DOMANDE & RISPOSTE Il recente rinnovo degli incentivi statali dà forza all’idea di mettersi in box un'auto elettrica o una plug-in hybrid. Anche l’offerta si è decisamente fatta più ricca, con modelli che spaziano dalle city car come Twingo E.Z. (qui i prezzi e gli allestimenti) ai maxi SUV come Tesla Model X (clicca per leggere la prova su strada), senza contare le novità in arrivo nel 2021. Ma come si ricarica un’auto elettrica da casa o dalle colonnine? Come pagare a queste ultime? Basta una sola tessera (card) o ne servono diverse per potersi servire dai vari gestori? Esistono app per gestire i pagamenti? Le risposte a tutte le domande.
QUANTE COLONNINE CI SONO IN ITALIA?
POSSO RICARICARE IN AUTOSTRADA?
UN MODO NUOVO DI FARE IL PIENO
Guida ricarica BEV: smart park and charge
COME SI RICARICA ALLE COLONNINE
Come spiego più in basso, il modo più furbo e sostenibile per ricaricare le auto elettriche è a casa, in garage (qui la nostra guida sulla ricarica domestica), e le colonnine dovrebbero essere impiegate solo in emergenza o per consentire spostamenti a lungo raggio. Nondimeno, se mi trovo per strada e le batterie della mia auto elettrica stanno per scaricarsi, come faccio a fare il pieno presso le stazioni pubbliche? Le colonnine, a differenza dei distributori automatici di benzina o gasolio, non funzionano con il bancomat o la carta di credito, e neppure con i contanti. Si attivano e si pagano con apposite tessere in cui è nascosto un chip RFID: nessuna fessura in cui infilarle, basta avvicinarle alla piastra con il simbolo del wireless sulla colonnina per poter collegare il cavo - quello dell'auto - e avviare il rifornimento. Peccato che, sempre a differenza dei distributori tradizionali, non basta una sola tessera per pagare presso tutte le colonnine: ogni gestore (Enel, A2A, Duferco, ecc.) vuole la sua. Ma tra app e offerte studiate dalle Case automobilistiche esistono soluzioni che permettono di aggirare, almeno in parte, il problema. In attesa che venga trovato uno standard condiviso da tutti gli operatori.
LE APP PER LA RICARICA
In principio ci aiutavano solo a trovare le stazioni di ricarica nelle vicinanze e a pianificare i viaggi a emissioni zero. Oggi le app possono anche semplificarci la vita quando si tratta di usare le colonnine pubbliche e pagare la ricarica. Tante le proposte, tra cui Open Charge Map, Evway, Recharge Around, D-Mobility. Ma proprio perché ce ne sono tante, soffermiamoci sulle più diffuse e utilizzate.
NEXTCHARGE (iOS e Android, gratuita)
Nextcharge è l'app di una rete in espansione, slegata da uno specifico operatore e che permette di sfruttare un’unico strumento (c'è anche la tessera) per ricaricare l'auto dalle colonnine di fornitori diversi: con un pagamento elettronico che si appoggia alla vostra carta di credito. Naturalmente permette di trovare sulla mappa i punti di ricarica più vicini alla vostra posizione o quelli lungo un percorso prestabilito. Per ogni colonnina indica gestore, costi e orari, oltre che le valutazioni degli utenti. È possibile raffinare la ricerca limitandola a un determinato operatore, a una certa distanza, a un costo massimo per kWh, ecc. E per evitarvi viaggi a vuoto, indica chiaramente se le colonnine evidenziate sulla mappa appartengono o meno alla rete Nextcharge, e che quindi richiedono app o card dedicate per funzionare.
Guida ricarica BEV: le app per la ricarica
PLUGSHARE (iOS e Android, gratuita)
Simile a Nextcharge è l'app PlugShare, che permette di trovare e utilizzare colonnine in tutto il mondo. L'archivio ne ha in memoria più di 300mila. Anche lei mette a disposizione numerosi filtri e opzioni per raffinare la ricerca, e in fase di ricarica consente di monitorare l’andamento delle operazioni e gestire i pagamenti con il telefono (se supportato dall’operatore). In più mostra anche le fotografie della zona in cui è ubicato il punto di ricarica, per agevolare la ricerca.
