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GMG: Giornate Mondiali Guzzi


Avatar Redazionale, il 10/10/02

22 anni fa - Un tranquillo week end da paura

Anche quest'anno ci siamo intrufolati tra la folla dei partecipanti alla "due giorni" di Mandello del Lario. Un week end in cui la grande Aquila ha richiamato a sé tutti i suoi proseliti. Un evento mediatico cui la definizione di semplice motoraduno va ormai stretta. Tante Guzzi, tanti Guzzisti, qualche personaggio famoso. Una festa in cui protagonisti sono stati i nuovi gioielli di famiglia.

Cielo limpido, sole pallidoccio e arietta frizzante che colpisce il viso come migliaia di microscopici spilli. E' iniziata così la prima giornata dell’appuntamento mondiale che Moto Guzzi ha istituito per i propri estimatori venuti da ogni dove. Già, perché è stranoto, e persino scontato dirlo: se l’Aquila parla italiano, in realtà non ha confini potendo vantare un popolo di ammiratori che raggiunge ogni parte del mondo.

UN’UNICA BANDIERA

Proprio per questo la Moto Guzzi ha voluto darsi un tono di grande ufficialità. Le GMG 02 (acrnonimo di Giornate Mondiali Guzzi) oltre che a radunare il popolo di Mandello hanno anche dato il via al riconoscimento ufficiale di tutti i motoclub partecipanti, che saranno riuniti sotto la grande bandiera del neonato Moto Guzzi World Club, un po’ quello che ha fatto Harley Davidson (altra arzilla vecchietta sulla soglia dei 100 anni), con il suo HOG (Harley Owners Group). E questo è solo l’inizio.

ANNO DI SVOLTA

Anno importante il 2002, anche per la stessa Moto Guzzi, arrivata finalmente ad un punto di svolta. Dopo anni di limbo creativo, l’Aquila si presenta finalmente al suo pubblico con novità concrete; non solo restyling, ma moto e progetti nuovi, come la Breva 750 ed i prototipi Griso e MGS01. Moto dalle linee giovanili, addirittura spregiudicate, tese alla ricerca di nuove soluzioni estetiche e al voler dimostrare che attorno ad un bicilindrico a V trasversale si possono costruire moto di tutti i tipi.

UN PO’ DI STORIA Quella della Guzzi è una storia contornata di successi

sportivi e commerciali, ottenuti grazie a un livello ingegneristico eccelso che, nel periodo 1955-’57, portò alla costruzione dell’unico 8 cilindri a V di 498 cc, capace di sprigionare 72 cv e lanciare l’Aquila all’incredibile velocità di 275 Km/h, senza dimenticare quel gioiello e vanto tecnologico che fu la Galleria del Vento (datata 1950!), la prima nel mondo in cui si potevano provare i modelli in scala reale.

BUONA IMPRESSIONE

Storia pesante, dunque. Ma tornando alle novità, la Breva V750 sembra aver, comunque, colpito nel segno. A sentire i commenti di alcuni guzzisti (dalla variegata compagine demografica) la naked potrebbe essere proprio l’"entry-level" giusta per attirare le giovani leve di Guzzisti. Ma le vere star delle due giornate di raduno sono state la MGS 01 e la Griso, entrambe oggetto di un vero "pellegrinaggio", entrambe capaci di far brillare gli occhi a parecchi visitatori (a dir la verità, anche a noi) che si sono accalcati intorno alle due concept bike.

IMPATTO EMOTIVO Proprio quello che Moto Guzzi sperava di ottenere con questi due prototipi: un forte impatto emotivo, per invogliare alle chiacchiere ed innescare discussioni (magari davanti ad un panino ben imbottito ed una birra, elementi fondamentali d’ogni raduno che si rispetti). Così, girando tra vecchi maglioni di lana con scritta Guzzi in rilievo, giubbotti di pelle e consumatissime giacche in cotone cerato siamo riusciti a carpire il Guzzista-pensiero sulle nuove proposte di Mandello.

