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WEC 2024

Ferrari: il ruolo del simulatore nella preparazione delle gare endurance


Avatar di Luca Manacorda, il 22/08/24

2 mesi fa - Ecco come il lavoro al simulatore aiuta la preparazione delle 499P

Ferrari: l'uso del simulatore nella preparazione delle endurance

Scopriamo come il lavoro al simulatore aiuta la preparazione delle 499P in vista degli appuntamenti del WEC
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Siamo abituati a sentir parlare dell'importanza del lavoro al simulatore per le squadre di F1, ma anche nel campionato WEC questa attività ha un peso specifico notevole. Questo strumento viene utilizzato sia in preparazione di una gara, in particolare per la messa a punto della vettura, sia in seguito alla stessa, per lavorare sui dati raccolti in pista e comprendere i possibili miglioramenti applicabili per gli appuntamenti successivi. Anche la Ferrari fa largo uso del simulatore e qui di seguito alcuni dei membri del team impegnato nel FIA WEC illustrano in cosa consista questa attività.

WEC: Ferrari 499P al box | Foto copyright: FerrariWEC: Ferrari 499P al box | Foto copyright: Ferrari

SIMULAZIONE QUANTO PIU' POSSIBILE VICINA ALLA REALTA' La composizione e il funzionamento del simulatore sono illustrati da Mauro Barbieri, Endurance Race Cars Performance & Regulations Manager di Ferrari: ''Il simulatore è composto da un cockpit che riproduce in maniera fedele l’abitacolo della vettura reale all’interno del quale la maggior parte dei pulsanti e degli interruttori hanno le medesime caratteristiche e funzionalità della 499P da gara. Questo facilita il lavoro del pilota che al simulatore può prendere familiarità con tutte le procedure che effettuerà nel weekend di gara. Il cockpit è fissato su una piattaforma dotata, nella parte bassa, di un ‘esapode’, ovvero di sei attuatori che consentono di far muovere il cockpit in tutte le direzioni dello spazio, dando così al pilota tutte le sensazioni di accelerazione, rollio, imbardata che percepisce al volante della vettura reale. Abbiamo riprodotto in Ferrari la quasi totalità dei software che sono nella centralina della 499P, quindi le varie logiche che includono sia le strategie sia i sistemi di controllo. L’obiettivo è quello che la simulazione sia il più possibile fedele alla realtà''.

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SCOPRIRE IN ANTICIPO UNA PISTA L'utilizzo del simulatore è fondamentale per conoscere una pista, specie quando si tratta di un circuito inedito per il WEC. Antonio Fuoco, pilota titolare della vettura 50 che quest'anno ha trionfato alla 24 Ore di Le Mans, spiega: ''Il simulatore è molto importante quando ci prepariamo a una corsa su una pista nuova per le nostre Hypercar. Dobbiamo pensare, infatti, che la prima giornata d’attività in circuito è di norma il venerdì, quando le sessioni di prove libere sono corte, e non è facile per tutti i tre piloti di un equipaggio rimanere a lungo a bordo della 499P''. Nonostante il grande lavoro di affinamento del simulatore, qualche differenza rispetto alla guida tradizionale rimane: ''Il feeling rispetto alla realtà è un po’ differente – aggiunge Fuoco – Vi sono delle caratteristiche specifiche in termini d’impressioni di guida. Per noi è importante lavorare al simulatore specialmente prima di una gara per prendere confidenza con la pista e, una volta arrivati in circuito, per saperci adattare al tracciato nel minor tempo possibile''.

WEC 2024, presentazione livrea Ferrari 499P: equipaggio #51 Calado, Giovinazzi, Pier GuidiWEC 2024, presentazione livrea Ferrari 499P: equipaggio #51 Calado, Giovinazzi, Pier Guidi

SVANTAGGI E VANTAGGI DEL SIMULATORE Riguardo le differenze tra simulatore e realtà, una spiegazione più approfondita delle differenze la offre Alessandro Pier Guidi, pilota della Ferrari 51 vincitrice dell'edizione 2023 della 24 Ore di Le Mans: ''La differenza maggiore è la forza laterale avvertita nei lunghi curvoni, che non è continua tanto quanto quella percepita nella realtà. Quando percorri curve molte lunghe, quindi, avverti solo una parte dell’elevata forza laterale che poi percepisci sulla 499P da gara. Alcune differenze fisiche si riscontrano anche in fase di frenata, quando hai la percezione del primo ‘bite’ di frenata, ovvero quando inizi la frenata stessa, ma poi la decelerazione non è costante tanto quanto percepisci nella realtà, in pista''. Nonostante queste differenze, i feedback che i piloti danno ai tecnici della Ferrari sono gli stessi che darebbero al termine di una sessione in pista: ''Utilizziamo il simulatore come se fosse una vettura reale - aggiunge Pier Guidi - I feedback che do agli ingegneri dopo una sessione al simulatore sono gli stessi che fornisco in pista, e questo avviene anche quando suggerisco di effettuare delle modifiche al setup o di sostituire un componente. La grande differenza è nei tempi di esecuzione di questi interventi: al simulatore sono ovviamente più brevi e questo ci permette di ottimizzare il lavoro svolto a Maranello''.


Pubblicato da Luca Manacorda, 22/08/2024
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