Lorenzo vince di prepotenza e Dovizioso compie un piccolo capolavoro battendo Stoner in volata. Grandi emozioni al GP d'Italia con i primi tre arrivati quasi in volata. Rossi e la Ducati sempre in affanno: il Mugello non ha fatto la magia.
GRANDE MUGELLO Di sicuro visto le gare cui stavamo assistendo ultimamente il Gran Premio d’Italia ha tenuto la gente sveglia. Forse non con i protagonisti che qualcuno si attendeva, ma i primi attori del Mugello sono comunque stati di altissimo livello. Lorenzo Dovizioso, Stoner, così nell’ordine al traguardo, così nell’ordine dei voti da prendere in una ipotetica pagella. Sono stati loro a dare vita a un GP eccitante concluso quasi in una volata a tre dopo che tutti hanno guidato al limite per ogni giro della gara. Lorenzo è stato maestoso, ma si capisce da un po’ che il maiorchino ha ingranato la marcia giusta e lui non lo nasconde: è più sereno, sorridente, sicuro.
LORENZO IL MAGNIFICO Nonostante le due cadute di Silverstone e Asse, Jorge appare sempre meno nervoso e sempre più convinto dei propri mezzi. Aveva paura delle Honda e di Stoner, ora non più. In effetti, la Yamaha sembra aver fatto un passo avanti notevole e per farlo… ha dovuto fare un passo indietro, ovvero tornare a componenti e soluzioni utilizzate nel 2010 che hanno ridato a Lorenzo (ma anche a Spies) una moto più stabile in frenata e più guidabile, in una parola più efficace.
GARA MAIUSCOLA Sarà per questo che il Campione del Mondo non ha preso bene la pioggia che ha interrotto le qualifiche di sabato, sapeva di avere tutto per vincere e partire dalla seconda fila non è il massimo. La sua gara però è stata maiuscola, in una MotoGP che vede spesso i distacchi tra i piloti cristallizzati dopo pochi giri Jorge ha avuto la forza di lottare come un leone con Dovizioso, andare a riprendere Stoner (un po’ in crisi di gomme per un errore che definirei da principianti: pressione sbagliata) e passarlo di autorità senza concedere all’australiano alcuna possibilità di replica. La vittoria del Mugello dimostra che l’accoppiata Stoner-Honda è battibile, nessuno è invincibile e questo fatto non secondario nella mente di un pilota come Lorenzo aggiunge un piccolo mattone alla sua autostima e al tempo stesso ne toglie uno da quella di Casey.
DOVI TRA I GRANDI Una bella gara quella del Mugello in cui Dovizioso ha dimostrato di meritarsi di stare tra i grandi e di meritarsi (lo spero per lui) anche una Honda ufficiale per l’anno prossimo. In molti, per non dire tutti, hanno sempre giudicato il Dovi come un pilota veloce sì, ma comunque una seconda guida (se non proprio seconda facciamo prima guida e mezza), capace di lavorare sodo di guidare veloce ma mai di dare la zampata vincente quando serve.
HO UN SASSOLINO NELLA SCARPA AHI! Bene, al Mugello Dovizioso ha smentito tutti, ha guidato almeno al pari di Lorenzo, è andato a prendere il suo compagno di squadra e non ha avuto remore nel passarlo all’ultimo giro involandosi verso un meritatissimo secondo gradino del podio. E nell’intervista post-gara con la sua solita pacatezza si è anche tolto un piccolo sasso dalla scarpa con la frase “sono sempre tutti più bravi e tutti più veloci, ma noi intanto siamo sempre lì”. Ha pienamente ragione, visto che con quel sorpasso non solo anche lui ha capito che Stoner si può battere, ma ha anche accorciato la classifica a suo favore. Anche se l’australiano resta ampiamente in testa al Campionato adesso ha sicuramente un pizzico di pressione in più.
SIC MANCA IL BERSAGLIO Chi invece non può essere affatto contento della sua gara è Marco Simoncelli che dopo prove sempre positive in gara ha faticato più del previsto. Probabilmente anche per lui un po’ di pressione era da mettere in conto, cadere di nuovo sarebbe stato davvero troppo e che fosse un po’ meno tranquillo del solito si è capito anche dall’errore in griglia, quando ha fatto spegnere la moto. I primi giri stavolta Marco è stato buono, forse troppo visto che ha perso il treno buono. Poi sembrava in grado di riagganciarsi ai primi ma è stato lui ad essere agganciato da Spies che lo ha anche battuto. Però sempre meglio un quinto posto che un ennesimo zero.
PRESSIONE IN ZONA ROSSA Chi di pressione ne aveva addosso una montagna era sicuramente la coppia Ducati-Rossi, le orde di tifosi scesi al Mugello (il colpo d’occhio era impressionante) si aspettavano che i saliscendi toscani riuscissero a compiere il miracolo di guarire tutti i malanni della Desmosedici e del suo pilota. Si parlava addirittura di podio. Ma i miracoli non si fanno in un turno di prove e c’è da dire che, senza voler giustificare nessuno, non è che il meteo e gli eventi siano proprio dalla parte della Ducati. Venerdì mattina due moto rotte, Rossi ha fatto solo 5 giri. Venerdì pomeriggio pioggia, sabato qualifiche per metà bagnate. Niente di peggio per chi ha bisogno come l’aria che respira di girare tanto con condizioni stabili e che invece finisce per girare poco e con condizioni sempre differenti.
TROPPA FATICA Va da sé che pur essendo sempre il primo pilota Ducati al traguardo, non può essere il vero Rossi quello che deve sudare per superare al Mugello Bautista e Barbera (pur con l'attenuante di una frizione non a posto come dichiarato dallo stesso Rossi) e che, vada come vada, si becca quasi sempre mezzo minuto dal primo. C’è da lavorare, e tanto, ma ormai tutti hanno una gran fretta di vedere la Ducati davanti: gli sponsor, la dirigenza e, soprattutto, il team e Rossi, che masticano molto amaro. Certo che se le premesse per la moto 1.000 dell’anno prossimo sono queste significa che a Borgo Panigale dovranno lavorare giorno e notte per cambiare rotta e cambiarla quanto più in fretta possibile.