VERE GUZZI Una cosa è certa: pur non rappresentando esattamente ciò che il

popolo si aspetta (ovvero una turistica vera che rinverdisca i fasti della serie SP) piace l’accattivante semplicità della Breva, piacciono le chicche tecnologiche della Griso e della MGS (forcelloni in primis). E, intanto, mischiato tra la folla ecco spuntare il faccione di Carlo Talamo; che dopo americani e inglesi abbia voglia di moto Italiane? Il sospetto aleggia tra i presenti.

TUTTI A FESTEGGIARE

Insomma il raduno è stato anche il momento del "primo contatto" con quello che verrà, ma come al solito è stata una festa. Immancabile il tour per ripercorrere le strade del "Circuito del Lario" e, puntualmente, il crocevia di fronte allo stabilimento si è ritrovato brulicante di bicilindrici trasversali roboanti di ogni genere. Non sono comunque mancati gli intrusi con le proprie Monster, SV650 BMW (anche due MV F4… ma non c’era il raduno a Cascina Costa negli stessi giorni?).

TANTE NUOVE GUZZI

Nel censimento delle moto presenti, a farla da padrona, sono state le California. La forte presenza delle ultime EV 1100 ed EV 1100 Touring ha abbassato fortemente l’età media delle moto partecipanti. Non potevano certo mancare le sportive del lotto, che si sono presentate in massa, spaziando dalle "canute" Daytona e Le Mans, per arrivare alle recenti versioni V11 Rosso Mandello e V11 Le Mans. Insomma, tante, tante moto nuove e tanti giovani guzzisti, pronti a "ripopolare" una specie che sembrava in pericolo d’estinzione. TUTTI AMICI La cosa bella di questi raduni è il vedere come le diverse generazioni, ben si amalgamino tra loro. Occhi vispi ed ancora sognanti, quelli dei guzzisti di vecchia data; sguardi di ammirazione e di fierezza nell’appartenere a questa "tribù", quelli degli ultimi arrivati; entrambi, però, accomunati dalla passione per il viaggio in sella all’unico vero ed inimitabile borbottante V-twin trasversale.

IL BELLO DEI "CLASSICI"

L’attrazione vera e propria, per chi questi eventi li "sbircia dalla finestra", rimane la sfilata dei "Classici" di Mandello, che come il vino, più invecchiano, più si apprezzano per ciò che sono e che sanno ancora dare. Così si sono viste ancora scorazzare le varie "hit" del secolo, come il Galletto (antesignano dei nostri scooter a ruote alte), il Falcone, lo Stornello, le V7, senza dimenticare i caratteristici ed affascinanti sidecar Alce (con tanto di sportellino per facilitare l’inserimento nell’abitacolo mignon) già a quei tempi dotati di originale barra di torsione per evitare i tipici "cappottamenti" in curva.

MOTOCARRI Si sono visti anche un paio di Trialce, il motocarro smontabile utilizzato durante il secondo conflitto mondiale, progettato per esser paracadutato, vero cimelio storico, capace a suo modo, di trasmettere emozioni. Non sono mancate anche le versioni customizzate di vari modelli (soprattutto quelli sportivi, tramutati in enormi sidecar), portate a Mandello da qualche eccentrico "tedescone" o inglese, che hanno aggiunto quel pizzico di internazionalità alla festa.

7 GIORNI DI FESTA

Per concludere, vi annunciamo quello che lo stesso Ivano Beggio (alla guida di una impeccabile California) ha confermato: dall’anno prossimo la GMG potrebbe cambiare anche il nome perché la manifestazione si svolgerà nell’arco di un’intera settimana ricca d’avvenimenti (un po’ come la WDW Ducati), dando inizio alle danze, non più a fine settembre, ma nel mese di Luglio (6-13 luglio 2003). Si partirà dallo Stelvio, passando per un tour dei laghi, della Valtellina, assaggiando l’asfalto del circuito di Monza, per concludere nell’immancabile "ammucchiata" in Mandello del Lario negli ultimi due giorni.

Pubblicato da Alfredo Verdicchio, 10/10/2002
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