JUICEPASS (iOS, Android, gratuita)
JuicePass è l'app ufficiale di Enel X e per questo non posso fare a meno di menzionarla, anche se il parere degli utenti e le prove effettuate in redazione confermano che - almeno per ora - non ha un funzionamento impeccabile. Sulla carta permette di scegliere il tipo di colonnina di cui si ha bisogno in base all’attacco della propria vettura, di conoscere gli orari di accesso, i costi e di sorvegliare in tempo reale le operazioni di ricarica. E permette anche di prenotare una postazione, così da essere sicuri di trovare la presa libera quando serve. juicepass non funziona solo con le colonnine Enel X (in Italia e all'estero), ma anche con quelle private. Contattato in materia, il call center promette un aggiornamento in tempi brevi che dovrebbe risolvere i numerosi bug della versione attuale.
QUANTO COSTA LA RICARICA: TARIFFE FLAT E A CONSUMO
Prima di tutto una dritta: molti grandi centri commerciali offrono gratis la ricarica alle auto elettriche tramite colonnine installate nei loro parcheggi. Ma se non avete in programma di fare la spesa, districarsi tra le offerte dei gestori delle colonnine pubbliche non è facile. I costi e le modalità di ricarica sono molto vari, con offerte di ogni genere, e che cerchiamo di riassumere nelle prossime righe. Si può optare per la modalità a consumo (si paga per quanta corrente si usa) oppure flat (pagando un fisso mensile/annuale per un certo numero di ricariche o di energia prelevata). Le tariffe poi possono variare molto in base all’operatore, alla tipologia di colonnina e alla velocità di ricarica. In genere, con gli abbonamenti flat il costo per kWh erogato è più basso, mentre aumenta al crescere della potenza erogata, che di suo permette di accelerare la ricarica nelle automobili compatibili (qui la nostra guida al calcolo dei tempi di ricarica) Il rapporto del Politecnico stima un costo medio per kWh che oscilla tra gli 0,4 e gli 0,5 €/kWh, quindi circa il doppio rispetto alla ricarica - più lenta - dalla presa domestica di casa. Vediamo le principali offerte disponibili.
Guida ricarica BEV: la card Enel X
ENEL X Il gestore con il maggior numero di colonnine sparse sul territorio italiano, circa 8.170. Quattro le tipologie di potenze, dai 22 kW agli oltre 50 kW delle High Power Charger. Tre le tariffe disponibili, che trovate nelle tabelle qui sotto: il prezzo per kWh erogato passa da 40 centesimi nel caso dell'opzione a consumo a poco meno di 36 centesimi per l'abbonamento Small, per arrivare a 31 centesimi nel caso della Flat Large. A ciò si aggiunge un’opzione chiamata Premium per la tariffa a consumo che consente, a fronte del pagamento di 25 € una tantum, di poter prenotare il punto di ricarica desiderato.
Enel X flat | Flat Small | Flat Large |
Canone mensile | 25 euro | 45 euro |
Soglia di ricarica | 70 kWh | 145 kWh |
kWh in eccesso | tariffa a consumo | tariffa a consumo |
Enel X a consumo | Base |
Ricarica AC | 0.40 € |
Ricarica DC | 0.50 € (fino a 50 kW) |
High Power Charge | 0.79 € (oltre i 50 kW) |
IONITY È ancora una realtà piuttosto piccola da noi (una decina le stazioni operative, altrettante in costruzione) ma è anche quella a più alto tasso tecnologico. Ionity è un network europeo di stazioni di ricarica ad alta potenza, fino a 350 kW per le auto in grado di sfruttarli, fondato da BMW, Mercedes, Ford e Volkswagen, a cui si sono uniti di recente anche Hyundai e Kia. I costi non sono tra i più accessibili (0,79 €/kWh al netto di offerte e convenzioni), compensati però dalla rapidità del rifornimento: una Audi e-tron riesce a ricaricare da queste colonnine l’80% della batteria in meno di mezz’ora. Non pensate però di poter fare lo stesso con tutte le auto elettriche in circolazione: la massima velocità di ricarica è determinata dal valore più basso tra la potenza accettata dal caricabatterie di bordo e la potenza erogata dalla colonnina.
