Lo Yamaha NMax è un prodotto raffinato, con motore ad alzata variabile delle valvole. Consuma anche poco. Ottima la frenata: l'ABS è di serie.
Marca / Modello | Yamaha NMax 125 |
Prezzi a partire da: | 3.799 € |
Omologazione: | Euro5 |
Valutazione Media: |
Qualità La sensazione generale è più che buona, i particolari un po’ economici come gli ammortizzatori posteriori quasi non si notano
Guida cittadina La maneggevolezza del telaio e il grande angolo di sterzata aiutano ad affrontare con scioltezza le rotonde
Spazio gambe Serbatoio sul tunnel centrale: si abbassa il baricentro, ma resta posto per piedi al massimo di numero 42
Comfort Nelle buche profonde la forcella arriva spesso a fondo corsa, infastidisce avvertire il colpo secco acciaio-su acciaio
Il 125 consuma davvero poco (45 km/l) e costa meno della media, ma il 155 è più brillante e imbocca anche le strade a pedaggio.
Sportiva la tinta Anodized Red, più sobri ma per nulla anonimi sia il Milky White, sia l'opaco Matt Grey.
Lo Yamaha NMax è uno scooterino dal design moderno, ma privo di inutili orpelli. In particolare, è la porzione anteriore a essere molto ben sagomata. Alla base del progetto, un’intuizione geniale: i motoristi hanno eliminato i lunghi tubi che, nella configurazione classica, dalla termica del monocilindrico 4 tempi portano al radiatore, che nel caso dell’NMax è invece posizionato di fianco al motore stesso. Una ventola montata sull’estremità destra dell’albero motore, quindi sempre in funzione, aspira l’aria fresca e soffia quella calda verso terra. Grazie a questa soluzione tecnica è stato liberato parecchio spazio anteriormente, consentendo al Centro stile di disegnare lo scooter più liberamente. Una caratteristica interessante è poi il sistema di comando delle valvole a fasatura variabile.
L’accelerazione è buona, il 4 valvole è brillante nel prendere giri e muove i 127 kg in ordine di marcia con facilità, toccando in breve tempo i 100 km/h. Negli stop-and-go tipici della marcia nel traffico, l’NMax mostra poi tutte le sue qualità: la maneggevolezza del telaio aiuta ad affrontare con scioltezza le rotonde, e abbinata al grande angolo di sterzata viene in aiuto anche quando sgattaioli tra le auto ferme al semaforo. Le buche e il pavé mettono le sospensioni a dura prova: la forcella anteriore arriva a fondo corsa un po’ troppo spesso, meglio i doppi ammortizzatori posteriori, solo un po’ secchi nello smorzamento. Buona la frenata, assistita dall’ABS a doppio canale. Furba, infine, la protezione del silenziatore in plastica che si prolunga fin oltre il terminale: impossibile scottarsi.