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Finalmente ci siamo: l’edizione numero 46 della Dakar, il rally raid più famoso e prestigioso al mondo, è ai nastri di partenza. Per il quinto anno di fila, a ospitare la corsa che in origine partiva da Parigi e raggiungeva appunto Dakar, la capitale del Senegal, è l’Arabia Saudita. Si passerà quindi immancabilmente dalla capitale Riyadh, sede il 13 gennaio dell’unico giorno di riposo, ma arrivo e partenza saranno nella parte occidentale della penisola: per auto, moto, camion e quad, il via è infatti previsto già il 5 gennaio con il Prologo di Al-‘Ula, mentre il traguardo finale è fissato a Yanbu, sulla costa del Mar Rosso, il 19 gennaio. Dopo 13 tappe e 7.875 km di percorso, di cui ben 4.728 di vere e proprie prove speciali. Come ogni anno, una maratona in grado di regalare sorprese e colpi di scena inattesi a ogni duna.
Dakar 2024: il percorso | Foto: A.S.O.
LA 48 ORE DEL DESERTO Grande attenzione è poi rivolta alla novità dell’edizione 2024 della Dakar: l’ormai consueta tappa Marathon, che impedisce ai piloti di beneficiare dell’assistenza tecnica tra una prova speciale e l’altra, questa volta durerà in totale ben 48 ore. Nel corso degli 819 km della frazione, di cui 584 cronometrati, i piloti avranno l’obbligo di fermarsi per la notte al bivacco più vicino – l’organizzazione ne ha previsti otto – dopo le ore 16.00, con la possibilità di ripartire non prima delle 7 del giorno successivo. Non proprio una passeggiata di salute, anche perché la Marathon in programma l’11 e il 12 gennaio si svolgerà nel bel mezzo dell’Empty Quarter, il deserto di sabbia più vasto e inospitale al mondo. Senza peraltro (appunto) alcun intervento dei meccanici al parco assistenza, sebbene i più capaci sul piano tecnico potranno comunque effettuare da soli eventuali piccole riparazioni sui propri mezzi.
Dakar 2023: Nasser Al-Attiyah (Toyota) | Foto: A.S.O.
DAKAR AUTO: PRODRIVE CON AL-ATTIYAH E LOEB, OCCHIO A TOYOTA E AUDI
Immancabili, quanto sostanzialmente inutili, i pronostici. Per questo, per capire chi possano essere i favoriti per la vittoria finale non resta che guardare all’albo d’oro, tenendo bene a mente che non c’è una gara più della Dakar in cui sia l’esperienza e la specializzazione il fattore determinante. Inevitabile quindi come l’uomo da battere sia il campione in carica Nasser Al-Attiyah, che però ha lasciato la Toyota per abbracciare il progetto Dacia, dalla prossima edizione in gara con il prototipo Hunter sviluppato dalla Prodrive del manager britannico David Richards (famoso anche per un passato in F1 tra Benetton, Bar e Honda). Nell’attesa dell’arrivo del brand rumeno del gruppo Renault, il forte pilota qatariota che ha già cinque Dakar in bacheca si è tuttavia portato avanti e avrà a disposizione la stessa Hunter Prodrive di Sebastien Loeb, leggenda del Mondiale rally che vanta tre podi assoluti, è vice-campione in carica ma resta ancora a caccia della prima affermazione tra le dune.
Dakar 2024: le Prodrive di Al-Attiyah e Loeb | Foto: A.S.O.
AUDI SFIDA TOYOTA Squadrone Prodrive a parte, a caccia come detto della prima vittoria aspettando Dacia e dopo due secondi posti di fila con Loeb nelle ultime due stagioni, la Dakar 2024 riaccende l’ormai classica sfida tra i campioni della Toyota e gli sfidanti di casa Audi. I primi, orfani di Al-Attiyah, puntano forte sul talentuoso americano Seth Quintero (classe 2002) per rimpiazzare la star che ha guidato il brand nelle sette edizioni precedenti. Non manca però un importante tocco d’esperienza: oltre al 21enne statunitense, nel team ufficiale ci sarà il veterano Giniel De Villiers, oltre a Lucas Moraes, Saood Variawa e Guy Botterill, senza dimenticare il saudita Yazeed Al-Rajhi, che vanta un terzo posto assoluto nella Dakar 2022, schierato dal team satellite Toyota Overdrive, e il francese Romain Dumas sulla Hilux del team Rebellion Racing. Attenzione però anche all’Audi, che spera di aver risolto i problemi di gioventù del prototipo elettrico RS Q e-tron e che si presenta al via con il terzetto composto da Carlos Sainz senior, Mattias Ekstrom e ''Mr. Dakar'' (14 vittorie, 8 in auto e 6 in moto) Stephane Peterhansel. Da non sottovalutare infine il ritorno, per il momento un po’ sottotraccia, di Ford con il team M-Sport: al volante della Ford Ranger ci sarà Nani Roma, già due volte vincitore del Rally Dakar.
Dakar Auto 2023: Mattias Ekstom (Audi)
DAKAR MOTO: TUTTI A CACCIA DI KEVIN BENAVIDES
Per quanto riguarda le due ruote, impossibile non partire citando Kevin Benavides: il centauro argentino che compirà 35 anni in gara (il 9 gennaio) ha vinto con la Honda nel 2021 e poi ha trionfato con KTM nella passata edizione. Sarà l’uomo da battere anche nel 2024, seppur con una concorrenza accanita da fronteggiare, a partire dall'immancabile “fuoco amico”. Partendo dai piloti del gruppo austriaco, da un lato ci sono infatti le moto gemelle Husqvarna, che schiera Luciano Benavides (28 anni e fratello minore di Kevin), e GasGas, che conterà sull’inglese Sam Sunderland, vincitore nel 2017 e nel 2022, e sull’australiano Daniel Sanders. Dall’altro, attenzione ai compagni-rivali di Benavides proprio in KTM: l’australiano Toby Price, vincitore nel 2016 e nel 2019, e l’austriaco Matthias Walkner, primo al traguardo nell’edizione 2018.
Dakar 2023: Kevin Benavides (KTM) | Foto: A.S.O.
HONDA E GLI ALTRI Lasciando il gruppo KTM, è ovvio come si debbano tenere d’occhio anche gli sfidanti: se le “piccole” Sherco, Hero, Fantic e Kove promettono di inserirsi nella lotta contro i giganti della categoria, non si può non parlare di una Honda che spera di interrompere il dominio della casa austriaca come già successo nel biennio 2020-2021 con una squadra di tutto rispetto. I giapponesi schierano infatti ben sei piloti partendo dal 32enne americano Ricky Brabec, che proprio nel 2020 è stato il primo a riportare la casa alata al successo. Al suo fianco ci saranno il francese Adrien Van Beveren, e i cileni Pablo Quintanilla e José Ignacio Cornejo Florimo, ma anche i nuovi arrivati Skyler Howes (terzo nel 2023 con Husqvarna) e il giovane Tosha Schareina. Dopo tanti anni in Honda e numerose vittorie di tappa (senza mai centrare però un podio nella classifica generale) si accasa invece in Hero il quarantenne spagnolo Joan Barreda Bort. Di certo un bel valore aggiunto per il piccolo costruttore indiano.