Se le normali bici elettriche possono assomigliare alle auto plug-in hybrid, perché si ricaricano principalmente dalla presa di corrente, la Pi-Pop (dove Pi rappresenta il pi-greco) è invece una e-bike full hybrid: si ricarica da sola, in frenata, in discesa e mentre pedaliamo. E lo fa alla svelta, perché invece di una normale batteria al litio sfrutta un supercapacitore (o supercondensatore, che dir si voglia) per immagazzinare l'energia: un componente che in ambito automotive viene studiato per migliorare le performance delle batterie tradizionali.
L'accumulatore della Pi-Pop
COME FUNZIONA La differenza tra una batteria e un supercapacitore è che la prima accumula energia attraverso una reazione chimica: la migrazione di particelle cariche chiamate ioni all'interno di una matrice. Un supercapacitore invece accumula elettricità in maniera più diretta e immediata: sotto forma di cariche statiche su due armature di materiale conduttore separate da un isolante. Grazie a ciò, la Pi-Pop sfrutta al meglio le fasi in cui la spinta del motore non serve, attraverso una frenata rigenerativa che è comune tra le auto, ma rarissima tra le bici a pedalata assistita.
La strumentazione della Pi-Pop
PRO E CONTRO Pi-Pop ha un telaio in alluminio, cambio a 7 marce, pesa 21,7 kg e può raggiungere una velocità massima di 25 km/h con la pedalata assistita in funzione. Inoltre, il suo accumulatore ha una vita utile compresa tra 10 e 15 anni, contro i 5 o 6 anni di una comune batteria al litio. Un vantaggio per l'ambiente è che non ha bisogno di litio o terre rare, perché il supercapacitore è costruito con materiali più comuni: carbonio, polimeri conduttori, fogli di alluminio e pasta di legno. Materiali più facili da riciclare, tra l'altro. La bicicletta ideata dal francese Adrien Lelièvre, però, un difetto ce l'ha: immagazzina molta meno energia rispetto a una tipica e-bike, quindi l'apporto del motore elettrico è più limitato.
L'e-bike Pi-Pop usa un supercapacitore invece della batteria
QUANTO BASTA In pratica, la spinta dell'accumulatore si esaurisce in circa 500 metri, lungo una salita del 10%. Se dopo non segue una discesa che permetta di ricaricare, la Pi-Pop si comporterà come una bici normale. Lelièvre stima, tuttavia, che l'assistenza offerta al ciclista dai supercondensatori della bicicletta sia sufficiente per gestire i dislivelli dell'80% delle città europee. Il prezzo della bici è di 2.450 euro, ma per averne una l'attesa può essere lunga: attualmente Pi-Pop produce 100 biciclette al mese e le richieste superano la capacità produttiva. Nel 2024, l'azienda conta di aumentare la produzione a mille biciclette al mese e per il 2025 cerca di organizzare una raccolta fondi per aprirsi al mercato europeo. In bocca al lupo!
Fonte: Pi-Pop