Non solo Jamie Chadwick e Beitkse Visser, la prima edizione della W-Series ha evidenziato l'ascesa di nuovi volti promettenti
BILANCIO DELLA STAGIONE È già trascorsa una settimana dalla gara che ha deciso l'inaugurale stagione della W-Series, il primo campionato interamente femminile nella storia del motorsport. Una settimana in cui abbiamo avuto il tempo di riflettere sulla stagione appena trascorsa, sicuramente con un po' di nostalgia per le belle memorie e le emozioni che in poco meno di quattro mesi questo campionato è stato in grado di regalare. Ma questo è anche il momento di mettere sulla bilancia le prestazioni e di tirare le somme di una stagione che ha confermato nomi illustri ma ha anche lanciato degli outsiders di notevole talento.
OSSERVATE SPECIALI Se in molti avrebbero scommesso su una lotta al vertice tra Jamie Chadwick, Beitske Visser e Alice Powell alla vigilia del round di apertura a Hockenheim, prevedere le forze in campo per quelle che sarebbero eventualmente state le top-12 si è rivelato tutt'altro che scontato. Con l'esperta Alice Powell colpita dalla sfortuna nei weekend di metà stagione, sono emerse pilote di valore come Emma Kimilainen, Marta Garcia e Fabienne Wohlwend. Pur trattandosi di nomi non immediatamente associati alla lotta per il titolo, non possiamo tuttavia ritenere profili come quello della Kimilainen una sorpresa.
ALTRE FRONTRUNNER I risultati della trentenne finlandese, pilota versatile e personalità eclettica che ha concluso al quinto posto un campionato dimezzato da un infortunio, non hanno certo colto impreparati i conoscitori del suo curriculum sportivo. Lo stesso ragionamento è valido per la diciannovenne Marta Garcia, stella indiscussa del karting internazionale ma al suo debutto in una stagione completa in monoposto dopo saltuarie apparizioni in F4, così come per la campionessa delle finali mondiali del Ferrari Challenge Fabienne Wohlwend. Abbiamo dunque selezionato le "vere" rivelazioni della prima edizione della W-Series: i cosiddetti "underdog" della stagione appena conclusa.
W-Series 2019, Sabré Cook
SABRÉ COOK, LA PILOTA-INGEGNERE L'americana di Grand-Junction, Colorado, conclude la sua prima stagione in Europa con l'undicesimo posto in classifica e la preziosa riconferma. Dopo una prima parte di campionato sottotono e segnata dalla difficoltà di terminare nei punti, Sabré Cook si è resa protagonista a Misano di una rimonta memorabile che ha sbloccato il suo potenziale. Sono infatti seguiti weekend trascorsi stabilmente nella zona punti con comparsate in top-3, come nelle prove libere del Norisring o nella gara extra-campionato di Assen. Ingegnere meccanico in forza al team Infiniti-Renault in Formula 1, la venticinquenne Cook ha concluso in crescendo con un'altra solida prestazione a Brands Hatch, dimostrando capacità di imparare velocemente i circuiti europei e di scoprire in fretta i segreti della Tatuus di Formula 3, anche grazie alle sue competenze ingegneristiche. "Devo comunque imparare a pensare meno quando guido", ha rivelato a MotorBox. "È utile capire come si comporta la macchina e come le modifiche influiscono sul suo comportamento, ma durante i weekend di gara devo concentrarmi a fare solamente il pilota". Alla vigilia dell'ultimo round, Sabré Cook ci confidava di ritenere la sua una 'stagione da 7 in pagella': "Ci sono sicuramente momenti in cui avrei potuto fare meglio. Ho avuto un po' di sfortuna nelle prime gare e di sicuro non sono stata perfetta. Faccio ancora troppi errori. Ma il trend per l'anno prossimo è decisamente positivo".
W-Series 2019, Miki Koyama
MIKI KOYAMA, UN UNICO OBIETTIVO Anche per la giovane Miki Koyama si è trattato del primo anno di competizioni fuori dai confini natali e con la sola esperienza pregressa di vetture di Formula 4 nazionali. Pilota supportata da Honda, la Koyama ha avuto un inizio di campionato degno delle più veterane, mettendo a segno quattro piazzamenti nei punti e sempre ai margini della top-5. Sfortunata negli ultimi due appuntamenti di Assen e Brands Hatch, dove ha collezionato un ritiro e un ventesimo posto, Miki Koyama è comunque arrivata al weekend inglese con la certezza matematica della conferma per l'anno successivo, coronando una stagione altamente competitiva e definita da rimonte e sorpassi mozzafiato. Chi avrà avuto modo di conversare con la piccola giapponese sarà certamente rimasto stupito dal suo carattere fortemente autocritico: "Tutti mi dicono che ho fatto una bella stagione, ma non è così. Sono arrivata settima in classifica e io sono qui solo per vincere. Se non vinci non è un buon campionato. L'anno prossimo sarò ancora qui e devo iniziare ad andare sul podio e vincere le gare. Devo prepararmi meglio e migliorare soprattutto in qualifica per partire più avanti".
W-Series 2019, Tasmin Pepper
TASMIN PEPPER, LA RIVELAZIONE Per la sudafricana Tasmin Pepper entrare nella griglia delle 18 titolari è stata un'impresa tutt'altro che scontata. Non solo la prima stagione internazionale: la ventinovenne si è trovata infatti al debutto assoluto su vetture a trazione posteriore, avendo in passato guidato solamente nel campionato turismo locale dedicato alle Volkswagen Polo. "Non nego di aver faticato nelle selezioni; si è risolto tutto all'ultimo giorno, in cui ero dodicesima o quattordicesima per gli ultimi sei posti disponibili. Grazie ad una bella prestazione ho guadagnato l'accesso alla W-Series, ma sapevo che avrei dovuto lavorare duramente e che mi sarei trovata a guidare contro piloti molto veloci e di grande esperienza di monoposto", ha raccontato Tasmin a MotorBox. "L'inizio del campionato è stato ottimo e sono sempre andata a punti, cosa che mi ha aiutata parecchio a sviluppare costanza. Le ultime due gare non sono state altrettanto buone, ho fatto qualche errore in più, soprattutto ad Assen quando mi trovavo tra le prime posizioni. Ma non si può fare altro che imparare dagli errori, guidare una monoposto non è così semplice come in molti pensano. È stata però una buona stagione, un bel punto di partenza per il prossimo anno. Credo di dover migliorare ancora molto come pilota ad essere sincera, sono ancora troppo cauta. Quando imparo un nuovo circuito difficilmente riesco subito ad essere al 100%. Ho ancora paura di sbagliare, di fare incidenti e danneggiare l'auto. L'obiettivo per l'anno prossimo è di essere subito veloce dalle prove libere e concedermi il rischio di fare degli errori". Nonostante un background sportivo molto differente, Tasmin Pepper è stata una presenza costante della top-10, tenendo orgogliosamente alti i colori di una nazione poco rappresentata nel motorsport: "Pochi piloti sudafricani riescono a competere a livello internazionale. Alcuni stanno facendo bene, come mio fratello (Jordan Pepper, pilota Betley nel Blancpain GT Series, ndr) e i Van Der Linde. Chi avrebbe detto che sarei arrivata a correre a questi livelli a 29 anni? Penso che possa dare speranza alle persone, che c'è sempre un obiettivo verso cui lavorare. Ed è davvero importante per il Sudafrica".