Pioggia da sogno per Vermeulen e la sua Suzuki che dominano un GP complicatissimo in cui emerge ancora una volta l'incredibile maturità del ragazzino Stoner, sempre più solo al comando. Rossi naufraga nelle retrovie con una gomma sbagliata, Capirossi guida una moto imbizzarrita.
BENTORNATA SUZUKI Nel giorno del trionfo della Suzuki (non accadeva dal GP di Valencia del 2001, anche in quella occasione sotto la pioggia) e del primo successo iridato di Chris Vermeulen, a stupire ancora una volta è Casey Stoner. In condizioni difficilissime, con la gara partita con la pista asciutta ma sotto una leggera pioggia, con l'asfalto che si è bagnato progressivamente, fino ad allagarsi completamente, costringendo i piloti al cambio moto e gomme, Stoner aveva più da perdere che da guadagnare. In una situazione tanto delicata, commettere un errore è facilissimo e per chi si trova in testa al mondiale la pressione da sopportare è senz'altro superiore.
TESTA DA CAMPIONE Ma Casey, ancora una volta, ha dimostrato grandi capacità, sia tattiche sia di guida, portando a casa un terzo posto molto importante per il campionato, perché quelli che sono i suoi potenziali rivali in classifica generale gli sono arrivati ancora una volta alle spalle: Daniel Pedrosa ha chiuso quarto, Valentino Rossi addirittura sesto.
GRANDE FREDDEZZA - Soprattutto nelle fasi iniziali della corsa, quando quei piloti che non hanno nulla da perdere - come Sylvan Guintoli e Randy De Puniet - hanno preso rischi incredibili, Stoner è stato bravissimo a non farsi prendere la mano, a non perdere la testa di fronte all'attacco di Valentino Rossi, partito al comando e subito molto aggressivo. Con grande freddezza, il pilota della Ducati ha continuato a girare con il suo passo e quando è iniziato a piovere più forte, ha scelto il momento giusto (come peraltro tutti i migliori, compreso Rossi), per tornare ai box a sostituire la moto.
PIT STOP DA ENDURANCE Quando è rientrato in pista, Stoner era settimo, con Rossi terzo, ma ancora una volta non ha perso la calma, pensando solamente a gestire al meglio moto e pneumatici. Insomma, nonostante i suoi 21 anni, nonostante sia la prima volta che si trova in testa al mondiale (non lo era mai stato né in 125 né in 250), Casey ha usato la ragione, ha continuato a guidare del suo passo senza inventarsi nulla di strano, salendo così sul gradino più basso del podio. È naturalmente ancora troppo presto per trarre conclusioni,ma come dice Rossi, "Stoner sarà competitivo su tutte le piste e fino all'ultima gara".
ANCORA IN DIFFICOLTÀ - Lo sarà anche Valentino Rossi, ma per lui, quella che doveva essere la stagione del riscatto dopo la sconfitta del 2006, si sta rivelando più difficile del previsto. Nella sua carriera, Rossi non ha incontrato tanti avversari tosti come Stoner e in un simile stato di grazia, oltretutto in sella a una moto così competitiva con gomme così eccezionali. Insomma, in questo momento, il pacchetto Stoner-Ducati-Bridgestone è il punto di riferimento della MotoGP e ci vorrà il miglior Valentino per riuscire a batterlo.
SCELTA SBAGLIATA Con l'asciutto, Rossi si sarebbe probabilmente giocato il successo proprio con l'australiano della Ducati, ma con la pioggia nulla ha potuto, rallentato da una scelta sbagliata di gomme. In accordo con la Michelin, la Yamaha ha ritenuto di montare un pneumatico duro, adatto per una pioggia leggera, non per il diluvio universale che si è scatenato a GP in corso. In simili condizioni, Rossi ancora una volta ha fatto miracoli, portando a casa il massimo possibile, ma su una pista dove teoricamente avrebbe dovuto recuperare punti, ne ha persi altri sei su Stoner. In passato, Vale era abituato a vincere gare a ripetizione, ad annichilire gli avversari in pista e fuori, ma con l'australiano della Ducati non è così semplice.
MELANDRI, PEDROSA E CAPIROSSI Come era già successo in Australia nella passata stagione, le condizioni critiche hanno esaltato le qualità di Marco Melandri, battuto solamente dallo strepitoso Vermeulen. Il talento di Marco non è mai stato in discussione, mentre qualche dubbio c'è sulla sua tenuta psicologica: questo bel risultato deve servire a Melandri per conquistare sicurezza e convincere la Honda di puntare definitivamente sul pilota del team Gresini. Anche perché Marco adesso è a un solo punto dal "cocco" Daniel Pedrosa, autore a Le Mans di una gara per certi versi incredibili. Daniel, da sempre, odia il bagnato, ma nelle fasi iniziali della corsa, quando l'umido rendeva l'asfalto così viscido da consigliare tutti i piloti a rallentare, lui andava come un indemoniato. E anche sotto l'acquazzone ha dato segni positivi, guidando con un buon passo. Il quarto posto è frutto anche della caduta di Nicky Hayden a tre giri dalla fine, ma Pedrosa ha fatto più di quanto ci si aspettasse in condizioni simili.
LA MAPPA SBAGLIATA Non si può purtroppo dire lo stesso di Loris Capirossi, solo ottavo al traguardo. Questa volta, però, Loris non è andato piano per colpa sua, ma per un errore del box, che lo ha costretto a guidare sul bagnato con una mappatura elettronica da asciutto.