Ma è una storia vera? Dato l'argomento un po' di scetticismo è lecito: finché non lo vedo non ci credo, insomma. Tuttavia è vero che il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto che dà il via libera ai lavori per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. Un'approvazione ''salvo intese'', quindi aperta a correttivi e forse addirittura a retromarce. La procedura, comunque si è messa in moto e il testo definitivo, si dice, sarà disponibile a breve dopo gli ultimi ''necessari'' approfondimenti tecnici.
IL PONTE IN CIFRE Il progetto prevede un ponte ''strallato'', cioè retto da cavi, lungo 3,2 chilometri e largo 60 metri, che collegherà l'Isola al continente tra Ganzirri, vicino a Messina, e Cannitello in Calabria. La struttura è a campata unica, quindi con due soli piloni - ciascuno alto oltre 380 metri - a sostenere la strada all'inizio e alla fine. I costi di 7 miliardi di euro, finanziati attraverso i fondi comunitari e del PNRR, verrebbero ripagati da una concessione trentennale alla società realizzatrice: la rediviva Ponte sullo Stretto spa costituita nel 1971, a cui parteciperà in misura non inferiore al 51% il ministero dell’Economia e delle Finanze, con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a esercitare funzioni di controllo e vigilanza. Altri azionisti saranno Rete Ferroviaria Italiana, ANAS, e le Regioni Sicilia e Calabria.
LA QUESTIONE AMBIENTALE A co-finanziare l'opera potrebbe intervenire anche la Banca Europea di Investimento, previa verifica della compatibilità ambientale in base agli attuali requisiti previsti dall'Europa, che sembra rimanere un nodo da sciogliere. La realizzazione richiederebbe circa cinque anni, ripartendo dalle autorizzazioni già ottenute nel 2012 relative ai raccordi ferroviari e stradali, aggiornando un piano già esistente per accelerare il lavoro dei cantieri. Il progetto, aggiornato, dovrebbe essere presentato entro luglio 2024.
MISSION (IM)POSSIBLE? Un'opera green che taglia emissioni e costi di trasporto, oltre a un'attrazione turistica; un volano economico che creerà migliaia di posti di lavoro: dicono i sostenitori dell'opera, ma com'è che ne parliamo da cinquant'anni (anzi molto di più) senza mai arrivare al dunque? I problemi sono tanti. Dal fatto che il ponte unisce due terre che si allontanano di quasi un centimetro ogni anno per effetti sismici al vento che, in certe giornate, sarebbe tanto forte da impedire il traffico delle auto. Per non parlare della sfida tecnica nella realizzazione di un'opera che, al momento, non avrebbe riscontri. E che sorgerebbe sopra un tratto di mare interessato da correnti molto forti a rendere più complicate le operazioni.
Ponte sullo stretto di Messina: 6 corsie per le auto (3 per ogni senso di marcia) e due per le ferrovie
NELLE PUNTATE PRECEDENTI Nell'immaginario collettivo il ponte sullo Stretto è associato a Berlusconi, che l'ha annunciato alla firma del famoso ''contratto con gli italiani'' davanti a Bruno Vespa nel 2001. Lo stop ai lavori è invece imputato al Governo Monti nel 2013. Ma la storia è molto più lunga e affonda le sue radici addirittura nelle Guerre Puniche! Di un ponte sullo Stretto si parla infatti da secoli, anzi da millenni. Secondo gli storiografi Plinio il Vecchio e Strabone, i romani riuscirono davvero a collegare Calabria e Sicilia, dopo la vittoria di Palermo nella prima Guerra Punica. Lo scopo? Consentire il passaggio dei 140 elefanti sequestrati ai cartaginesi. Correva l'anno 251 a.C. e l'impresa fu compiuta con un ponte di barche e di botti: niente piloni, stralli e campate, per capirci: era un ponte galleggiante.
CENTINAIA DI PROGETTI Nel 1840 volle riprovarci Ferdinando II di Borbone, Re delle Due Sicilie, che alla fine rinunciò per i costi eccessivi. Furono altre 8 le proposte lanciate tra l'Unità d'Italia e la fine degli anni Cinquanta per unire l'Isola al Continente, tra ponti e tunnel sotterranei o sottomarini, e la fantasia si scatenò in occasione del Concorso Internazionale delle Idee del 1969, che vide la presentazione di ben 143 progetti. Da lì in poi se ne sono occupati un po' tutti. E tutti i politici di primo piano della storia della Prima e Seconda Repubblica sono stati a vario titolo coinvolti: Craxi, Andreotti, Cossiga e moltissimi altri. Prodi arrivò a dichiarare che sarebbe stato completato nel 1996. La vicenda, come si vede, è più intricata di una saga di George R. R. Martin. E di certo, non finisce qui.