Dalla S 1000 RR alla Honda VTR 1000 SP2, passando per il Booster e il simpatico Kymco Dink, senza dimenticare la mia CBR
NON SOLO AUTO Probabilmente vi sarà capitato di leggere la rubrica Drivenbox, la classifica delle migliori auto guidate dai miei colleghi. Come saprete, però, alla comodità dei sedili riscaldati e dell’aria condizionata preferisco l’aria in faccia e la sensazione di libertà delle moto. Ecco dunque che Drivenbox declina in Riddenbox, la mia personalissima classifica con le moto migliori, peggiori, e via discorrendo. Dai che si va!
ZARRO DI PERIFERIA La mia esperienza sulle due ruote nasce nel periodo d’oro dei cinquantini. Quando i social non c’erano, gli SMS costavano 15 centesimi l’uno e si facevano gli squilli alla morosa. Il mio mezzo verso l’emancipazione è stato un MBK Booster arancione metallizzato, comprato con i soldi dei primi lavoretti. Con lui facevo tutto: il pendolare da Monza a Milano per andare a scuola, ci andavo agli allenamenti, uscivo in comitiva e con la ragazza; le sue ruote tassellate mi hanno fatto entrare anche in una cava a girare con i compagni dotati di enduro 125 cc, un precursore dell’X-ADV di Honda insomma. Inutile dirvi che rimase in configurazione originale per pochissimo tempo, ero un vero e proprio tamarro di periferia all’epoca. Danilo, voto 2 alla sobrietà.Ridenbox: first bike Booster MBK
POVERO DINK CHE PENA MI FAI Le moto sono sempre stato il mio sogno, ma per realizzarlo avrei dovuto attendere ancora qualche anno. Il mitico “Boosterello” venne rimpiazzato dal Kymco Dink 200, lasciato libero da mio padre. Inizialmente fu amore, sia chiaro non esteticamente, grazie anche alla possibilità di andare (piano) in autostrada per merito del monocilindrico 179 cc da 14 cv. Pensate, avevo anche programmato un viaggio lungo tutto lo stivale! L’affidabilità però non fu il suo forte: tre marmitte sostituite, plastiche ridotte in frantumi dal pavé milanese e perfino un perno motore tranciato di netto, con conseguente volo di faccia davanti al locale affollato… per fortuna negli anni la qualità costruttiva è migliorata!
IL SOGNO SI REALIZZA Messi da parte un po’ di risparmi (il TFR del primo lavoro) finalmente arrivò il momento di realizzare il sogno: la prima moto. Dopo mesi a scandagliare gli annunci senza un’idea precisa (finirono nel “carrello” sia una Cagiva River 500, sia una Monster 900 per rendere l’idea) arrivò quella giusta, la Honda CBR 600 F del 2003. Sportiva sì, ma non estrema e dotata di una sella accogliente anche per il passeggero, vera rarità nelle moto di oggi. Quando fu lanciata sul mercato veniva utilizzata anche dai piloti per correre nei campionati Superstock, anche grazie alla ciclistica di ottimo livello, con sospensioni completamente regolabili. Fu un vero affare: il contachilometri ne segnava appena 29.000 e grazie ad un piccolo sconto mi sono avanzati anche i soldi per comprarmi casco, giacca, scarpe tecniche e guanti!Ridenbox: my bike Honda CBR 600 F
SEMPRE INSIEME Con lei tornai ai tempi del Booster, appena il lavoro mi concedeva la possibilità montavo in sella e percorrevo chilometri su chilometri, prima da solo, poi in gruppo ed è proprio grazie ad uno degli elementi di quel gruppo che sono qui a scrivervi. Il suo 4 cilindri in linea, da 599 cc e 100 cv di potenza, mi ha permesso di sfondare per la prima volta il muro dei 200 km/h, girare due volte la Sardegna (cosa che consiglio a tutti di fare), la Corsica in dolce compagnia e perfino andarci in pista con discreti risultati. Lei è ancora la mia moto e con oltre 47.000 km è anche quella con cui ho percorso più strada.
DIVERTENTE Facendo questo mestiere ho accantonato la mia CBR per salire in sella alle ultime novità del panorama motociclistico. In questi anni ho fatto davvero tante prove ma, una moto facile, prestazionale e divertente come laTriumph Street Triple RSnon l’ho trovata. Tra le curve diverte, ha un’attitudine da hooligan non indifferente ed è dannatamente efficace anche in pista, come ho potuto verificare durante la prova nel Circuito di Cartagena.
