PRIMO TRIMESTRE DEL 2020, IL CONFRONTO TRA INDIAN MOTORCYCLE E HARLEY-DAVIDSON
TESTA A TESTA Le principali case motociclistico stanno chiudendo i conti del primo trimestre del 2020, quest'utlimi influenzati dall’improvviso stop delle produzioni a causa dell’emergenza Covid-19. Il mercato delle due ruote ha subito crolli a doppia cifra percentuale non solo in Italia e in Europa, ma in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, Harley-Davidson e Indian stanno accusando i primi colpi di un calo complessivo della domanda: andiamo quindi ad analizzare i risultati del primo trimestre (Q1 2020) delle due case motociclistiche più grandi del Nord America.
La Scout Bobber Sixty con il resto della gamma Indian
INDIAN MOTORCYCLE
Per vedere i risultati di Indian Motorcycle bisogna analizzare il report di Polaris Industries, la public company che nel 2011 acquistò lo storico brand americano. Facciamo una premessa: nel report relativo al Q1 2020 dell’intero gruppo Polaris – che produce anche ATV, quad, motoslitte e veicoli elettrici – non viene menzionato il numero di unità vendute, e questo vale anche per le Indian. Il gruppo Polaris ha chiuso il primo quarto con un leggero calo (-6%) dei ricavi provenienti dalle vendite (1,405 miliardi di dollari). I costi operativi salgono del 6% ma il reddito operativo crolla da 81,9 milioni a 5,5 milioni: il gruppo chiude il trimestre con una perdita di 5,4 milioni di dollari, rispetto a un utile di 48,4 milioni siglato nel 2019.
Come anticipato prima, il gruppo non fornisce dati specifici per Indian Motorcycle, quindi è impossibile capire quanto la FTR 1200, la Scout o la Challenger contribuiscono individualmente ai risultati aziendali. Va anche tenuto conto che nella sezione “motocicli” di Polaris si sommano anche i risultati di Slingshot, il veicolo a tre ruote classificato come moto. Detto questo, nel primo trimestre del 2020 i ricavi derivanti dalle vendite di moto sono saliti del 7%: da 117,9 milioni di dollari nel 2019 si passa a 126,6 milioni. Tuttavia, in linea con il bilancio del gruppo, dall’utile del Q1 2019 (3,7 milioni) si passa una perdita di 1 milione di dollari nel 2020. Nonostante il risultato negativo, Polaris dichiara di ritenersi soddisfatta dei numeri fatti da Indian Motorcycle, che è riuscita a crescere nonostante il forte arresto nell’ultimo mese. In Italia, il brand ha registrato un -25% di vendite.
Visuale laterale dinamica della Harley-Davidson Pan America
HARLEY-DAVIDSON MOTOR COMPANY
Da qualche anno la Casa di Milwaukee è alle prese con un continuo calo delle vendite, e l’arrivo del Coronavirus non ha di certo migliorato la situazione. Nel primo trimestre del 2020 sono state vendute 40.439 Harley-Davidson in tutto il mondo, il 17,7% in meno rispetto al 2019, con ricavi pari a 1,099 miliardi di dollari. Il calo delle esportazioni è pari al 20,7%, con un crollo del 28,4% nell’area EMEA, tra le più colpite dal Covid-19. Le spedizioni dei vari modelli sono calate del 10% (52.973 unità nel 2020), ma se le famiglie Touring, Sportster e Street scendono, le Cruiser - ovvero Softail, CVO e LiveWire - salgono del 3%. Complessivamente, i ricavi ammontano a 1,30 miliardi di dollari (-6,2%) mentre i profitti di Harley-Davidson nel Q1 del 2020 sono di 69,7 milioni di dollari (-45,5% rispetto al 2019); lieve calo anche del margine operativo (da 9,1 al 7,7%) mentre gli utili per azione crollano a 0,45 dollari (-43,8%). Da inizio 2020 a oggi, ultimo giorno del mese di aprile, il titolo azionario Harley-Davidson (HOG) al NYSE ha perso il 34,32%, passando da 37,09 a 24,36 dollari per azione. L’azienda gode di una liquidità pari a 1,47 miliardi di dollari, e sembra che stia finalizzando un accordo per riceverne altri 1,30 miliardi da un pool di banche statunitensi.
L’obiettivo di Harley-Davidson è chiaro: trovare una via d’uscita a questo trend negativo, ma l’attuale scenario economico mondiale non gioca a favore della casa. Nei primi mesi di quest’anno il vertice di Harley-Davidson è cambiato, e di conseguenza anche il programma dell’azienda. Il progetto “More Roads” voluto dall’ex CEO Matt Levatich viene rivisto e ora prende il nome di “Rewire”: si tratta di un piano quinquennale volto a riorganizzare alcuni aspetti della Casa come una nuova struttura aziendale, più attenzione ai mercati di riferimento – come quello USA – e valorizzare i punti di forza di Harley-Davidson. D’ora in poi, a Milwaukee si concentreranno esclusivamente su nuovi modelli ritenuti “chiave” come la Pan America e la Bronx, e visto il ruolo della LiveWire nel segmento delle elettriche, non viene escluso l’arrivo di nuovi modelli a zero emissioni.
Trovate qui il report di Harley-Davidson relativo al primo trimestre del 2020.