Guida ricarica BEV: card A2A
A2A Per i clienti privati che vivono in Lombardia segnalo, come particolarmente allettante, l’offerta di lancio della rete e-Moving di A2A. Oltre cinquecento punti di ricarica dislocati tra Milano, Bergamo, Brescia, Cremona, Rovato e Valtellina, la cui corrente è prodotta con energia rinnovabile al 100%. Molte colonnine offrono la ricarica in corrente continua (50 kW) e alternata (22 kW). L’offerta è vantaggiosa per i privati, perché tolti 15 € di attivazione della tessera con cui sbloccare le colonnine, viene richiesto un solo canone mensile di 5 €, che permette di ricaricare gratuitamente il proprio veicolo quante volte si vuole. La card è nominale e associata alla targa della propria auto. Per i clienti business l’offerta prevede un costo a kWh pari a 0,40 € IVA esclusa. L'app gratuita è disponibile nei principali app store (qui e-Moving per iOS e qui la versione per Android).
BE CHARGE Be Charge è un network di punti di ricarica con 2.529 colonnine (1.095 utilizzabili da app) a corrente alternata da 22 kW. È possibile pagare a consumo, 0,45 euro / kWh erogato (0,50 euro per le colonnine Fast Charge), oppure iscriversi a uno dei piani flat, che abbassano il costo al kWh fino a 38 centesimi, se riuscite a sfruttare tutto il credito mensile. Anche qui c'è l'app gratuita sia per iOS sia per Android (Be Charge per iOS, qui Be Charge per Android).
Be Charge flat | Be 50 | Be Super100 |
Canone mensile | € 21,00 | € 38,00 |
kWh erogati | 50 kWh | 100 kWh |
DUFERCO ENERGIA L’operatore ligure mette a disposizione oltre 10.000 colonnine sparse su tutto il territorio nazionale, e prevede diverse tipologie di offerta. L’opzione Ricaricabile a consumo con carta prepagata prevede tre diverse soglie: 40 euro + IVA per 100 kWh (quasi 49 centesimi al kWh); 75 euro + IVA per 200 kWh (quasi 46 centesimi al kWh); 140 euro + IVA per 400 kWh (poco meno di 43 centesimi al kWh). Di seguito, invece, lo specchietto riepilogativo della tariffa Flat, che porta il costo del kWh fino a 10 centesimi per i primi 5 mesi e 20 centesimi per il periodo successivo.
Duferco Energia | Flat |
Canone mensile | 25 € + IVA (50 € dopo i primi 3 mesi) |
Costo al kWh | 0.10 €/kWh |
Limite di ricarica | 300 kWh/mese |
LE OFFERTE DELLE CASE
Per aiutare i propri clienti a districarsi tra le mille offerte e promozioni, sempre più spesso le case automobilistiche danno vita a servizi e network esclusivi, con tariffe dedicate e la possibilità di ricaricare presso più di un operatore senza dover tenere in auto una cartucciera di carte differenti.
Guida ricarica BEV: le colonnine FC Ionity
AUDI Il programma Audi e-tron Charging Service consente di accedere, con la card fornita dalla Casa dei Quattro Anelli, a 9.500 punti di ricarica in Italia e 135.000 in tutto il mondo. Funziona con le colonnine di diversi gestori, rintracciabili tramite l'app myAudi (qui la versione iOS, qui l'app per Android), che fornisce anche indicazioni su orari, disponibilità, tipo di attacco, ecc.
