Nel mondo delle moto da cross c'è una pratica illegale che va avanti da diverso tempo, che rischia di avvantaggiare persone fraudolente a svantaggio, quindi, dei rivenditori onesti. Questa pratica prevede un giro di fatture, scatole cinesi e passaggi di aziende che ha l'obiettivo di non versare l'IVA allo Stato nell'importazione di motocross dall'estero. Un 22% in meno sul prezzo finale che non fa male solo all'Erario, ma ad un intero settore.
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L'ACCUSA Nella giornata di venerdì 15 ottobre sono arrivati due fermi da parte della Guardia di Finanza di Olgiate Comasco, in seguito ad un'investigazione avviata dalla Procura di Como. In carcere è finito un 45enne di Albiolo (CO), mentre il suo prestanome - un 64enne di Somma Lombarda (VA) - è attualmente ai domiciliari. L'accusa è di frode fiscale legata al commercio di moto da cross, per una somma stimata a 10 milioni di euro. A questo si aggiunge anche una richiesta d'aiuto allo Stato durante la pandemia, per circa 30.000 euro. Ma non è tutto.
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ECONOMIA SOMMERSA Le indagini della GdF hanno portato alla luce una rete societaria riconducibile all'imprenditore 45enne, che tra il 2015 e il 2020 ha importato e commercializzato moto da cross intestando tutto a prestanomi. Una campagna sostenuta attivamente da Ancma, che vuole fare luce su un mercato nero che interessa circa il 20% del commercio di riferimento, ovvero 15 milioni di euro l'anno.