Piove sul deserto, tutto stravolto: la 125 è una presa in giro, la 250 si corre con meno giri e la MotoGP slitta addirittura al giorno dopo. In Qatar, insomma, succede un gran casino. Ma davanti sono sempre gli stessi.
OPERAZIONE RISPARMIO Et voilà, ecco una bella ricetta per risparmiare in questo periodo di crisi. Metti un circuito nel deserto, organizza una gara di notte e aggiungi l'imprevisto pioggia. Così la 125 viene castrata e fa solo 4 giri (buono per motori e gomme, così li riutilizzano come si fa nei campionati "de noaltri") con punteggio dimezzato; la 250, orfana di Simoncelli, corre a ritmo ridotto perchè la pista è ridotta a uno schifo (e fa anche meno giri per rispettare gli orari con il satellite che deve mandare in onda la MotoGP). Poi però la MotoGp non va in scena perchè le gocce diventano un diluvio.
PIOGGIA E NOTTE=NON SI CORRE Tralascerò i commenti sulla pericolosità del guidare di notte sotto l'acqua (allora quelli che fanno l'endurance sono tutti pazzi incoscienti, eppure di notte si corre e anche con la pioggia), ma mi soffermo sulla pagliacciata dei 4 giri della 125. Buono per noi, perchè Andrea Iannone ha vinto e Simone Cortese è finito a podio.
CONTRATTI TRADITIMa che ne è dei soldi spesi dai team per andare fino in Qatar, fare prove libere, ufficiali e Warm Up (che non vede nessuno in TV) e poi fare quattro giri di gara? E che ne sarà dei contratti con gli sponsor (che sulle carene delle 125 ci sono, non so se avete notato) a cui viene assicurata una certa visibilità che invece non c'è stata? Il signor Ezpeleta ancora non capisce che in questo momento ogni singolo team, ogni singola classe è importante che è meglio coccolare gli sponsor che ci sono per evitare di perdere anche quelli.
POCO RISPETTO Invece niente, nessun rispetto per le cilindrate inferiori, tutto tagliato, ridimensionato, rivisto per fare spazio a una Moto GP che, cambiando i fattori, arriva sempre allo stesso risultato e offre sempre lo stesso, scarso, spettacolo.
UN AFFARE PER DUE Metteteci pure il monogomma e l'incognita in più della pista lavata dalla pioggia che "mangiava" le gomme più del solito. Metteteci quello che volete, ma finché ci saranno quei due lì davanti le gare avranno tutte lo stesso andazzo. Il campionato MotoGP, per chi avesse ancora dei dubbi, è affare tra Rossi e Stoner, gli altri riempiono la griglia. Basta guardare i distacchi per rendersene conto. Valentino a metà gara ha mollato il colpo ed ha tagliato il traguardo 7 secondi dopo Casey, Lorenzo si è beccato 16 secondi, Edwards 24, Dovizioso 27, al traguardo i piloti sono arrivati diradati come i denti di un rastrello. Altro che sportellate, sorpassi e corpo a corpo.
CONTATTO DIRETTO Una sportellata in effetti c'è stata ed è stata quella di un fin troppo carico De Angelis (ottimo sesto con la Honda clienti, ma richiamato verbalmente) ai danni del povero Pedrosa che già acciaccato di suo ha dovuto subire anche questa. Lo spagnolo non è mai stato amante del corpo a corpo, adesso lo sarà ancora meno.
LA PRIMA A CASEY Venendo ai due prim'attori del campionato il primo round va a Stoner come accade ormai da tre anni. Su una pista amica, l'australiano ha avuto soprattutto il merito di partire meglio di Rossi stampando un giro da qualifica mentre Valentino era alle prese con Lorenzo e Capirossi più lesti di lui allo spegnersi il semaforo.
TIRA E MOLLA Da quel momento in poi era Rossi a dover spingere (non che Stoner andasse a spasso...) per recuperare. Cosa che, nell'estenuante tira e molla dei decimi sul giro, gli stava anche riuscendo (è arrivato fino a 1.9 secondi) ma che inevitabilmente lo ha portato a logorare le gomme (l'anteriore in particolare, molto stressata in Qatar che ha tradito anche Capirossi), così Vale ha dovuto mollare. Meglio 20 punti che finire con un pugno di mosche in mano per un volo in ghiaia.
TRE NEI PRIMI QUATTRO Ma la Yamaha c'è (tre moto nei primi quattro, benissimo Edwards) e Valentino pure; state certi che sarà battaglia aspra per tutte le gare a venire.Difficile che qualcuno possa inserirsi tra questi due, ai piani alti c'è da aspettarsi Lorenzo, Dovizioso e Capirossi (e Pedrosa se si rimette in sesto); gente da podio, ma l'impressione è che se le cose continuano con questo andazzo l'unico gradino a cui gli "umani" possono ambire sia il terzo.