Termina, con la vendita del marchio ad un miliardario russo, l'avventura di Andrea Merloni e della sua Benelli. La sede resta Pesaro, e sul futuro per ora non ci sono certezze. Una altro pezzo di storia italiana migra verso altri lidi.
PERDIAMO I PEZZI La cosa era nell'aria da qualche tempo, ma adesso le speranze sono svanite del tutto. Un articolo riportato oggi sul quotidiano economico "il Sole 24Ore" conferma che un altro pezzo di Italia se ne va all'estero. Da mercoledì prossimo, la Benelli non avrà più un padrone italiano. La società di Pesaro (che fa parte del gruppo Merloni) è stata, infatti, ceduta ad un miliardario russo di 25 anni, Nikolai Smolenski, cui i motori evidentemente piacciono un sacco visto che possiede già la TVR (marchio di auto sportive inglesi). La cessione verrà ufficializzata proprio mercoledì prossimo con la fondazione di una nuova società che si sarebbe già impegnata ad assumere 30 degli attuali 50 dipendenti in cassa integrazione straordinaria. L'accordo prevede anche che la sede del marchio resti comunque a Pesaro.
UNA FAMIGLIA IN MOTO
Finisce così l'avventura di Andrea Merloni nel mondo delle due ruote, quella dei motori e delle moto in particolare è una vera e propria malattia per la famiglia (il fratello è impegnato in una avventura editoriale che pubblica un mensile e un portale specializzati sulle due ruote) e l'appassionato imprenditore aveva scommesso fortissimo sulla rinascita del marchio pesarese (nato nel 1921 ad opera della vedova Teresa Benelli). Dopo averlo acquistato ha lanciato prima la supersportiva Tornado e poi la naked TNT. Proprio quest'ultima ha riscosso un discreto successo grazie ad una linea ardita e alle notevoli prestazioni del suo tre cilindri. Purtroppo questo è un altro tassello da aggiungere al triste mosaico composto dalle apparizioni/sparizioni dei marchi storici Italiani. Non molto tempo fa la stessa sorte è toccata, ad esempio, alla Mondial, altra "meteora" delle due ruote (per adesso sparita e in mano all'imprenditore anglo/americano Andrew Wright).CREDIBILITÁ IN PICCHIATA Fatti come questo contribuiscono a minare ancor di più la credibilità dei piccoli marchi di stampo artigianale
che spesso e volentieri si presentano sul mercato con prodotti di alta gamma, certo molto affascinanti per il blasone che portano, ma proprio perché molto costosi non alla portata di tutti. Il continuo apparire e sparire di marchi non giova certo al mercato, con i tempi che corrono chi deve acquistare un certo tipo di moto ci pensa due volte, e grazie a questi eventi ci penserà una volta di più. Non ci resta che attendere ulteriori notizie su come Smolenski intenderà rilanciare il marchio.