Biaggi e Melandri si dividono vittorie e secondi posti, ma Checa con due podi riesce a limitare i danni. La classifica però è sempre più corta.
PARI E PATTA Un po’ di punti a te, un po’ di punti a me. Manco fossero amici per la pelle, Marco Melandri e Max Biaggi si sono spartiti il bottino di punti di Brno, così come avevano fatto ad Aragon. Una vittoria e un secondo posto ciascuno, un bel bottino di punti (13) a testa rosicchiati al capofila Carlos Checa. La rincorsa allo spagnolo è ufficialmente cominciata e, sebbene Checa sia stato molto bravo a limitare i danni con due terzi posti in una pista dove non hanno mai brillato né lui né la Ducati, è un fatto che la classifica ormai si sia accorciata in modo clamoroso. Tutto fa pensare quindi a una seconda metà di campionato accesissima, memori anche di quanto ha saputo fare due anni fa Ben Spies, capace di recuperare un sacco di punti al battistrada Haga.
CHECA SI DIFENDE Brno non era una pista favorevole alla Ducati e oggettivamente Checa ha fatto il massimo, cercando di restare al traino dei due scatenati italiani e, perché no, tentare l’affondo appena i due davanti avessero mostrato un punto debole. Affondo che c’è anche stato quando Biaggi ha fatto il solito lungo, però stavolta per l’iberico c’era poco da fare. Sui salitoni di Brno le quattro cilindri sono apparse avvantaggiate e in più Biaggi e Melandri hanno guidato in modo magistrale, gestendo anche bene le gomme nonostante il caldo.
UNA MARCIA IN PIÙ Checa comunque si può consolare: non tutte le piste saranno così ostiche per la sua Ducati e se guida come sta guidando c’è da credere che presto lo potremo vedere ancora davanti. Le gare sono state praticamente l’una la fotocopia dell’altra e si è capito che, in questa fase della stagione, i primi tre in classifica (e al traguardo) hanno letteralmente una marcia in più. A parte qualche schermaglia iniziale, tipica della superbike, poi arriva sempre l’allungo che consente ai protagonisti del mondiale di staccare il pacchetto di inseguitori.
DOPO I MIGLIORI Pacchetto in cui ultimamente troviamo quasi sempre Laverty, Fabrizio e Badovini, tre soggetti che meritano di essere tenuti d’occhio. A Fabrizio, è chiaro che manca il mezzo: la sua Suzuki non è certo aggiornata come le moto che gli stanno davanti e Michel sta facendo davvero molto bene con il materiale a sua disposizione. Davvero Batta sa far marciare un team come si deve; di Laverty va ricordato che è pur sempre un rookie e che quest’anno ha vinto due gare a Monza. Di Badovini che dire? Abbiamo ormai detto tutto del biellese che, più va avanti il campionato, più va avanti in classifica. La BMW del team italiano è ormai regolarmente davanti a quelle del team tedesco, per Badovini una superpole 3 mancata di un soffio (più che altro per un azzardo non andato a buon fine) e due ottimi sesti posti che lo inseriscono costantemente nel pacchetto dei diretti inseguitori dei leader.
BMW GERMANIA È CRISI Per l’immagine di marca e la Casa madre questo non è certo un problema, ma la squadra tedesca certo non prenderà bene questi risultati dell’ ”altra” S1000 RR. Certo in BMW Germany faranno bene a darsi una mossa e a capire che chi non funziona nel team sono evidentemente gli uomini. Ormai la crisi è evidente: con Corser in infermeria e Haslam sempre più svogliato (all’inizio ci metteva del suo, ora sembra voglia solo veder finire questo campionato per cambiare squadra) la situazione sembra mettersi davvero male. Lo stesso dicasi per la Honda. L’arrivo dello sponsor Castrol sembrava aver dato ulteriori stimoli al team Ten Kate, che però è partito male ed è finito peggio. Rea si è fatto male ripetutamente e qui a Brno si è infortunato anche un opaco Xaus, cosicché alla fine l’unica Honda Castrol al via era quella del debuttante Lowes. Decisamente troppo poco per chi ambiva addirittura a lottare per il titolo.
COSE BELLE Tra le cose belle viste a Brno vanno segnalate la bella superpole di Aitchinson con la privatissima Kawasaki del team Pedercini, e le buone prestazioni di Lanzi, tornato in sella in tutta fretta alla seconda BMW del team Motorrad Italia dopo il forfait di Toseland. Non è certo facile salire “a freddo” su una moto del genere e andare anche a punti. Direi che Lanzi una moto se la merita eccome.