FINO ALLA FINE Chi cambia l'auto ogni due anni, chi ha un leasing o un noleggio a lungo termine non corre di questi rischi, ma per chi l'auto la tiene finché non muore - l'auto, non l'automobilista - arriva un momento in cui anche le più banali riparazioni rischiano di costare più del valore dell'auto. E quando succede, chi può cambia vettura (qui qualche consiglio, se vi trovate in quella situazione); chi non può... continui a leggere: magari riesco a farvi risparmiare sulle riparazioni, con le dritte che io stesso ho imparato nel corso degli anni.
PRIMO, LA DIAGNOSI Prima mossa, cercare di capire qual è il problema. Utile una visita dalla concessionaria ufficiale: in teoria vi lavorano i meccanici con più esperienza sul modello specifico e potrebbero individuare il guasto più facilmente. Cercate di farvi fare un preventivo, anche spannometrico e a voce: giusto per chiarirvi le idee su cosa va fatto e quali parti si intende sostituire. Sappiate che sulle riparazioni la tendenza è questa: individuare il componente difettoso e sostituirlo d'ufficio con il ricambio ufficiale: non l'ingranaggio, la puleggia o il cuscinetto danneggiato, ma l'intero assemblato come l'alternatore, il compressore del climatizzatore e così via. Il tutto senza preoccuparsi che, magari, sia possibile, con un ricambio da pochi euro e poche ore di lavoro in più, ripristinare il funzionamento dell'assemblato originale.
I NUMERI DELLA TRAGEDIA Attenzione, non sto dicendo che la strada generalmente suggerita dalle concessionarie ufficiali sia sbagliata: tutt'altro. In genere è quella che ottimizza i tempi e garantisce i migliori risultati. Ma è altrettanto vero che per auto iper chilometrate e ultra decennali, a volte, non ne vale la pena. Per fare un esempio pratico, la mia utilitaria vale oggi l'incentivo rottamazione. Per un alternatore, la richiesta dell'assistenza ufficiale è di circa 600 euro. Per un compressore clima si superano gli 800 euro iva esclusa, a cui bisogna sommare la manodopera, lavaggio e ricarica del circuito e filtro essicatore. Totale, mal contati, 1.200 euro.
Officina meccanica vintage - foto di Martin Vorel
ALLA RICERCA DEI RICAMBI Con un po' di pazienza e le ricerche giuste, accontentandosi di componenti revisionati o di recupero dai demolitori, è possibile tagliare la spesa di parecchio. Anche del 75%, nel caso specifico. Quanto potreste risparmiare lo capirete, prima di tutto, andando a cercare voi i ricambi adatti: non è necessario che li compriate, ma almeno che sappiate quanto valgono sul mercato. Per farlo, avete bisogno della targa o del libretto (carta di circolazione, qui una guida alla sua lettura) dell'auto danneggiata: qui, alla voce D1, troverete il codice con cui la Casa indica il modello specifico, che vi servirà per la ricerca del ricambio.
PREPARATI AL PEGGIO I ricambi - originali e non - si trovano facilmente online. Due siti utili da consultare per le vostre ricerche sono Autoparti.it e Auto-doc.it, giusto per citare quelli che consulto io (accetto volentieri segnalazioni, se ne avete: non si finisce mai di imparare). Qui, inserendo la targa, oppure marca, modello e versione (ecco perché vi serve il codice riportato a libretto), potrete facilmente individuare i componenti necessari alla riparazione e farvi un'idea del costo dei materiali.
SCELTA RAGIONATA Avendo un'idea anche grossolana della spesa vi sarà più facile contattare telefonicamente tutte le officine di zona, per capire quanto i loro preventivi si discostano da un'ipotetica spesa minima. Attenzione, fin qui avrete potuto stimare il costo dei ricambi, ma vi manca di sommare la manodopera: qualche domanda aggiuntiva ai meccanici che contattate vi potrà chiarire quante ore ci vogliono per l'intervento e il costo orario dell'assistenza. Poi, il suggerimento è di rivolgervi al miglior offerente, ma senza avere la pretesa di portargli voi i ricambi. Questo perché nessun meccanico potrà essere ritenuto responsabile dei pezzi che gli fornite voi. Io, in questo modo, mi sono trovato bene. Raccontatemi le vostre esperienze...
Foto: copertina di Ryan McGuire, Pixabay; nel servizio, Martin Vorel, Libreshot