TUTTI DOVREBBERO AVERLA Sempre in circuito, per la precisione a Jerez ho provato la moto più sorprendente, la nuovaDucati Panigale V2. Sì, lo so, la Panigale V2 è l’evoluzione di una moto che già c’era, ma mi ha sorpreso la facilità con cui si raggiunge il limite prestazionale (elevato) senza dover battagliare costantemente con un toro inferocito, situazione ricorrente con i milloni moderni. Fossi uno che frequenta i track day in maniera assidua non avrei dubbi: la Ducati Panigale V2 sarebbe la mia scelta.
COMPREREI LEI Le sportive però, si sa, sono scomode nell’utilizzo stradale. Ecco perché quando la mia CBR mi abbandonerà (stai tranquilla “Bezzy”, spero il più tardi possibile) verrà sostituita con un’Aprilia Tuono V4 1100 Factory, la moto di proprietà più diffusa tra i tester. Il motivo è presto detto: è una sportiva spogliata delle carene, e non una sportiva qualunque derivando dalla RSV4, vero e proprio punto di riferimento della categoria nonostante le primavere sul groppone. L’ho provata in pista e mi ha convinto appieno e ora, grazie alle sospensioni semi attive Öhlins, è utilizzabile senza problemi anche nel mondo reale. Il motore è un vero portento e con lo scarico Akrapovic suona come un temporale… Chissà come faccia ad essere omologato!Ridenbox: next bike Aprilia Tuono 1100 Factory
RACE BIKE A livello di ruggito non se la cavava male nemmeno la Suzuki Ryuyo che ho provato in pista al Mugello! La Ryuyo era praticamente una evoluzione per le competizioni della GSX-R 1000 RR. Tra i tanti componenti sviluppati da Yoshimura – famoso brand giapponese – c’era ovviamente lo scarico… quando le Ryuyo passavano sul rettilineo il sound era davvero inconfondibile. Sul mio profilo Instagram c’è un suo video, andate e godete per 20-30 secondi. Peccato che quell’esperienza non andò a finire bene, le slick vanno scaldate per bene, specialmente se giri con i pinguini.
RIVINCITA! Al Mugello, però, è legato anche uno dei miei momenti felici. Giugno, caldo porco stavolta, e unaBMW S 1000 RR con pacchetto Mnuova di pacca per allontanare i fantasmi della scivolata con la Ryuyo. Non mi sono mai trovato così bene in pista come con la supersportiva bavarese. Non sarà la migliore nelle comparative (ma poco ci manca) ma grazie al pacchetto M e i cerchi in carbonio le curve del circuito toscano non son mai state così semplici da affrontare. Il bello è che il carbonio aiuta anche su strada, come ho potuto verificare sui tornanti alpini che mi hanno portato a Garmisch per i BMW Motorrad Days.
SOGNO DA PLAYSTATION Con la BMW ho vissuto una giornata meravigliosa, chissà come sarebbe andata se al posto della BMW avessi avuto sotto le chiappe la mia moto dei sogni, la Honda VTR 1000 SP2 livrea Castrol che ha permesso a Colin Edwards di aggiudicarsi il titolo di Campione del Mondo SBK davanti ad un’accoppiata incredibile come Bayliss e Ducati 998. La Playstation mi ha portato a tifare per Texas Tornado contro Bayliss in uno dei campionati più avvincenti della storia della SBK, tutta colpa del mio primo videogame di moto, Castrol Honda Superbike Racing. Ahimè la VTR rimarrà un sogno, ma forse meglio così.Ridenbox: wish i had ridden Honda VTR 1000 SP2 Colin Edwards
RIDDENBOX: LA MIA TOP 10
- Best Bike BMW S 1000 RR M Package (2019)
- First Bike MBK Booster (2003)
- Funniest Bike Triumph Street Triple RS (2019)
- My Bike Honda CBR 600 F (2003)
- Loudest Bike Suzuki Ryuyo (2018)
- Riden the most Honda CBR 600 F (2003)
- Worst Bike Kymco Dink 200 (2004)
- Most Surprising Bike Ducati Panigale V2 (2019)
- Next Bike Aprilia Tuono V4 1100 Factory (2019)
- Wish have ridden Honda VTR 1000 SP2 Castrol SBK (2002)