Audi | Tariffa City | Tariffa Transit |
Canone mensile | € 4,95 | € 17,95 |
Ricarica AC | 0,45 €/kWh | 0,45 €/kWh |
Ricarica DC | 0,54 €/kWh | 0,54 €/kWh |
IONITY | 0,79 €/kWh | 0,31 €/kWh |
BMW La casa di Monaco offre una soluzione che comprende, con l’acquisto di un’auto elettrica BMW, il cavo per le colonnine pubbliche (Mode 3) e la BMW Charging Card per l’accesso a 9.500 punti di ricarica in Italia. La app è disponibile per iOS e in versione Android.
FORD L'app Fordpass (qui i link per scaricarla in versione iOS e per Android) al momento si occupa di un sacco di cose, ma non della ricarica dell’auto. Un aggiornamento in arrivo nei prossimi mesi permetterà ai clienti dei veicoli elettrici e plug-in della casa dell’Ovale Blu di rifornire l’auto presso oltre 125.000 stazioni FordPass Charging Network in ventuno paesi nel mondo.
Guida ricarica BEV: una Mercedes in carica
MERCEDES-BENZ Il programma Mercedes me Charge permette di accedere a numerose stazioni di ricarica pubbliche in tutta Europa (città, centri commerciali, hotel e aree di servizio), senza necessità di app sul telefono o schede: come per Tesla, il sistema è gestito direttamente dall’automobile. È comunque possibile installare l’app anche sullo smartphone. Il sistema mostra posizione, disponibilità e prezzo della stazione di ricarica scelta. Per quanto riguarda le colonne Ionity, i clienti Mercedes possono accedere alla ricarica rapida del suo consorzio al prezzo di 0,29 euro/kWh per un anno, al termine del quale è possibile mantenere la stessa tariffa pagando un canone di abbonamento, oppure passare alla tariffa di 0,79 euro/kWh.
NISSAN La casa giapponese si appoggia al servizio ChargeMap Pass che permette di accedere ai punti di ricarica di diversi gestori. L'app è gratuita, per iOS e Android, la card non ha canone (solo un costo di attivazione di 19,90 euro), mentre i costi di ricarica sono quelli delle colonnine a cui ci si attacca. Il navigatore di Nissan Leaf offre diverse funzioni e filtri per fare ricerche in base alla distanza, al tipo di caricatore e ai metodi di pagamento utilizzati.
SMART Sono sempre di più i parcheggi che offrono aree di sosta con colonnine di ricarica. Smart propone una app (gratuita, per iOS e Android) con il servizio “ready to park and charge”, tramite il quale prenotare una colonnina in un parcheggio (la prenotazione vale per 15 minuti), lasciare l’auto in carica e pagare la sosta quando si va via.
TESLA La casa di Palo Alto ha la propria rete di ricarica, denominata Supercharger, utilizzabile solo dai proprietari di una Tesla, con un costo di 0,30 euro/kWh. Chi ha una delle auto elettriche americane può ricaricarla presso altre colonnine, ma la casa automobilistica non prevede convenzioni particolari o sistemi di pagamento trasversali con altri gestori. Occorre quindi attrezzarsi per conto proprio.
Guida ricarica BEV: una ID.3 in carica
VOLKSWAGEN Facendo parte dello stesso gruppo di Audi, e vista la forte spinta elettrica di quest’ultimo periodo, anche Volkswagen ha presentato il suo “programma fedeltà” per le auto elettriche, analogo a quello Audi, con app dedicata We Connect (iOS, Android).
Volkswagen | We Charge Free | We Charge Go | We Charge Plus |
Modelli | (tutti i veicoli) | modelli ID. | modelli ID. |
Canone mensile | € 0,00 | € 7,49 | € 17,49 |
Ricarica | Prezzo individuale + 0,30 € per ricarica | Prezzo individuale + 0 € per ricarica | Prezzo individuale + 0 € per ricarica |
Validità contratto | illimitata | 12 mesi | 12 mesi |
Costi di attivazione | € 0,00 | € 0,00 | € 0,00 |
VOLVO Non ci sono offerte specifiche, ma la casa svedese rimborsa un anno di ricarica della propria auto (elettrica o plug-in hybrid). Il rimborso avviene una tantum, calcolato sul prezzo medio al consumatore dell’energia elettrica in Italia.
