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Anteprima: Peugeot Quark


Avatar Redazionale, il 30/08/04

20 anni fa -

Quattro ruote motrici, due posti a cavalcioni, nessuna protezione e un sistema di alimentazione che sfrutta il meglio della tecnologia a idrogeno. Così Peugeot immagina il futuro dell'auto...

CHE COS'E'? Sgombriamo subito il campo da ogni equivoco: non è un’auto, anche se ha quattro ruote, il marchio Peugeot sulla calandra e la Casa francese la definisce concept-car. In gergo si dovrebbero chiamare “quad” (da quadricicli) o meglio ATV, acronimo di All Terrain Vehicle, molto in voga in Usa e nell’Europa del Nord. Moto quindi, con tutti gli svantaggi della moto (due soli posti senza protezione) e tutti gli svantaggi dell’auto: quattro ruote e ingombri che costringono a mettersi in coda nel caso di traffico.  

UNA PEUGEOT Quanto a ingombri questo/a Quark comunque non scherza. Con 2,38 metri di lunghezza e 1,5 di larghezza si confronta quasi alla pari con una Smart. Un po' auto allora, con tutto quanto serve a identificarla con gli altri prodotti della famiglia Peugeot: fari che si allungano sulla fiancata, bocca anteriore di dimensioni leonine, e gruppi ottici posteriori a diodi elettroluminescenti che ricordano quelli della 307CC.

ELETTRICA Una Peugeot pensata soprattutto per la città, sia per le dimensioni, ma soprattutto per poter sfruttare al meglio le continue decelerazioni al fine di produrre energia. Quark è infatti un veicolo elettrico. Anche se molto particolare. Ogni volta che il Quark decelera il movimento delle ruote ricarica la batteria al Nichel Metallu Idruro (NiMH) che alimenta i motori.

ALTO VOLTAGGIO La trazione è integrale ed è trasmessa da quattro motori elettrici sistemati uno su  ogni ruota (da 17"). La novità vera è nel sistema di alimentazione, che sfrutta la proprietà di una seconda pila, del tipo a combustibile. Con la sua produzione di energia elettrica la pila a combustibile va a integrare l'energia fornita ai quattro motori dalla batteria NiMH di 40 elementi, in grado così di fornire una tensione globale di 288 Volt. Il Quark dispone così di una potenza massima di 28 kW e di una  coppia massima di 400Nm. Valori che si traducono in una velocità massima di 130 km/h e uno scatto di 6,5 secondi per accelerare da zero a 50 km/h.

FUTURISTICA L'innovazione proposta da Peugeot con la pila a combustibile è un altro passo avanti nella sperimentazione di questo sistema che un giorno potrebbe alimentare tutte le auto del futuro, riducendo a zero costi e problemi di inquinamento provocati dall'uso del petrolio. La pila a combustibile Peugeot è infatti raffreddata per la prima volta ad aria anziché ad acqua. Con conseguente minor ingombro e minor peso dovuti all’assenza del circuito di raffreddamento. Niente acqua in giro e niente danni in caso di gelate. Mica poco per veicoli così “delicati”. Con il risultato di poter parcheggiare il Quark ovunque, anche al Polo Nord.

AUTARCHICA Per funzionare la pila a combustibile necessita di idrogeno e ossigeno. Che sono sì disponibili nell’aria, ma che vanno stoccati a bordo del Quark in qualche modo, in genere sotto forma gassosa, liquida o chimica. Questo perché la reazione elettrochimica tra idrogeno e ossigeno genera acqua, calore ma anche elettricità. Quella che appunto serve al Quark per muoversi.

BOMBOLE Il Quark dispone così di una bombola di idrogeno di nove litri a una pressione di 700 bar che garantisce una autonomia di 100 chilometri. Si tratta poi di sostituire la bombola una volta esaurito l’idrogeno piuttosto che procedere a una ricarica, molto più difficoltosa.

CAMPI MAGNETICI Altra novità introdotta dal Quark è la tecnologia a "magneti permanenti" adottata per i motori. Qui il discorso si fa più complesso e per evitare errori riportiamo la spiegazione fornita dai tecnici Peugeot: "La corrente elettrica delle batterie viene trasformata da un convertitore che alimenta gli avvolgimenti dello statore del motore e produce un campo magnetico rotante. Tale campo rotante muove i magneti permanenti fissati al rotore, il quale è collegato direttamente al mozzo della ruota che segue dunque, ai fini della rotazione, il movimento del campo magnetico del motore. Questa tecnologia favorisce il controllo della dimensione e della massa dei motori, nonché il loro rendimento energetico. Il carter del motore (statore) funge da perno della ruota".

TRADIZIONE RISPETTATA “Il mezzo dispone quindi in permanenza di quattro ruote motrici. I motori sono comandati indipendentemente l’uno dall’altro, da un modulo elettronico, per fornire una coppia adeguata alla richiesta del pilota (domanda di corrente). Questo modulo, associato ai quattro propulsori, copre la funzione del differenziale di un veicolo tradizionale. Oltre a recuperare la potenza di frenata, il sistema è aperto all'impiego di ABS, ESP e assistenza in curva (a bassissima velocità) per ridurre il raggio di sterzata provocando lo slittamento delle ruote".


Pubblicato da Gilberto Milano, 30/08/2004
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