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Honda Fantasix


Avatar Redazionale, il 08/07/03

21 anni fa -

Potevamo spacciarla come l'ultima novità Honda da vedere al prossimo salone di Milano, ma... ci avreste creduto? Ecco cosa può fare l'immaginazione di un designer impiegato alla Honda partendo da un motore sei cilindri di una vetusta CBX. Una special in salsa orientale.

Per sapere cosa e chi sarai in futuro, devi prima aver bene chiaro in testa chi sei e da dove vieni. Passato e futuro che si intrecciano influenzandosi reciprocamente come nei migliori film della serie "ritorno al futuro" o "la macchina del tempo" tratto dal racconto fantascientifico di H.G. Wells. Futuro e passato, due tempi distinti e diversi tra loro eppure indissolubilmente legati da un filo invisibile di continuità in cui il primo è influenzato dall’altro e non ci sono santi che tengano.

Non per altro le mode e le tendenze in tutti i settori sono un continuo

riaffacciarsi sui tempi trascorsi, quelli in bianco e nero, fatti di passione, di grasso sulle mani per la candela sporca, di correre e tanta voglia di sperimentare. Una vena creativa infinita quella che ha segnato gli anni ’70, in grado ancora di stimolare le menti fervide di moderni designer.

Come Dais Nagao, lampadina sempre accesa del reparto R&D della Honda America

, che si è lasciato catturare senza troppo lottare dai fumi corruttori del tuning, dando libero sfogo a tutta la sua geniale pazzia. Sua è la Fanta-Six (così l’abbiamo rinominata) qui di lato, una moto degna di sfrecciare nel mondo binario di Matrix o di essere cavalcata da Wolverine degli X-Men.

Una moto dal cuore grande, molto grande, di quelli che non se ne fanno più, così demodé con tutta la sua alettatura e per questo perfetto su di una moto post-atomica come questa, con i suoi 6 cilindri alla naftalina, messi lì in posizione privilegiata, in prima fila con il loro biglietto da "guest star" a godersi lo spettacolare scorrere dell’asfalto sotto i contorti collettori.

Una moto che fa tanto minimal, quella parola con cui si riempiono la bocca gli architetti di oggi. Un solo braccio per il forcellone posteriore, un solo disco in tutto, quello davanti. Non si può certo dire che mister nagao abbia esagerato con la dotazione...

Segni particolari? Tutto, a partire dallo scarico 6 in 6, uno per cilindro

, ognuno con un suo andare ondulatorio, diverso dall’altro, come serpenti attorcigliati tra loro alla ricerca di una propria strada per ottimizzare erogazione e timbro di voce, esaltato dai classic Super-Trapp disposti a lisca di pesce su entrambi i lati del motore. Sembrano cannoni pronti a sputare fiamme di potenza pura, magari comandata tramite pulsante posto sul fantasioso manubrio a doppio joystick da afferrare a mó di cloche aeronautica.

E la potenza, a quanto pare è un pallino di Nagao che sta lavorando su un’altra concept a due ruote, una GSX-R tutta nera, con motore turbo al protossido),

Sovrastrutture? Poche, essenziali, ma ricercate nelle linee tese ed arcuate rubate a squali voraci di ere ormai scomparse, quelli con la schiena muscolosa e la coda corta e smilza, con gli occhietti furbi e vitrei sul gobbone e le branchie lunghe ed affilate a convogliare l’aria verso i "polmoni" assetati… di smog.


Pubblicato da Alfredo Verdicchio, 08/07/2003
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