QUANTE COLONNINE CI SONO IN ITALIA?
Guida ricarica BEV: ricarica alle colonnine
Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Energy & Strategy Group del Politecnico milanese nel suo rapporto relativo alla Smart Mobility, nel mondo ci sono circa 540.000 punti di ricarica pubblici, di cui 140.000 di cosiddette colonnine Fast Charge (più veloci, con potenza erogata superiore a 22 kW), con una crescita del 25% rispetto all’anno precedente. In Europa i punti di ricarica sono circa 160.000 (di cui il 15% fast charge).
IN ITALIA Qui da noi si stima che i punti di ricarica siano circa 8.200, divisi tra pubblici (circa 3.500) e privati ad accesso pubblico (alberghi, supermercati), con una grande disomogeneità tra regioni: nel solo Nord Italia è installata più della metà delle colonnine complessive, e più di mille nella sola Lombardia. Quasi tre colonnine su quattro sono nelle grandi città e nelle aree urbane. Sul totale dei punti di ricarica presenti in Italia, infine, circa l’80% è con potenze di ricarica minori o uguali a 22 kW, mentre solo una su cinque è Fast Charge, con potenza superiore ai 22 kW. Il numero di punti di ricarica è in continua crescita, grazie agli investimenti sempre maggiori di aziende, amministrazioni e case automobilistiche. Il nuovo rapporto del Politecnico è atteso a breve, e avrà numeri più aggiornati (le case automobilistiche comunicano cifre prossime alle 10.000 colonnine).
DOVE TROVO LE COLONNINE?
Guida ricarica BEV: app Mercedes per ricarica
Sapere dove si trovano le colonnine di ricarica è fondamentale, se non avete la possibilità di ricaricare l’auto a casa, o nel caso di viaggi lunghi, dove la pianificazione delle tappe diventa fondamentale. Sempre più automobili integrano funzionalità avanzate nel navigatore che permettono di inserire una destinazione e lasciare al software il calcolo delle eventuali soste necessarie, sulla base dei consumi e della distanza da percorrere. In generale, i sistemi di navigazione delle auto 100% elettriche (BEV) - ormai quasi tutti connessi a internet - prevedono la ricerca esplicita delle colonnine di ricarica. In alternativa, ci si può affidare a una delle molte app per smartphone dedicate esplicitamente a questa funzione (vedi sopra).
POSSO RICARICARE IN AUTOSTRADA?
Al momento non è possibile ricaricare un'auto elettrica in autostrada, a meno di possedere una Tesla (e anche in questo caso, le stazioni di servizio con i Supercharger non sono moltissime). All'inizio dell'anno, Autostrade per l'Italia aveva presentato un piano per la realizzazione di diverse stazioni di ricarica con potenza fino a 350 kW in 67 stazioni di servizio della rete autostradale, pari a circa il 31% su un totale di 200. L'idea è riuscire ad avere una stazione per la ricarica veloce Fast Charge ogni 90 km, così da poter pianificare viaggi lunghi in tutta serenità. Il pianoGreen Station è stato poi ulteriormente approfondito nel mese di marzo, durante le discussioni circa il rinnovo della concessione delle autostrade ad Atlantia (era una delle condizioni per il via libera del Governo). L'arrivo della pandemia di coronavirus (qui lo speciale su come gestirlo in auto) ha però ritardato tutto. Le previsioni attuali sono di rendere operativa questa rete di ricarica entro il 2023; al momento il servizio è attivo in via sperimentale presso le Aree di Servizio Frascati Est e Ovest (Autostrada A1 tratto Roma sud – San Cesareo).
