Crollo verticale a luglio per il mercato delle due ruote che segna un preoccupante -23%. Sofferenza per gli scooter mentre tengono le maxi. I Marchi europei meglio di quelli giapponesi.
PROFONDO ROSSO Luglio nero per il mercato moto. Il mese che, assieme a giugno, pesa di più nel bilancio annuale (circa il 13%) fa segnare un calo preoccupante: -23,2% rispetto allo stesso mese del 2010 e va sottolineato che l’anno scorso a luglio gli incentivi erano finiti da un pezzo. Il mercato delle due ruote si accoda quindi a quello delle auto, anch’esso in calo. È evidente che di soldi ce ne sono pochi, occorre fare delle scelte, e probabilmente tra l’acquisto di una moto e una riposante vacanza la scelta cade spesso sulla seconda opzione.
SCOOTER A PICCOPiù accentuato il calo degli scooter, con 20.549 pezzi venduti e -26%, mentre le moto, con 9.042 unità, si fermano al -15,8%; ormai come volumi siamo tornati ai livelli della fine degli Anni 90, ovvero prima della grande crescita. Non è solo l’assenza di incentivi (che peraltro hanno l’effetto di drogare il mercato) a deprimere le vendite, ma la sostanzialemancanza di reddito disponibile, che porta i clienti a rivolgersi al mercato dell’usato.
PIÙ USATO MENO NUOVO Infatti, i passaggi di proprietà sono in crescita (+4%) e i volumi pressoché doppi rispetto al mercato del nuovo. Chissà, forse la crisi non ci porterà più a pensare alle moto come a oggetti usa e getta (eravamo arrivati all’assurdo che una moto usata con 20.000 km era invendibile, usati fantastici finivano tutti nei paesi dell’Est) ma ad allinearci agli altri stati europei, dove le percorrenze medie delle moto sono ben più alte che in Italia. Certo nessuno aiuta il mercato, la benzina è alle stelle, le autostrade sempre più care e ovviamente un mezzo che come prima missione ha lo svago è anche il primo ad essere cancellato dalla lista dei desideri.
SCOOTER Per questo però stupisce la crisi degli scooter, veicoli che invece proprio da questa crisi dovrebbero trarre linfa. La mobilità individuale urbana dovrebbe uscirne rafforzata; gli scooter sono mezzi economici (non tutti ovviamente), consumano poco, sono in grado di spostare una persona velocemente da un punto all’altro della città e non pagano il parcheggio. Ma è evidente che in questo momento le attenzioni dei potenziali clienti si rivolgano verso altre cose e chi lo scooter ce l’ha se lo tiene e non lo cambia.
DA GENNAIO A LUGLIO Il consuntivo dei primi 7 mesi dell’anno è pari a 194.094 veicoli immatricolati, con un decremento del – 16,9% rispetto allo stesso periodo del 2010. Gli scooter presentano volumi di vendita pari a 128.438 pezzi, con una flessione del -19,8%. Le moto si difendono meglio, con 65.656 unità e un trend del – 10,6%. Le cilindrate di riferimento per gli scooter sono tra 300 e 500 cc con 48.849 vendite, -21%, e rappresentano il 38% del totale scooter. Seguono i 125 cc con 41.028 pezzi pari al -14,4%. Più negativi i 150-200 cc (ormai i 200 sono scomparsi a favore dei 300) con 26.086 unità pari a un -23,8% e i 250 cc (idem come sopra) con 10.795 pezzi scontano un -27,5%. Aumentano i maxi scooter oltre 500cc con +35,9%, ma con volumi marginali pari a 1.680 pezzi.
MAXI, E TURISTICHE Per le moto restano positive solo le maxi cilindrate oltre 1.000 cc, con 20.250 consegne pari al +3,4%, seguono con volumi rilevanti le 800-1000cc con 17.475 pezzi, in calo -4,2%. In forte sofferenza le cilindrate intermedie: 650-750 cc con 12.556 unità registrano un -24,8% e le 600cc con 5.361 moto scendono del - 34,2%. Anche le 125cc con 4.563 immatricolazioni perdono volumi pari a -14,3%; si fanno spazio invece le moto da 300 a 500 cc con +10,3% pari a 3.542 vendite.
SEGMENTO PER SEGMENTO La situazione dei diversi segmenti vede ancora in arretramento le naked con 21.987 unità pari a -15,7%; le enduro stradali con 17.542 pezzi in calo contenuto con il -3,1%; stabili le custom pari a 7.590 pezzi e un – 0,9%; in crisi le sportive con 6.387 vendite che significa un -27,2%; positive le moto da turismo (in cui però rientrano anche molte crossover e enduro) che con 5.794 veicoli segnano un +9,6% e infine le supermotard scendono fino a 5.135 unità pari a -20,4%. Insomma il mercato piange, ma per alcuni questa situazione non è del tutto negativa.
L’EUROPA SOFFRE MENO I marchi europei (e Harley Davidson) tengono meglio di quelli giapponesi in forte sofferenza. Triumph (5 moto nella top 100 con la Tiger al terzo posto assoluto) e KTM (9 modelli nella top 100 con la nuova Duke 125 leader del segmento, luglio è stato un mese record per la Casa di Mattighofen), ad esempio, vendono bene e guadagnando quote di mercato.Ducati (8 modelli nella top 100) vende benissimo la Multistrada (la seconda moto più venduta in assoluto) e BMW (10 modelli nella top 100) continua a dominare con la sua GS. In questo momento in cui europei e giapponesi se la giocano alla pari quanto a prezzi, il pubblico sembra orientato a scelte differenti, cercando magari anche una maggiore personalità. Per le “nostre” aziende un segnale confortante.
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