Una gara entusiasmante, anzi tre. La magia del Mugello, quel certo non so che che si respira solo tra le colline toscane, ha regalato anche quest'anno delle gare spettacolari ed esaltanti. Il GP d'Italia è stato anche quello dei grandi ritorni. È tornato Valentino, imbattibile sulla pista di casa ma è tornato anche Pedrosa. Il campionato si riaccende.
LEZIONE DI SPORTIVITÀ Grazie a tutti, ragazzi. Grazie innanzitutto allo strepitoso pubblico del GP d'Italia, con 85.480 appassionati che domenica hanno riempito ufficialmente le colline del Mugello con striscioni, bandiere, cappellini, maglie e scritte di ogni colore e genere, trasformando una gara motociclistica in una autentica festa. Grazie, perché è stato insegnato ai tifosi degli altri sport come ci si deve comportare: esaltazione e passione, come è giusto che sia, per il proprio beniamino, ma anche applausi e incoraggiamento per tutti gli altri, perché il rivale è comunque un protagonista da sostenere e che regala spettacolo, non da insultare o prendere in giro.
DOPO IL DILUVIO Grazie al tempo, nel senso di condizioni atmosferiche, perché dopo due giorni di pioggia torrenziale, con qualche sprazzo di sole, ci ha regalato un GP d'Italia bello, avvincente, ricco di colpi di scena e di sorpassi da ricordare a lungo. E, soprattutto, una gara "vera", non una lotteria come in parte era stato il GP di Francia di due settimane fa.
PADRONE DI CASA Grazie, soprattutto, a Valentino Rossi, campione straordinario, pilota dalle qualità eccezionali. Qualcuno lo dava già per finito, in crisi, in affanno, sotto pressione per gli attacchi e la freschezza di Casey Stoner e della sua Ducati. Ma al Mugello, una delle piste più belle, affascinanti e difficili del mondo, con un lungo e veloce rettilineo, curvoni da brividi, chicane tecniche e nessun punto banale, è soprattutto il pilota a fare la differenza. E infatti, non a caso, qui Valentino Rossi è imbattuto da quando esiste la MotoGP, dal 2002.
SEI SU SEI Da sei anni, quindi, Valentino sale sul gradino più alto del podio, e il successo di quest'anno è stato straordinario, difficile, impeccabile. In 20 giri, Valentino, partenza a parte, non ha commesso nessun errore, ha sfruttato al massimo le qualità migliori della sua M1, questa volta un po' più veloce anche in rettilineo, e ha superato in frenata tutti i più forti piloti del mondo: Barros al terzo giro, Vermeulen al quarto, Hopkins al quinto, Melandri al sesto, Stoner al settimo e infine, Pedrosa al nono. E' sempre Valentino Rossi il punto di riferimento della MotoGP.
PICCOLO GRANDE PEDROSA Grazie a Daniel Pedrosa, protagonista di una grande gara. Nei due turni sull'asciutto effettuati durante le prove, lo spagnolo sembrava addirittura imbattibile, e quando al sesto giro si è portato in testa, sembrava che non ce ne fosse più per nessuno. Ma la RC212V è una buona moto, in crescita, ma con ancora qualche difetto e da metà gara in poi Daniel ha dovuto remare non poco per tenerla in pista. Ma per sette giri, dal nono al quindicesimo, Pedrosa è rimasto incollato al codino della M1 di Vale, in una sfida che sembrava dovesse caratterizzare tutta la stagione. Il cocco della HRC non è ancora a livello di Rossi, non ha forse il talento di Stoner, ma è sicuramente un pilota straordinario.
VECCHIETTO TERRIBILE Grazie ad Alex Barros, che a quasi 37 anni, ha dimostrato che la grinta e la determinazione contano più dei dati anagrafici. Dopo aver sfiorato il podio in Turchia, Alex è riuscito a conquistare il terzo posto al Mugello, una delle sue piste preferite, dove vinse nel 2001, diventando di fatto l'ultimo pilota in grado di battere Rossi nel GP d'Italia. Barros corre da una vita, ha disputato 233 GP, ma ha ancora l'entusiasmo di un ragazzino e quando si è trovato davanti Stoner, non ci ha pensato nemmeno un secondo e l'ha infilato con una staccata delle sue.
BELLA TESTA Grazie a Casey Stoner, perché senza di lui, oggi probabilmente diremmo che la Ducati, ancora una volta, ha costruito una moto velocissima in rettilineo, ma impossibile da guidare nelle curve. Invece, grazie ai tre successi nelle prime quattro gare, grazie alla tranquillità e alla determinazione di questo giovane pilota australiano, siamo qui a fregarci le mani per una sfida entusiasmante con Rossi. Al Mugello, Stoner non ha trovato il migliore assetto per la sua moto, ma ha comunque guidato bene, senza commettere errori, portando a casa il massimo possibile in simili condizioni. Anche così si vincono i titoli mondiali.
ROSSA SPORTIVA Grazie alla Ducati, intanto perché ha costruito una moto che ci entusiasma e poi perché non ha impartito nessun ordine di scuderia, non ha imposto al team satellite Pramac di rallentare Barros. E così, come sempre accade nel motociclismo, il risultato finale è stato determinato solamente dalla bravura dei piloti, non dalle strategie del box.
LORIS IL LOTTATORE Grazie a Loris Capirossi, che nei due giri condotti in testa ci ha fatto sperare di essere uscito dalla crisi. Purtroppo, invece, si è trattato solamente di una fiammata, di un momento di orgoglio di un pilota purtroppo in grande difficoltà, ma che per coraggio e grinta non è secondo a nessuno. Capirossi non si trova con la GP7 e nonostante la Ducati stia facendo ogni sforzo per cercare di aiutarlo, lui fatica, commette molti errori, sbaglia le traiettorie e non è più incisivo in frenata come una volta. Ma non si dà per vinto e vederlo là davanti a tutti ha fatto sognare tanti appassionati accorsi al Mugello.
CHE BATTAGLIA! Grazie, infine, ai piloti della 125, che hanno aperto la giornata con una delle gare più belle e spettacolari di sempre. Alla fine ha vinto Faubel, ma sul gradino più alto del podio avrebbero potuto salire altri nove piloti. E c'è chi pensa di eliminare questa categoria...
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