Potrebbe non mancare poi molto alla prima Kawasaki ibrida. Dopo l'annuncio della Casa, lo scorso anno, di voler realizzare 10 moto ibride o elettriche entro il 2025, potrebbe essere tempo della prima proposta. Come già detto in tempi recenti si tratterebbe di una moto su base Ninja 250 o 400 – praticamente identiche a livello estetico – col motore bicilindrico, una batteria da 48V e un motorino elettrico. E i brevetti dicono che...
LA BATTERIA Come riporta Cycle World, i brevetti mostrano che la batteria agli ioni di litio da 48 Volt, delle dimensioni di quella di un'auto ma più leggera e potente, è alloggiata sotto la sella. Per mantenerla fresca Kawasaki ha optato per un sistema di raffreddamento ad aria, più semplice ed economico di quelli a liquido, con una serie di condotti che convogliano l'aria fino al cuore della moto. Il calore viene poi dissipato attraverso delle feritoie poste sulla parte posteriore del vano batteria.
Kawasaki ibrida: la batteria da 48V va sotto la sella ed è raffreddata ad aria
IL MOTORE ELETTRICO La Casa di Akashi ha collocato il motore elettrico al di sopra del cambio a 6 rapporti convenzionale. In questo modo la moto può funzionare in modo tradizionale, oppure, tramite una funziona aggiuntiva, è possibile innestare o disinnestare il motore elettrico. Manca il pedale del cambio, il che significa che tramite interruttori sul manubrio sarebbe possibile scegliere tra una modalità automatica o manuale, un po' in stile DCT di Honda.
MOTORE AMMORTIZZATORE Il posizionamento del motore elettrico però comporta dei cambiamenti a danno della sospensione posteriore. Il monoammortizzatore si collega così a una piastra in lega pressofusa che, ancorata quasi verticalmente al motore – elemento stressato – si innesta nel telaio. La piastra incorpora nella parte superiore la staffa che si connette al mono e, nella parte inferiore, i leveraggi.
Kawasaki ibrida: la sospensione posteriore si adatta e il motore diventa elemento stressato
MILD HYBRID Una tecnologia, quella Kawasaki, molto simile a quella che è stata sdoganata nel mondo automobilistico sotto il nome di mild hybrid. La Casa nipponica potrebbe facilmente rendere disponibile questo sistema su motori diversi dal bicilindrico e quindi su diverse tipologie di moto, scongiurando peraltro l'ansia da autonomia, visto che il motore potrebbe funzionare in modalità termica, ibrida e forse – per brevissimi tratti– anche elettrica, ma senza bisogno di ricarica alla colonnina. Che sia la strada giusta per scendere in campo? Presto probabilmente lo scopriremo.