CI (RI)SIAMO Estreme, singolari, ardite, le Buell sono moto che sicuramente verranno ricordate nella storia del motociclismo, in bene e in male. Ovviamente mi riferisco a quelle a cavallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio (ormai lontano vent’anni). Quel periodo è stato d’oro per la casa americana che però ne ha passate di tutti i colori nell’ultimo periodo. Fallimenti, cambi di proprietà, annunci di ritorno in grande stile (anche con moto elettriche), fino all’annuncio del rilancio vero e proprio, con tanto di piano industriale e numero di veicoli in rampa di lancio fino al 2024. Tra questi c’era anche la sportiva Hammerhead 1190, proprio lei è la moto della rinascita di un marchio glorioso e ancora ricco di appassionati.
LA MOTO IN AZIONE Un circuito negli USA, due piloti in sella a due Hammerhead che piegano, impennano e fanno evoluzioni, il logo e per finire un hashtag che fa ben sperare: #buellisback. Niente dettagli, niente approfondimenti sulle soluzioni tecniche e il perché è presto detto. La Hammerhead non è altro che un aggiornamento – molto lieve a dirla tutta – della Erick Buell Racing 1190RX, una moto presentata nel 2014.
SERVE ALTRO Poca elettronica, 190 kg di peso escluso il carburante, 185 CV a 10.600 giri e 137,8 Nm a 8.200 giri, dati non certo entusiasmanti se confrontati a moderne sportive come laBMW M 1000 RR, laDucati Panigale V4S 2021ol’Aprilia RSV4 2021. Insomma, questo può essere un buon punto di ripartenza, ma se Buell non vuole durare quanto “un gatto in tangenziale” deve fare di più, deve rimboccarsi le maniche e pensare fuori dagli schemi, proprio come fatto in passato. Sviluppare motori più moderni, darsi una svecchiata a livello tecnologico – basti pensare a cosa ha fatto di recente Harley-Davidson conPan AmericaeSportster S– e cercare fortuna in nuovi segmenti. Luci puntate sulla Adventure, ma a quanto pare non sarà nemmeno lei la moto della rivoluzione. In bocca al lupo.