VECCHIA QUESTIONE La domanda è ricorrente. Tutti gli appassionati desiderano emulare i piloti, pochi ci riescono, anche solo a livello di stile. Non stiamo parlando della tuta all'ultimo grido o del casco replica del pilota MotoGP o Superbike, ma di tecnica di guida. Questo video chiarisce, se mai ce ne fosse bisogno, quali differenze corrono tra chi la moto la guida per passione e chi, oltre a quella, ci mette una bella dose di talento e sana follia. E ne fa un vero e proprio mestiere.
LA SFIDA Prendi una BMW S 1000 RR, un giornalista/tester e il Campione del British Superstock 2016, Taylor Mackenzie. Mischiate il tutto sulla pista di Cadwell Park (sì, quella dove alla curva 12, dopo il tratto soprannominato ''The Mountain'' i piloti decollano) e il gioco è fatto. Un turno ciascuno per siglare il miglior giro. Qual è il verdetto?
I TEMPI Il cronometro, lo dicevamo, non mente. Il confronto tra amatore e pilota è abbastanza impietoso, se ci si limita al mero risultato: Taylor Mackenzie fa segnare infatti 1'38'', mentre il giornalista/tester (certamente non il più lento degli amatori) ferma il cronometro sull'1'48''. Sono 10'' tondi di differenza. A parità di moto. E pensare che con un tempo di 1'35'' (solo 3'' più forte di quello fatto segnare) Mackenzie sarebbe potuto entrare nella griglia dei piloti Superstock. Questo a testimonianza del fatto che, anche con una moto standard, un pilota gira comunque molto, molto forte... A proposito, avete visto il video di Sylvain Guintoli, collaudatore Suzuki in MotoGP, con una GSX-R 1000 standard a Donington? Se ve lo siete perso, questo è il momento di guardarlo.
Taylor Mackenzie sulla BMW S 1000 RR
LE DIFFERENZE Ma come è possibile che ci siano 10'' di differenza? Beh, analizzando i dati, è presto detto: il pilota frena più forte e più tardi, riuscendo comunque a mantenere una velocità in curva superiore - mediamente - di 10-15 km/h rispetto all'amatore. Il segreto? A parte talento, coraggio - per qualcuno semplicemente follia - girare, girare, girare. Solo passando molte ore in sella alla moto, turno dopo turno, si riesce ad aumentare la fiducia per poter tentare sempre qualcosa di più.
L'AVEVA DETTO Prima di dare il via alla sfida, Taylor Mackenzie aveva già scoperto le carte, ben sapendo dove avrebbe fatto la differenza: ''Ho girato un sacco qui e come risultato finisci per imparare un sacco di trucchetti: sfruttare di più la pista, frenare più tardi e aprire il gas prima e più forte. E poi sarò più coraggioso e stupido in altri punti del tracciato, dove tu probabilmente non lo sarai, essendo più sano di mente di quanto non sia io. Ecco dove penso che farò la differenza''. Insomma, servono tanta pratica e una buona dose di follia, per fare certe cose. Un suggerimento? Il cronometro darà sempre ragione ai professionisti, ma a loro, i piloti, si può ''rubare'' lo stile: concentratevi sulla posizione e sull'estetica. Almeno quando il fotografo scatterà la foto, sarete bellissimi.