È IL NOSTRO MOMENTO? In tutti questi anni di Mondiale Superbike non siamo mai riusciti ad avere un pilota italiano Campione del Mondo.
Il 2010 potrebbe essere l'anno buono. Tengano pure lontane le mani dalle parti basse gli scaramantici tifosi di Biaggi. Non vogliamo gufare, ma è logico che dopo due gare come quelle di Misano sia proprio il romano il più accreditato per la vittoria. È bastato un anno e mezzo all'Aprilia per diventare la moto da battere. Un anno e mezzo in cui a Noale hanno lavorato come pazzi migliorando di continuo una moto che è certamente nata bene ma che adesso sembra avere trovato una competitività assoluta che la rende imbattibile.
I RAGAZZI DEL '71 Merito di un pilota, Biaggi, che a 39 anni ha ancora la grinta e la voglia di un ragazzino (interessante in gara1 un podio di quasi quarantenni…), ma merito anche di una squadra che sa fare le corse come poche altre al mondo. Il team Aprilia adesso è il riferimento del mondiale e questo è indiscutibile. Con la perentoria doppietta di Misano (la quarta della stagione, la seconda consecutiva) Biaggi ha dato un bello strappo al campionato. Adesso sono 37 i punti che lo separano da Haslam, un distacco non rassicurante, come insegna la rimonta dell'anno scorso di Spies ai danni di Haga, ma sufficiente a una vecchia volpe come Max per gestire anche i momenti bui.
FORTE OVUNQUE Sempre che ce ne siano, perché
Misano era una pista di quelle sfavorevoli all'Aprilia e se sulle piste sfavorevoli va così, figuriamoci quando arriveranno quelle favorevoli, come ad esempio Brno, la prossima tappa del mondiale. Haslam comunque non molla, e fa bene, i conti si chiudono solo quando la matematica ti condanna, ma lo zero di Salt Lake pesa adesso come un macigno e quella dell'inglese sembra una rincorsa disperata.
SUZUKI INSEGUE, A FATICALa Suzuki manca di sviluppo, o almeno non ha un reparto corse ufficiale che macina evoluzioni continue. Il team Alstare ha ricevuto le moto factory all'inizio dell'anno e adesso fa da solo e ovviamente il budget non può essere lo stesso di chi ha alle spalle un'azienda intera.
SUL PODIO CON I DENTILa gara 2 corsa da Haslam è stata maiuscola, l'inglese ha conquistato il secondo posto con i denti. Leon ha sofferto per tutto il week end e anche in gara 1 è stato opaco per poi riscattarsi alla grande nella seconda manche dove ha guidato con i denti. Ha grinta e orgoglio da vendere questo ragazzo, e guida anche forte, e
sarebbe bene che Suzuki (derelitta in Moto GP) desse una mano al team Alstare per cercare di vincere in Superbike, eventualità certo non impossibile, ma che con un Biaggi così si allontana ogni gara che passa.
BMW GRANDE CRESCITA Misano sarà una gara da ricordare anche per il team BMW. A riprova che il motociclismo è uno sport di squadra,
da quando nel team di Monaco sono arrivati Tardozzi e un po' dei suoi uomini, la S1000RR è sempre più convincente e Corser ha strappato una
superpole da standing ovation. 1:35:001, il suo tempo di qualifica; se pensiamo che
l'anno scorso la pole di Valentino in MotoGP fu di 1:34:3, abbiamo un'idea di quanto sia andato forte Corser, e di quanto vadano forte attualmente le Superbike. Per curiosità, andate a rileggervi
l'articolo che scrissi l'anno scorso sul confronto tra Superbike e MotoGP, oggi è più attuale che mai…
Nella MotoGP dell'anno scorso Corser avrebbe occupato la quinta casella in griglia, seconda fila, dietro a Rossi, Pedrosa, Lorenzo ed Elias. E se confrontate i tempi di Assen dove hanno corso entrambi i campionati noterete cose interessanti..
DUCATI SUL PODIO In gara Corser è stato meno incisivo, perché la costanza di prestazioni la BMW non l'ha ancora raggiunta, ma ha comunque guidato il gruppo per oltre metà di gara1 ed è finito a podio.
Un'altra preoccupazione per la Ducati che vede spuntare avversari da tutte le parti e ormai non manca di appellarsi per un cambio di regolamento ogni volta che gliene capita l'occasione. Anche Fabrizio, fresco di podio, ha lamentato la scarsa competitività delle moto bicilindriche, dimenticando forse però che
nei primi 10 di gara2 di Ducati ce ne erano ben 5, compresa quella del bravissimo Scassa (pauroso in superpole e ottavo in gara2) e che Checa ha anche rischiato di vincere. Cosa dovrebbero dire allora in Honda e in Kawasaki?
Pubblicato da Stefano Cordara, 27/06/2010