tokico monoblocco ad attacco radiale, comandate da una pompa posizionata a sua volta radialmente. Le modifiche vanno nel senso di una maggior prontezza d'intervento, mentre a scongiurare indesiderati bloccaggi provvede l'ABS, offerto di serie su tutti gli esemplari venduti in Italia.

FIANCHI STRETTI Tra i molti optional che permettono di esaltare l'indole da globetrotter della Kawasaki Z1000SX 2014 ci sono invece le borse laterali, realizzate dall'italianissima Givi e inserite nel catalogo degli accessori originali Kawasaki. La loro capacità è di 28 litri ciascuna, quanto basta per contenere eventualmente anche un casco integrale. E' interessante sottolineare come gli ingegneri giapponesi abbiano rivisto il sistema di attacco delle valigie, riducendo l'ingombro laterale complessivo a pieno carico, a tutto vantaggio della manovrabilità e della maneggevolezza negli spazi stretti.

UN PO' DI PAZIENZA Finita qui? Neanche per sogno, perché il model year 2014 della Z1000SX, proposto in quattro colori (verde, blu, nero e grigio), porta con sé anche una sella per il passeggero più accogliente, nuovi specchi retrovisori e altro ancora. A questo punto, per scoprire anche come vada la Kawasaki Z1000SX 2014, non resta che pazientare ancora una ventina di giorni: allora MotorBox andrà a provarla in Germania, location ideale per testare una moto che promette di comportarsi alla grande nell'uso quotidiano, in quello sportivo e anche nelle lunghe trasferte autostradali.


Pubblicato da Paolo Sardi, 06/09/2013
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