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SAN HALO Due cose sono ormai pacifiche a qualche anno dalla tanto criticata introduzione dell’Halo nelle categorie più importanti del motorsport a ruote scoperte: la protezione per la testa del pilota è esteticamente terribile ma, corsa dopo corsa e nonostante lo scetticismo generale, continua a svolgere il proprio lavoro silenzioso, salvando numerose vite. Ultimo in ordine di tempo a dover ringraziare il dispositivo di sicurezza è il campione della IndyCar, Ryan Hunter-Reay, rimasto coinvolto in una paurosa carambola nel corso del primo giro della tappa inaugurale del campionato sulla pista di Barber.
IndyCar 2021, Ryan Hunter-Reay
L’INCIDENTE Il quarantenne di Dallas, Texas, se l’è vista decisamente brutta. Le immagini del botto parlano chiaro, e c’è un’elevata possibilità che, senza la protezione per la testa, oggi saremmo in grande apprensione per le condizioni di salute di un’altra delle star della IndyCar. Il campione 2012 nonché vincitore dell’edizione 2014 della 500 Miglia di Indianapolis si è infatti visto decollare addosso la Dallara di Josef Newgarden che, dopo aver toccato l’erba, è carambolato in traiettoria causando il “big-one” che ha coinvolto anche Colton Herta, Felix Rosenqvist e Max Chilton, oltre al già citato Hunter-Reay. Salvato, appunto, dalla protezione per la testa – che in IndyCar si chiama Aeroscreen – che ha impedito alla ruota anteriore destra della monoposto del team Penske di impattare pericolosamente contro il casco.
AEROSCREEN “Fortunato o sfortunato? Direi estremamente fortunato – spiega sui social Hunter-Reay pubblicando anche il video del pauroso incidente – ad avere con me l’Aeroscreen. Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno fatto in modo che quest’innovazione diventasse una realtà. Sfortunato nell’essere coinvolto nella carambola del primo giro, ma è stato sin dall’inizio un weekend molto complesso”. L’Aeroscreen è una versione evoluta dell’Halo utilizzato in F1, originariamente sviluppato dalla Red Bull e provato per la prima volta da Daniel Ricciardo nelle prove libere del Gp di Russia 2016. Introdotto in IndyCar nel 2020, si distingue dal dispositivo di protezione scelto dalla Formula 1 per la presenza di un parabrezza in materiale altamente resistente che ripara anche dai piccoli detriti.