Quella di EICMA 2023 è stata un'edizione ricca di novità e, come ormai succede da qualche anno a questa parte, l'offensiva cinese è stata massiccia: tante moto, spesso di ottimo livello. Apparentemente un mercato più ricco di proposte aumenta la concorrenza e aiuta a tenere alta l'asticella dei costruttori da una parte, dall'altra rende felici gli appassionati di fronte a un così ricco ventaglio di possibilità. Apparentemente. La guerra Cina-Giappone, in realtà, è già iniziata.
FIGHT! Una guerra – è bene precisarlo – fatta a colpi di prodotto. Dieci anni fa le aziende cinesi erano solo abili a ''scopiazzare'' le migliori realizzazioni altrui, oggi hanno imparato a ispirarsi ai migliori nello stile, lo hanno fatto loro, realizzando – o prendendo in prestito – non solo sovrastrutture gradevoli, ma anche motori, ciclistiche ed elettroniche all'altezza dei competitors. Già, chi sono questi avversari? I giapponesi, ovviamente, che producono molti pezzi ''per tutti'', con un ottimo rapporto qualità-prezzo. Almeno fino a oggi.
La Valico DS525 X allo stand Voge
I TRE GRANDI Poi sono arrivati brand come CFMoto, Voge, Kove e ora anche Zontes (qui le nuove 3 cilindri da 110 CV). Una ventata di prodotti freschi, interessanti, ben realizzati e – parlo per CF, che ho avuto occasione di testare in più occasioni – gustosi da guidare, ovviamente caratterizzati da un prezzo d'acquisto davvero interessante. Un esempio? La 800MT – spoiler: vi racconterò presto della ricchissima versione Explore! – crossover che offre di serie accessori quali cambio elettronico, cruise control, sella e manopole riscaldabili... in promozione a 9.990 euro franco rivenditore (10.990 euro da listino). Costa circa 1.000 euro meno di una jap, ma offre componentistica per almeno 2.000 euro in più...
GLI ALTRI Poi ci sono quelli che fanno un mestiere diverso e – almeno per il momento – restano spettatori del ''conflitto''. Parlo degli europei, marchi come BMW, Ducati, KTM, MV Agusta e Triumph, da sempre considerati premium, per qualità e prezzo. Loro non sono coinvolti, perché chi ha il potere di acquisto per scegliere una di queste moto, probabilmente non pensa nemmeno all'alternativa giapponese o cinese. Il mondo è bello perché è vario – e menomale, dico io – e non tutti hanno la disponibilità economica per permettersi i prodotti di fascia alta, quindi ben venga che esistano moto per tutte le tasche o quasi.
La Kove 450 Rally EX che parteciperà alla Dakar 2024
LO SCENARIO Ma il punto non è questo. Quello che sembra un mondo moto idilliaco, pieno di moto diverse, per tutte le tasche, al mio occhio disincantato da addetto ai lavori, preoccupa e non poco: la sensazione è che nel giro di 2-3 anni i brand cinesi possano giocare una partita diversa contro i rivali nipponici. Se il livello qualitativo si sarà ulteriormente consolidato, la forbice dei prezzi ampliata e il consenso del pubblico aumentato, beh, allora per Honda, Kawasaki, Suzuki e Yamaha si prospetteranno giorni duri. A meno che non decidano di spostare l'asticella verso l'alto, a caccia di premium anche loro...
I RISCHI Il vantaggio produttivo dei brand made in China – che si traduce in un prezzo più basso per il consumatore – ha tutta l'aria di essere molto pericoloso per i marchi del Sol Levante. In una gara al ribasso non è detto che tutti riescano a giocare la stessa partita e se da una parte resto ammirato per la capacità dell'industria cinese di studiare, imparare e replicare il meglio dell'arte giapponese ed europea, dall'altra sono spaventato. Ben vengano moto cinesi, giapponesi, europee, americane, etc. ma la partita va giocata ad armi pari. A me, invece, sembra che ci siano attori con arco e frecce, altri col bazooka....