Una visita a Mandello stimola alcune riflessioni sul futuro di uno dei marchi più conosciuti nel mondo. L'aquila come l'araba fenice?
Qualche giorno fa sono stato a Mandello, dovevo ritirare una moto in prova e con l’occasione mi hanno fatto fare un giretto turistico per lo stabilimento. Ho visto cose che già conoscevo e cose nuove come la seconda linea di produzione, il centro stile, ho visto Giuseppe Ghezzi e la sua MGS 01 sempre più vicina alla versione definitiva (a proposito, mi ha invitato a provarla di nuovo giurandomi che va ancora meglio di quella che ho già provato). Ho visto anche altre cosette molto molto interessanti: qualcuna arriverà a breve, qualcuna più in la. È una delle fortune del mio mestiere, vedere talvolta in anticipo quello che ci riserva il futuro.
Purtroppo non ve ne posso parlare ora, ma sappiate che sono venuto via da Mandello con il sorriso sulle labbra, guidando la "mia" V11 Coppa Italia con gli scarichi aperti che tuonavano rimbombando sulla parete di roccia a picco sul lago. Acqua a destra, montagna a sinistra; un bel posto per lavorare, ho pensato, anche se scomodo da raggiungere e fuori da tutti i servizi che noi "cittadini" siamo ormai abituati a dare per scontati. Un bel posto per riflettere e fare le cose per bene.
E in Guzzi a quanto pare le cose le stanno facendo bene per davvero. Senza troppa fretta, passin-passino, senza snaturare lo spirito del marchio, anche se questo vuole dire, per ora, produrre fin troppe versioni della stessa moto. Gli appassionati, loro si che hanno fretta, tanta. Vorrebbero una Guzzi sportiva che andasse più forte della Ducati, una Guzzi turistica che irridesse la BMW, una Guzzi naked più trendy della Speed, una Guzzi custom con più coppia dell’Harley. Sono esigenti i Guzzisti, hanno aspettato troppo e accontentarli non sarà per niente facile.
Ma in Guzzi vanno piano, sistemano, studiano, propongono, ascoltano. Niente fretta, non si possono commettere errori, lenti ma inesorabili. Vanno avanti. Chissà che all’Intermot non arrivi ancora qualcosa
di nuovo. Intanto l’aria che ho respirato lì dentro aveva un buon profumo, un profumo che non respiravo da tempo: quello dell’ottimismo. E ottimista non posso che esserlo anche io. Se BMW ha reinventato il boxer, se Harley vende da 100 anni moto con lo stesso schema motoristico, se Ducati ha rigenerato il bicilindrico desmo, perché non dovrebbe riuscirci la Guzzi? Il potenziale del marchio è tremendo. Un paio di modelli "giusti" (ma spero anche al prezzo giusto, perchè adesso non ci siamo) e sono convinto sarà decollo assicurato. Io incrocio le dita e faccio il tifo. E voi?