Già in vigore il decreto per nuovo esame europeo, ma le autoscuole sono in ritardo. Fino a gennaio, prove secondo vecchia normativa
FERMI TUTTI Via libera all'esame moto ''2.0'', anzi no. Come spesso accade, tra realtà e tavole della legge la discrepanza è incolmabile, o comunque recuperabile solo in tempi lunghi. E così, le nuove prove pratiche per conseguire la patente A slittano a gennaio 2019. Pubblicato il 26 settembre il decreto ministeriale per recepire il nuovo quadro normativo europeo, entrato esso in vigore (come prassi) 15 giorni dopo, ora il Ministero stesso posticipa l'applicazione con circolare apposita. Perché la Motorizzazione è pronta, le autoscuole invece no. Un rapido excursus.
DUE PESI, DUE MISURE
Essenzialmente due le ragioni che hanno ispirato lo slittamento. Innanzitutto, le prove di abilità del nuovo esame pratico per la patente moto richiedono spazi superiori, per di più con asfalto perfetto, condizione che mette in crisi numerose scuole guida (si parla di quasi la metà delle strutture nazionali). Secondariamente, il passaggio immediato a una differente tipologia di esame penalizzerebbe tutti coloro che nel frattempo si erano esercitati secondo il modello passato. Da qui l'iniziativa di concedere qualche mese in più. Per adeguare le aree test, lato autoscuole, o la preparazione individuale, lato candidati.
ABOLITA ''ZONA 30''
Ma in cosa consiste, più di preciso, la riforma dell'esame pratico per patente A? Sostanzialmente, due sono le differenze rispetto al protocollo precedente: velocità di esecuzione di 50 km/h anziché 30 km/h, differente raggruppamento degli esercizi in spazio chiuso. A corollario, annullate le differenze tra le prove per patente A1, A2 ed A: le caratteristiche del percorso (ovvera le distanze tra i birilli) saranno d'ora in avanti identiche in tutto e per tutto.
ALLA PROVA DEI BIRILLI
Il primo test si chiama “di equilibrio a velocità ridotta e di passaggio in corridoio stretto”. Il candidato è chiamato dapprima a cimentarsi in uno slalom classico, terminato il quale il patentando deve descrivere, nel modo più preciso e regolare possibile, un arco attorno al cono posto in posizione centrale. Segue il transito all'interno del corridoio stretto, esercizio da eseguirsi in un tempo non inferiore ai 15 secondi. Se si toccano uno o più coni, se si salta un cono durante lo slalom, inoltre se si esce dal percorso, si mette un piede a terra, in generale si coordina la guida in modo irregolare, l'esaminatore estrae il cartellino rosso.
CI VUOLE OCCHIO
Si arriva così alla seconda parte del test, quella che misura “equilibrio, superamento ostacolo e frenata”. Nell'ordine, il regolamento prevede sempre di effettuare uno slalom, per poi passare tra tre coni sistemati al centro della pista, infine di percorrere un secondo corridoio generato da una fila di coni distanziati di 1 metro, fino ad arrestare il veicolo in modo tale che la ruota anteriore superi il primo allineamento, ma non il secondo. Gli errori che determinano l'esito negativo sono i medesimi della prova numero uno, più l'imperfetto allineamento in fase di frenata, e un ''tempo sul giro'' superiore ai 25 secondi. A tutti voi che ambite a mettere la vostra firma su quel cartoncino rosa, buon allenamento.