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Ducati: ecco come le moto parleranno con le auto. Obbiettivo sicurezza


Avatar di Danilo Chissalé, il 15/09/23

1 anno fa - Grazie alla tecnologia e alla connessione meno incidenti tra auto e moto

Ducati: il dialogo tra auto e moto ridurrà gli incidenti. Ecco come
Ducati conferma il proprio impegno per la sicurezza stradale all’evento del Connected Motorcycle Consortium. In futuro meno incidenti

Per Ducati la sicurezza di chi va in moto è un argomento importate tanto quanto la vittoria del Mondiale MotoGP. La riprova del fatto è che la Casa di Borgo Panigale è stata la prima a introdurre l’ABS cornering su tutta la sua gamma di veicoli e la prima a introdurre la tecnologia Blind Spot Detection sullaMulstistrada. Proprio questa tecnologia, insieme a quella della comunicazione tra veicoli, nasce dal lavoro svolto con la partecipazione al Connected Motorcycle Consortium, un consorzio con cui Ducati collabora fin dalla sua nascita, con lo scopo di ridurre gli incidenti e aumentare la sicurezza dei motociclisti. La Casa di Borgo Panigale è stata una delle grandi protagoniste del Demo Event organizzato al Lausitzring (Germania) per dimostrare l’efficacia dei sistemi di connettività moto-auto sviluppati nel corso di questo ciclo di ricerca del consorzio.

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PARLIAMOCI Di cosa di occupa nello specifico il Connected Motorcycle Consortium (CMC)? Di comunicazione tra veicoli, o tecnologia V2V (Vehicle to Vehicle), un sistema che permette ad auto e moto di scambiarsi informazioni e comunicare tra loro, con il fine ultimo di evitare incidenti. Fantascienza fino a qualche anno fa, che presto potrebbe diventare la normalità. Un aspetto fondamentale del lavoro del CMC è quello di limitare quanto più possibile i tempi di reazione del sistema poiché la riduzione del rischio di incidente dipende da quanto in anticipo si riesce ad avvertire i conducenti dei due attori. 

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ECCO COME FUNZIONA Per dimostrare l’efficacia dei sistemi studiati e sviluppati, Ducati ha scelto di collaborare con Lamborghini (anch’essa parte del Gruppo Audi), che ha supportato il progetto durante la fase sperimentale fornendo una Urus per le simulazioni dei casi d’uso. Nel test sono stati ricreati i tre casi di incidente più critici e pericolosi, ovvero quelli che pongono la moto in una posizione di non visibilità nei confronti di chi sopraggiunge in auto o che mettono il motociclista in una situazione in cui non ha la visibilità di ciò che sta accadendo davanti. In entrambe le situazioni la comunicazione tra veicoli, integrata con i sensori presenti a bordo, può concorrere a ridurre i casi di incidente. Non ci credete? Guardate il video qui sotto e forse inizierete ad apprezzare anche voi gli sforzi che fanno le case costruttrici per rendere la nostra passione più sicura… altro che controllo di trazione nel polso destro!

LE DICHIARAZIONI Simone Di Piazza, Innovation Manager Ducati: “Per Ducati il tema della sicurezza stradale è veramente importante. Lo abbiamo già dimostrato in passato, essendo i primi produttori di moto al mondo ad avere l’intera gamma equipaggiata con l’ABS Cornering e i primi a introdurre il Blind Spot Detection. Il lavoro presentato oggi ci rende orgogliosi e siamo convinti che la comunicazione tra veicoli, quando matura per poter essere introdotta su tutte le moto e le auto, avrà un ruolo fondamentale per ridurre il numero e la gravità degli incidenti che coinvolgono i motociclisti


Pubblicato da Danilo Chissalè, 15/09/2023
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