Rossi 100 e lode. Il folletto di Tavullia umilia gli avversari diretti con una gara "alla Pedrosa". Sempre davanti, ha impresso un ritmo forsennato che nessuno è riuscito a mantenere. Il podio di Assen è ora anche quello del mondiale. Gara con poco spettacolo davanti ma fuochi d'artificio a centro gruppo.
IL PIU' COMPLETOÈ per questo, per la capacità innata di leggere una gara come nessun'altro, per la capacità di sviluppare la moto fino a renderla perfetta che Rossi ha potuto raggiungere un traguardo incredibile. 100 vittorie, secondo pilota della storia a raggiungere la tripla cifra dopo il solito, mitico, Giacomo Agostini. Un risultato strepitoso, sottolineato dal fatto che Rossi lo ha raggiunto in 217 gran premi, in pratica ogni due gran premi e un pezzettino che ha corso, Rossi ne ha vinto uno…
ARRIVI LONTANI Cosa chiedere di più? Magari un altro duello, o avversari più vicini che fossero in grado di mettergli pressione. Ad Assen però gli avversari non ci sono stati. Lorenzo (che sportivamente si è complimentato con Rossi, lo odierà anche ma il rispetto per chi ha vinto 100 volte c'è...) ha sbagliato la partenza e ha dovuto sudare per liberarsi degli avversari stressando un po' le gomme che hanno ceduto sul più bello. Forse non sarebbe riuscito a prendere Rossi che decimo più decimo meno girava come lui, però con gomme meno alla frutta sarebbe finito di sicuro più vicino.
LA ROSSA INSEGUE In qualifica non c'è più lo Stoner che entra, fa tre giri, dà un secondo a tutti e poi si siede a guardare gli altri che si affannano a raggiungerlo. Adesso è lui che rincorre, che fatica, che deve rischiare (paurose le due sbandate in prova) per stare davanti (durante i primi giri era palesemente al limite). Inoltre la Ducati sembra non essere più così performante nemmeno in mano sua. Il che lo innervosisce non poco e basta vedere certi atteggiamenti quando rientra nel box per capire che il ragazzo non è proprio sereno.
YAMAHA PERFETTA Anche ad Assen la superiorità delle M1 è stata quasi imbarazzante e questo dà ancora più valore alla capacità di Valentino di sviluppare una moto. Ricordiamo, infatti, che l'anno scorso Rossi si è preso in carico l'onere dello sviluppo della Yamaha con le Bridgestone e la M1 2009 (di cui beneficiano anche Lorenzo Edwards e Toseland rispettivamente secondo, quarto e quinto, non so se rendo..) è quindi da considerarsi senza dubbi figlia delle sue indicazioni. Opera sua, quindi.
HRC IN CRISI Ad Assen sono caduti entrambi nel tentativo di tenere un ritmo che non era il loro, e Dovizioso non è certo un cascatore perché ha fatto della costanza del rendimento il suo punto di forza. In HRC è meglio che si diano una regolata perché davvero non è così che potrà tornare avanti.
POCHI PILOTI Tutto ciò impone una riflessione, il problema non è tanto di elettronica o di gomme, il problema è che in MotoGP, sebbene Ezpeleta si ostini a dire che 18 moto bastano e avanzano, i piloti in pista sono troppo pochi e oltretutto tra questi ci sono tre extraterrestri che fanno davvero un altro sport. Ma certo non è colpa loro se vanno più forte degli altri…