LA SPECIAL Dalla mani dell'artista Roland Sands è nata un'altra meravigliosa special. Dopo la KTM 790 Adventure Urban Assault, la BMW R18 Dragster e The Super, la Ducati Superleggera diventata naked, oggi tocca a una BMW GS. La maxienduro bavarese si tinge di passato con una livrea ispirata a quella della moto che corse la Parigi-Dakar 1986.
La BMW GS che corse la Parigi-Dakar 1986
COLPO D'OCCHIO La splendida colorazione bianco-rossa Marlboro già basterebbe. Il frontale, poi, è di impatto grazie ai nuovi grossi fari a LED e al sistema di navigazione GPS, posizionato dietro al cupolino subito sopra alla strumentazione. Che si tratti di una moto da deserto, insomma, si capisce al primo colpo d'occhio. Il manubrio è stato modificato con uno più alto e ci sono anche nuove manopole, leve e paramani. Il parafango anteriore è stato rialzato e troviamo nuovi tubolari e carter motore. Il serbatoio viene direttamente da una R 80 GS Parigi-Dakar del 1986 ma è stato modificato. Il parafango posteriore modificato – dove trovano spazio le tabelle portanumero in alluminio – la cassetta degli attrezzi e la sella accorciata hanno richiesto un nuovo telaietto posteriore.
BMW Dakar GS: la special di Roland Sands
DI GS IN GS La base di partenza è stata una BMW R 1200 GS 2008 – qui trovate la mia prova della R 1250 GS 2021 – ma per arrivare a una moto pronto-deserto le modifiche son state massicce e hanno riguardato non solo le sovrastrutture, ma anche la... sostanza. Addio al Telelever – la sospensione anteriore BMW – al posto della quale è arrivata una forcella della Honda Africa Twin con cartucce modificate Ohlins. Oltre alla sospensione è cambiato anche il telaietto anteriore, preso da una BMW R nineT 2018. Perché Dakar GS – questo il nome della moto – raggiungesse le quote ciclistiche della BMW HP2 Enduro c'è stato molto altro lavoro da fare: mono Ohlins al posteriore, cerchi Excel da 21'' e 18'' con pneumatici tassellati 90/90 e 140/80. Sul fronte motore si è intervenuti sull'elettronica, aggiungendo anche filtri dell'aria più performanti e uno scarico Akrapovic. Il risultato è un tuffo nel passato, grazie a una livrea mitica. E chissà com'è da guidare...