UN MODO DIVERSO DI FARE IL PIENO
Con le auto a benzina o gasolio siamo abituati a fare rifornimento perlopiù quando si accende la spia della riserva, o comunque il livello del carburante scende sotto una certa soglia. Con un’auto elettrica, invece, occorre cambiare mentalità e pensare ai rifornimenti ancora prima di partire. In generale, la ricarica domestica è da preferirsi: sia per i costi, che in genere sono tra i più favorevoli, sia per la comodità di poterla gestire senza troppi affanni. Dal momento che le colonnine pubbliche sono ancora poche e che i tempi di una ricarica - anche veloce - sono molto più lunghi di quelli per la benzina, dover affrontare la fila alla stazione di ricarica non è ideale. Come si ricarica a casa un'auto elettrica?
A CASA: LA RICARICA NEL BOX
Si tratta della soluzione più semplice e immediata, nonché quella più economica, per ricaricare la propria auto elettrica. Per farlo, però, è indispensabile avere almeno un box, o un luogo tranquillo dove poter parcheggiare l’auto. È anche la soluzione più lenta, perché la quantità di corrente erogata da un contatore domestico è comunque limitata, ed è quindi richiesto più tempo perché le batterie si ricarichino al massimo.
Guida ricarica BEV: la ricarica nel box
TEMPI E POTENZE Di base, non serve modificare il contratto casalingo per poter ricaricare l’auto. Va bene anche un contratto standard da 3,5 kW, ma occorre prestare molta attenzione agli altri carichi impegnati sul contatore, per evitare che salti la corrente. Si può chiedere al proprio gestore di aumentare la potenza del proprio contatore, a 4,5 kW o 6 kW. Attenzione, però: l’aumento della potenza complessiva del contatore potrebbe comportare un rincaro della bolletta (aumentano canone, contributi fissi ecc.).
TEMPI DI RICARICA Per sapere quanto tempo ci vuole - almeno indicativamente - per ricaricare l’auto basta una semplice divisione: il numero di kWh di capacità della batteria per la potenza erogata dalla spina di casa. Supponendo di avere un’auto con una batteria da 36 kW, e una presa che eroga 3,6 kW, una ricarica completa richiede 36 kWh / 3,6 kW = 10 h. Ricordate però che una presa di corrente domestica non è solitamente dimensionata per assorbire così tanta potenza, e per così tanto tempo. Meglio prevedere, se non un impianto ad hoc, almeno l’installazione di una presa industriale (vedi capitolo Wallbox).
Guida ricarica BEV: una wallbox Jeep
QUANDO RICARICARE Tenendo conto di quanto detto sopra, occorre prestare attenzione a cosa sta “andando”, prima di mettere in carica l’auto, evitando sovrapposizioni con elettrodomestici con una potenza assorbita importante (lavatrice, lavapiatti, forno ecc.). Il consiglio di ricaricare l’auto di notte può essere valido, a patto che non siate soliti fare le lavatrici mentre tutti dormono. Insomma, occorre un minimo di pianificazione. Sul fronte dei costi, controllate bene anche il vostro contratto: alcuni prevedono la cosiddetta tariffazione per fasce orarie, che abbassa (o addirittura annulla) il costo per kWh nelle ore notturne, e può quindi essere utile una pianificazione intelligente della ricarica. Molte vetture permettono di programmare quando far partire in automatico la ricarica, sia tramite un menu nel sistema di infotainment sia tramite l'app dedicata del veicolo, così da ridurre al minimo la spesa.
COSTI Per quanto riguarda i costi, le tariffe possono variare molto da un gestore all’altro, e anche dalla fascia oraria in cui si effettuano le ricariche. Mediamente, è consuetudine valutare in 20 centesimi (0,2 euro) il costo di un kilowattora. Fare i conti sui costi effettivi di una ricarica è quindi abbastanza semplice: si moltiplica il costo di un kWh per la capacità (espressa sempre in kWh) della batteria dell’auto. Ipotizzando una capacità di 50 kWh, una ricarica completa (da 0 al 100%) costa quindi 0,20 euro x 50 = 10 euro.
