C'è chi, partendo alla ricerca di reperti storici su quattro ruote, passa in rassegna autosaloni, aste specializzate o collezioni di famosi e facoltosi appassionati. Poi c'è anche chi, pur animato dallo stesso scopo, segue piste assai più... strane. E si avventura alla ricerca del più classico ''ago nel pagliaio''. Ed è proprio il caso di colui al quale si deve il ritrovamento, lo scorso novembre, di uno dei primissimi esemplari di De Tomaso Pantera: se il tuo nome è Tom Cotter, ma ti fai chiamare Barn Find Hunter (letteralmente, cacciatore di fienili), un motivo ci sarà. Ed è proprio da qualche parte all'interno di un'enorme fattoria della Carolina del Nord, che la preziosa Pantera del '72 venne scovata da Tom e suo figlio Brian, protagonisti della web series Barn Find Hunter di Hagerty Media. Alcuni di voi, a proposito del curioso episodio, forse appresero già allora. Bene, perché vanno in onda i ''sequel''. Cioè il processo di restauro vero e proprio. La puntata del ritrovamento, intanto, è questa: clicca Play qui sotto.
L'APPARENZA INGANNA Delle ottime condizioni e dalla conservazione delle parti originali della Granturismo modenese anni Settanta, Tom e Brian rimasero proprio stupiti. Dopotutto, prima di venire abbandonata in una stalla per i successivi 45 anni, l'auto era rimasta in funzione giusto 5 o 6 anni. Tuttavia, dopo una lunga serie di acrobazie e scossoni per liberare la Pantera dal proprio nascondiglio, Tom e Davin Reckow del programma Redline Rebuild di Hagerty scoprirono ben presto che il veicolo, per ritornare in forma, richiedeva molto più lavoro del previsto. Diagnosi: il motore, un Ford 351 Cleveland V8 di 5.763 cc, era grippato (vedi, sotto, la puntata).
CRIO-TERAPIA Uscito solo alcuni giorni fa, il nuovo capitolo dell'avvincente ''reality'' vede dunque Davin impegnato a rimettere in sesto il massiccio ottovù Ford, mentre Tom cerca un modo per pulire il vano motore e il sottoscocca di una Pantera così anziana, ma ancora così affascinante. Poiché Tom vuole a tutti i costi preservare la finitura originale del veicolo, ha bisogno di una tecnica di pulizia non abrasiva: la crio-sabbiatura sembra essere una soluzione. Tecnologia relativamente nuova, ma già piuttosto comune in settori come la produzione alimentare, in estrema sintesi la crio-sabbiatura prevede l'inserimento di pellet di ghiaccio secco (cioè anidride carbonica allo stato solido) in una macchina pressurizzata e lo spargimento del prodotto sulla superficie da trattare. La reazione chimica della sublimazione della CO2 rimuove le particelle di sporco senza danneggiare il materiale superficiale sottostante: dei risultati, Tom sembra entusiasta.
WORK IN PROGRESS Crio-sabbati vano motore e sottoscocca, Tom dà un'occhiata al cambio (un manuale a 5 marce): eh già, 50 anni di polvere e sporcizia richiedono l'intervento di un detergente di quelli tosti. Dal cambio, all'abitacolo, anch'esso pulito a fondo con il crioblaster sin negli angoli più nascosti. Il restauro procede, una sfida alla volta, una componente alla volta. E più si aggiungono puntate, più la mission si fa avvincente. A lavori ultimati, confrontare la Pantera prima e dopo il trattamento di recupero sarà probabilmente una piacevole sorpresa. Lasciamo che i nostri eroi lavorino in pace: torneremo presto a trovarli.
Mission Impossible: resuscitare una Pantera del '72 (Foto: Hagerty / YouTube)