La Z900 è l'ultima evoluzione di una dinastia di naked di successo, iniziata con la mitica Z750. Nonostante la fama di moto "da macho" la Z900 si è concessa aiuti alla guida, ride by wire e una bella strumentazione TFT con connettività. Le performance sono di ottimo livello, la ciclistica seppur semplice tiene il passo
Marca / Modello | Kawasaki Z900 |
Prezzi a partire da: | 10.390 € |
Omologazione: | Euro5 |
Valutazione Media: |
Motore: il 4 in linea della Z900 è elastico e fluido, ma quando lo si stuzzica tira fuori una grinta da felino in battuta di caccia.
Avantreno comunicativo: nonostante la componentistica non sia premium (sulla standard) l'avantreno è stabile, preciso e comunicativo
Dotazione: per tradizione la Z900 non è mai stata una moto super tecnologica, ma l'assenza di quickshifter e piattaforma inerziale iniziano a far storcere il naso ai più esigenti.
Setting sospensioni: il monoammortizzatore ha una risposta secca sulle asperità più pronunciate
La standard per chi punta tutto sul rapporto qualità prezzo, la SE è il top di gamma e giustamente costa di più ma ne vale la pena
Verde e nero sono quelli più indicati
Stile Sugomi, misure "importanti" e un bel motore a 4 cilindri da 948 cc, 125 CV (92 kW) a quota 9.500 giri/min e 99 Nm a 7.700 giri/min. La Z900 rimane una moto che punta sul piacere di guida senza rinunciare a tecnologia e aiuti alla guida utili come il controllo di trazione, il ride by wire e i riding mode, tutto personalizzabile tramite app o display TFT. Il telaio è un traliccio in tubi d'acciaio, il forcellone in alluminio, mentre il comparto sospensioni è composto da un monoammortizzatore – regolabile nel precarico e nell’estensione – e da una forcella a steli rovesciati da 41 mm, anch’essa regolabile nel precarico e nell’estensione. L'impianto frenante è Nissin: davanti due dischi a margherita da 300 mm con pinze a quattro pistoncini, dietro un disco da 250 mm e una pinza flottante a singolo pistoncino. Sulla SE ci sono sospensioni pregiate e freni Brembo.
La posizione in sella è naturale, con il busto leggermente proteso verso il largo manubrio e le pedane piuttosto centrali: un compromesso tra guida sportiva e confort quotidiano. Nonostante sia tra le più pesanti del segmento si reisce a disimpegnare a dovere anche nell'uso cittadino, dove s'apprezza anche l'elasticità tipica del 4 in linea Kawasaki. Il suo pane sono le curve a medio raggio, qui l'avantreno comunicativo e granitico emerge e si fa apprezzare mentre nel misto il peso la rende piuttosto fisica nei rapidi cambi di direzione. Sullo sconnesso, la taratura sportiva del posteriore la penalizza, mentre per il motore e il cambio non ci sono appunti da fare, entrambi promossi. Peccato non ci sia il quickshifter nemmeno nel catalogo degli accessori.