LA CAPACITÀ VERA DELLA BATTERIA Il costo così calcolato - è bene dirlo - è solo una stima, perché nessun'auto elettrica prosciuga del tutto la batteria così da evitarne l'usura eccessiva. Il ''serbatoio'' effettivamente utilizzabile è insomma più piccolo di circa il 10/15% rispetto alla capacità nominale dell'accumulatore. Quindi la potenza effettivamente assorbita dovrebbe essere inferiore ai kWh indicati per la batteria. La ricarica, però, richiede che quest'ultima sia mantenuta in un range di temperature ottimale: così come l'elettronica di controllo, che a sua volta assorbe corrente. Quindi non stupitevi se i kWh assorbiti per ogni ricarica eccedono la capacità della batteria effettivamente messa a disposizione dell'utente (e quindi consumata durante la guida).
DALLA PRESA DOMESTICA SI USA IL CAVO EVSE
Guida ricarica BEV: cavo EVSE
Ogni auto elettrica prevede, in dotazione, almeno il cavo EVSE (electric vehicle supply equipment), che permette di collegare l’auto a una comune presa di corrente domestica. Questa modalità di ricarica viene chiamata “Modo 2”. La spina è tipicamente una Shuko. Lungo il cavo, solitamente a poche decine di cm dalla spina, si trova una scatola di controllo che si occupa di far “dialogare” l’impianto elettrico con l’automobile, e integra dispositivi di sicurezza che intervengono in caso di malfunzionamenti, picchi di corrente ecc. Quasi tutti i cavi regolano automaticamente la potenza, impostando quella più alta disponibile. È però possibile, tramite la app o l’interfaccia dell’auto, regolare la potenza massima assorbita, per esempio abbassandola a 1,8 kW (la potenza massima è in genere di 7,4 kW). In questo caso diminuisce il rischio di far saltare la corrente, ma aumenta in proporzione il tempo necessario a caricare le batterie. Per capirci, pensate a quando aprite un rubinetto per riempire la vasca da bagno: meno acqua scende, più tempo ci vuole. Il cavo EVSE può anche servire in caso di emergenza, ma tenete presente che la normativa vigente vieta l’uso di questi dispositivi in luoghi pubblici (o accessibili al pubblico).
A CASA CON LA WALLBOX
Guida ricarica BEV: una wallbox Volkswagen
La soluzione più sicura, veloce ed efficace per la ricarica della propria auto elettrica a casa è ricorrere a una wallbox: oltre a garantire una maggior sicurezza nell’utilizzo prolungato per diverse ore, i modelli più recenti sono dotati di un computer interno che si occupa di regolare automaticamente la potenza assorbita così da non pregiudicare la tenuta del contatore, adattandola in base a quella utilizzata nell’abitazione. La wallbox dev’essere installata da un elettricista qualificato, che si occupi anche di tutte le verifiche tecniche di fattibilità del caso. Se possedete un impianto fotovoltaico, inoltre, alcune wallbox permettono di utilizzare solo la corrente dei pannelli solari, con costi ancor più ridotti.
GLI INCENTIVI FISCALI PER LA WALLBOX
Con il Decreto Rilancio del 20 maggio scorso, il Governo ha introdotto (art. 119) la possibilità di portare in detrazione fiscale - in cinque anni - il 110% delle spese sostenute per l’installazione di una wallbox, purché rientranti in opere di ammodernamento complessivo (altrimenti la detrazione rimane al 50%, come da decreto gennaio 2020). La spesa per l’installazione non deve superare i 3.000 euro massimi, dev’essere documentata e sostenuta tra il 1 luglio e il 31 dicembre, e riguarda:
- L’acquisto della wallbox
- L’installazione della wallbox
- L’aumento di potenza del contatore, fino a un massimo di 7 kW