La DR Moto è a tutti gli effetti una MotoGP, con componenti di altissima qualità e un motore da oltre 200 cv, derivato da una Yamaha R1. Costa 112.000 euro ma probabilmente li vale tutti
LA PASSIONE FA 90 (MILA) Chi ha sempre sognato di possodere una MotoGP inizi pure a rovistare nella cassetta degli attrezzi e a cercare il martello per rompere il maialino di terracotta. Dico subito che l'obiettivo da raggiungere è una bella cifra, circa 90.000 sterline, ovvero 112.000 euro a spanne, ma per questi soldi ci si può portare a casa una DR Moto. Su, non fate quella faccia perplessa: non è una versione a due ruote delle crossover low cost DR5 che circola sulle nostre strade, bensì una special con i fiocchi voluta da Dean Reynolds, un tecnico inglese con le corse nel sangue. Giusto per inquadrarla, la sua Reynolds Engineering ha alle spalle collaborazioni importanti nella Superbike inglese e mondiale, in Moto2 e anche in MotoGP. Inoltre ha pure partecipato alla realizzazione delle moto volute da Kenny Roberts per il suo team e della Proton.
UNA VERA Con un simile background, Reynolds ha deciso di fare un salto di qualità: dare la possibilità agli appassionati e ai gentleman rider di acquistare un mezzo quanto più vicino possibile a una vera MotoGP. Il risultato è questa DR Moto, che rispetta in tutto e per tutto i regolamenti della MotoGP e che è confezionato con componenti racing di prima qualità. Il telaio porta la firma di Barry Ward, a sua volta ex collaboratore stretto del Marziano, ed è realizzato in alluminio, così come il forcellone e molti altri pezzi, ottenuti facendo ampio ricorso a macchine a controllo numerico. Le possibilità di regolazione concesse dalla ciclistica sono enormi, tanto a livello dell'inclinazione del cannotto di sterzo, quanto della disitribuzione dei pesi e dell'interasse, che può variare tra i 1.402 e i 1.452 mm. Nemmeno la rigidità del forcellone è fissa e può essere aggiustata di fino, in funzione dei gusti del pilota e del tipo di gomma montata. La griffe sul reparto sospensioni è - neanche a dirlo - Ohlins, con una forcella FG 386 CRT e un mono TTX36, due classici in ambito MotoGP, mentre i freni sono Brembo. I più esigenti, tra l'altro, possono chiedere i dischi in carbonio, sempre e comunque lavorati da pinze monoblocco a quattro pistoncini e montati su cerchi forgiati in magnesio della Marchesini.
HIGH TECH La carenatura è in carbonio mentre il motore, anche per una questione di affidabilità, è parente di quello della Yamaha R1 ma con specifiche da Superbike e portato a erogare oltre 200 cv alla ruota. La gestione è affidata a una centralina Motec M800 e a completare il quadro sul fronte dell'elettronica ci sono il controllo di trazione, il sistema anti-wheeling e l'assistenza alle cambiate che rende inutile l'uso della frizione quando si agisce sul cambio Nova a rapporti ravvicinati.