Nel mondo delle auto sono ormai diffusi e la prima a diventare famosa per averli adottarti è stata l'Alfa Romeo Giulia. In questi giorni è tornata alla ribalta la notizia - non nuova, per la verità - che Shimano ha chiesto e ottenuto il brevetto per un sistema brake by wire - ossia freni comandati elettricamente, privi di comando meccanico - specificamente concepiti per e-bike, mountain bike e bici in generale: elettriche e non. Ma siamo sicuri che sia una buona idea?
Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio 2017
PARTIAMO DALL'IDEA Shimano avrebbe fatto richiesta per il brevetto già nel 2019 e starebbe dunque sviluppando l'idea da molto tempo. Ancora non ci sono indicazioni di una bici che li adotti, ma nemmeno abbiamo conferme che andranno davvero in produzione. Del resto i brevetti si chiedono anche per tutelare un'idea in chiave futura. Ed ecco che dalla documentazione depositata si evince che Shimano vuole tutelare tre possibili implementazioni del sistema, con abbastanza punti oscuri o vaghi da consentire una tutela ancora più ampia (meglio non essere troppo specifici, quando si deposita un brevetto, perché altrimenti basta fare piccolissimi cambiamenti per poter copiare l'idea).
Freno Shimano con disco da 160 mm
TRE VARIANTI Tre possibili implementazioni, dicevo, che prevedono A) un sistema ibrido elettrico-idraulico, B) un sistema ibrido elettrico-meccanico e C) uno completamente elettrico, addirittura wireless, pare. Ora, va da sé che in tutti e tre i casi si passa per sensori di pressione sulla leva e comandi remoti motorizzati per l'attivazione meccanica o idraulica della pinza. Quella che fa più impressione, e che non ha mancato di suscitare polemiche, è la soluzione wireless, poiché non si vede come potrebbe funzionare, in quel caso, anche un sistema di sicurezza che permetta anche una frenata tradizionale in caso di bisogno. Ma va aggiunto che tutto questo ha bisogno di energia elettrica, per funzionare, e spaventa anche l'ipotesi che una batteria scarica possa rendere impossibile rallentare.
BMW Serie 5 E61
I PRECEDENTI Gli entusiasti portano a esempio l'esistenza dei comandi ''by wire'' su alcune auto e soprattutto sugli aerei, ma dimenticano che nel mondo auto molti di questi dispositivi sono stati abbandonati per problemi di costo, affidabilità e/o scarsa utilità pratica, come nel caso dello sterzo attivo della BMW Serie 5 E60/E61 dello scorso decennio. Gli aerei, invece, hanno sistemi a ridondanza multipla per cui i limiti di costo sono ben diversi da quelli possibili per le bici. Diverso il discorso dei freni, che stanno avendo ora una certa diffusione perché il cosiddetto IBS (Integrated Braking System) è un presupposto per consentire alle auto elettrificate di armonizzare la frenata tradizionale con quella rigenerativa, che ricarica le batterie.
Brake by Wire stradale by Brembo
CUI PRODEST? Resta da capire quale reale utilità potrebbe avere su una bici (elettrica e non) un impianto frenante ''by wire''. Alcuni ipotizzano che possa rendere la frenata più pronta e migliorare l'efficacia dell'ABS. Altri sottolineano che il tipo senza fili potrebbe accelerare lo sviluppo delle nuove biciclette e permettere disegni di telaio ora inediti, senza fili da dover integrare o nascondere. Non è da escludere che anche sulle e-bike possa rivelarsi utile per la frenata rigenerativa, che pure già esiste, anche se sotto altra forma. Di certo sarebbe un gadget venduto a caro prezzo, che contribuirebbe ad aumentare i margini dei costruttori e la spesa degli acquirenti. Ed è forse quella la sua vera ragion d'essere. Personalmente, quando valuto i miei acquisti, faccio a volte fatica a tracciare un confine netto tra il sentirmi un pioniere dell'innovazione piuttosto che un pollo da spennare. Nel dubbio, aspetto per vedere che succede...