Gara strepitosa quella di Donington, con un Pedrosa imprendibile Rossi e Melandri danno vita ad un duello entusiasmante fino all'ultima staccata. Hayden in crisi perde punti importanti.
NEL GP NON V'È CERTEZZA Che campionato ragazzi! Non c'è certezza nella MotoGP e quello che sembrava sicuro la settimana precedente, viene rimesso in discussione nella gara successiva. In Olanda, Nicky Hayden aveva dimostrato di essere capace di vincere, o comunque di andare forte su ogni pista, mentre Daniel Pedrosa, al di là del terzo posto, appariva un po' in difficoltà. Ma a Donington, Pedrosa ha dominato in prova e in gara come quest'anno era riuscito a fare solo Valentino Rossi a Barcellona, mentre il compagno di squadra, inconcludente per tutto il week end, è sprofondato al settimo posto.
BRACCINO AMERICANO Hayden ha sicuramente pagato cara una scellerata decisione della Honda di fargli provare un telaio completamente nuovo venerdì mattina, ma è stato anche rallentato dal cosiddetto "braccino", la paura di vincere che colpisce gli sportivi nel momento cruciale di una competizione.
ROSSI E MACIO CHE EMOZIONE! Un bene per il campionato e peri piloti italiani, protagonisti in Gran Bretagna di un'altra prestazione indimenticabile. Con Pedrosa imprendibile e solitario al comando a dettare il ritmo, il GP si è entusiasmato soprattutto per lo spettacolare duello tra Valentino Rossi e Marco Melandri.
CHE RIMONTA! Partito dalla 12esima posizione e apparentemente in grande difficoltà con la messa a punto della sua Yamaha M1, Rossi è stato capace, grazie a un cambiamento radicale dell'assetto e a una gomma posteriore più dura, di una rimonta entusiasmante: decimo al primo giro, nono al quinto, ottavo al sesto, sesto al nono, quinto al quattordicesimo, terzo al ventitreesimo, secondo al ventiseiesimo. Ma nell'ultimo passaggio, Melandri ha provato il tutto per tutto, riuscendo a passare il rivale con una incredibile staccata alla variante che immette nella parte lenta di Donington.
FRENATA DA PAZZI"Non avevo mai frenato così forte in tutta la mia vita", dirà poi Marco, che però è finito lungo nel successivo tornantino da prima, ridando strada a Rossi. "In quel punto - spiegherà Valentino - io ho frenato almeno 20 metri più tardi del dovuto, Marco 25... Del resto, quando io e Marco ci troviamo vicini, nessuno è disposto ad arrivare dietro".
MACIO A CORRENTE ALTERNATA La gara di Melandri merita una considerazione. Tutt'altro che al meglio della condizione fisica per i postumi del terribile incidente in partenza a Barcellona di soli quindici giorni fa, Marco è scattato benissimo dalla prima fila, riuscendo a resistere agli attacchi di Pedrosa per undici giri, nonostante lo spagnolo ne avesse visibilmente di più. Poi, Melandri ha difeso il secondo posto, ma ha cominciato progressivamente a rallentare, fino a girare un secondo e mezzo più lento. Quando però Valentino l'ha passato, il pilota della Honda è tornato a girare velocissimo, tanto da rimanere attaccato al rivale della Yamaha.
ROSSI DÀ LA SCOSSA Marco si è giustificato dicendo che non riesce a guidare come vorrebbe nelle fasi iniziali della corsa, con il serbatoio pieno e le gomme nuove e, in effetti, è tutto l'anno che è così. Ma a Donington è sembrato che a dargli la scossa sia stato il sorpasso di Rossi, più che il progressivo consumo di carburante, con Melandri disposto a tutto pur di rimanergli attaccato, se non addirittura davanti. Tra i due, la rivalità è ormai grandissima e c'è la possibilità di assistere ad altre sfide entusiasmamene come quella del GP di Gran Bretagna.
CASEY IL COSTANTE Chi non ha invece convinto è stato Casey Stoner, che in prova era stato l'unico a tenere testa, nel passo, a Pedrosa, ma in gara non è mai stato incisivo, al di là del quarto posto. Va comunque detto che nelle sette gare su nove che ha portato a termine, non ha mai fatto peggio di quinto: non male.
LORIS IL GLADIATORE Ancora una volta commovente Loris Capirossi, nono al traguardo e visibilmente provato per i dolori al torace.Per risparmiarsi, Loris ha addirittura rinunciato a un turno di prove e avrebbe potuto fare decisamente meglio se le Bridgestone non si fossero rivelate, ancora una volta, decisamente inferiori alle Michelin.