Ancora più sport per la V-Raptor che nella sua pur breve carriera si è già concessa il lusso di strapazzare la concorrenza nelle gare riservate alle naked. La nuda Cagiva sfrutta le esperienze accumulate in una stagione di gare e aumenta il suo potenziale sportivo.
Cambia poco la V-Raptor ma cambia dove serve. Non nel motore in ogni caso anche perché il twin Suzuki è ancora uno dei più potenti della categoria. Anche il telaio è rimasto invariato ma sono tutte nuove le sospensioni. Per aumentare la luce a terra e l’angolo di piega, la V-Raptor è stata alzata al posteriore di 30 mm cambiando il rapporto tra i leveraggi della sospensione. In questo modo è cambiata radicalmente anche la distribuzione dei pesi che ora con il pilota in sella è suddivisa al 50 percento tra i due assi.
Già che c’erano in Cagiva hanno provveduto a sostituire in toto le sospensioni.
Patiti del click gioite. Ora con la V-Raptor potrete sbizzarrirvi fino a stancarvi. Il mono posteriore (marchiato Sachs) consente, infatti, di regolare il precarico della molla, il freno idraulico in compressione (40 click) e in estensione (50 click).
Cambia anche la forcella Marzocchi a steli rovesciati da 43 mm che ora consente d’intervenire sul precarico e sul freno idraulico in compressione ed estensione. Prerogative queste appannaggio fino ad oggi della sola Xtra Raptor venduta in serie limitata. Insomma, con la V-Raptor adesso si può giocare a fare i piloti veri. A contenere l’esuberanza del bicilindrico Suzuki provvede anche un nuovo ammortizzatore di sterzo posizionato parallelamente alla piastra inferiore della forcella.
Le stesse modifiche sono state apportate anche alla "V-Raptorina" 650, mentre le Raptor 650 e 1000 restano sostanzialmente invariate.