TRIPLO MULTI In mezzo ad un bailamme di moto nuove si poteva anche non notare. Invece la rinnovata Multistrada merita un approfondimento più corposo. Perché quasi di seconda generazione si tratta.
I modelli 2005 hanno, infatti, beneficiato di una lunga serie di interventi atti a migliorare la versatilità della Ducati "alta". Tutte, senza distinzione, conquistano una
nuova sella meglio imbottita e sagomata diversamente (che dovrebbe diminuire l'effetto "asse di compensato" sulle lunghe distanze),
e un cupolino più protettivo sempre per migliorare il comfort. Inoltre i tecnici hanno cercato di rimediare alla scarsa visibilità posteriore.
Gli specchietti hanno mantenuto la stessa forma originale ma sono stati spostati verso l'esterno di 40 mm, migliorando così la situazione. Altro piccolo intervento, quello alla
stampella laterale, rimodellata per rendere la moto più stabile in parcheggio.
CAVALLI IN PIÙ Per la 1000 Ds sono queste sostanzialmente le novità. Resta inalterata la ciclistica con le sospensioni Showa pluriregolabili e sembrerebbe restare invariato anche il motore Desmodue con doppia accensione, se non che
spulciando la scheda tecnica saltano fuori ben 8 cavalli in più. Dagli 84 dichiarati fino a un mese fa siamo passati agli
attuali 92, sempre a 8000 giri, con una
coppia lievemente incrementata (da 84 Nm a 92,2 Nm a 5000 giri).
UNA S PER GLI SPORTIVI Non c'è che dire. Tutta nera la Multistrada è veramente bastarda, cattivissima interprete di una sportività inusuale. Se poi dal nero spuntano le gambe d'oro della forcella Ohlins si capisce dove la S si distingue dal modello "base".
Ducati ha applicato anche alla Multistrada la ricetta che vuole un modello base, uno S leggermente più dotato (ma il motore è lo stesso da 92 cv), e, chissà mai che non arrivi anche una Multistrada R.
Per ora le differenze della S si "limitano" all'equipaggiamento ciclistico con materiale Ohlins a supportare il classico traliccio di acciaio. Forcella e ammortizzatore sono stati
trapiantati direttamente dalla 999S, mentre a dar ulteriore tocco di sportività arrivano
particolari in fibra di carbonio (cartella copricinghia e parafango anteriore) e un
nuovo manubrio in allumino a sezione variabile.
Quanto alla R, beh per ora è pura immaginazione, ma volando nemmeno troppo alti con la fantasia
vien fin troppo facile immaginare come potrebbe essere. Motore ad acqua (tre o quattro valvole) pinze radiali, assetto ribassato. Chiudete gli occhi...
620, LA PICCOLA PER TUTTI Come previsto e anticipato, la famiglia Multistrada si allarga con l'arrivo della versione piccola,
motorizzata con il V2 da 620 cc. Si chiama semplicemente Multistrada, senza numeri identificativi e ovviamente utilizza la
medesima base tecnica della sorella da 1000 cc ma con un assetto leggermente ribassato (sella a 830 mm) per poter essere davvero una moto per tutti.
Sparisce anche il prestigioso forcellone monobraccio per lasciare spazio al doppio braccio della Monster. La
forcella Marzocchi rovesciata da 43 mm (non regolabile) e l'
ammortizzatore Sachs con regolazione del solo precarico chiudono il quadro ciclistico. Per fortuna non si sono avverate le previsioni di qualche fantasioso giornale che la voleva con scarico basso.
Lo scaricone alto resta dov'è. Cambiano invece molti dettagli, per limitare i costi, la strumentazione perde la funzione di computer di bordo, mentre il serbatoio non si allunga più sotto la sella ma resta in posizione tradizionale perdendo per strada 5 litri (da 20 a 15). Le pedane di pilota e passeggero sono unite in un unica struttura (come sulle Monster). E per chi è veramente tirato con gli Euro c'è anche la versione Dark con un solo disco anteriore (ma da 320 mm in luogo dei due da 300). Per entrambe il motore è lo stesso della Monster 620, capace di 63 cavalli a 9500 giri e dotato della nuova frizione antisaltellamento APTC già montata pure sulle piccola Monster. Il prezzo non è ancora stato definito. (29 Settembre 2004)
Pubblicato da Stefano Cordara, 30/09/2004