Penalizzato a New York, il campione in carica della Formula E non ha ancora ancora scontato la giornata di "servizi sociali" Fia
SERVIZI SOCIALI La tappa diNew Yorkdello scorso mese di luglio gli ha consegnato il secondo titolo in carriera, portandolo definitivamente nell’Olimpo della Formula E come il pilota che per primo è riuscito a laurearsi bicampione. La doppia manche della Grande Mela ha però anche lasciato qualche strascico che Jean-Eric Vergne deve ancora superare: il forte pilota di casa Ds Techeetah, deve infatti ancora scontare una giornata di “condanna ai servizi sociali Fia” dopoquanto accaduto in pista a Brooklyn.
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I FATTI Jev è stato infatti sanzionato con questa singolare penalità – l’unicoprecedenteè quello di Max Verstappen dopo la tentata scazzottata con Ocon in seguito al GP del Brasile 2018 – per aver chiesto via radio al team di fermare in pista la macchina del compagno di squadra André Lotterer. Una richiesta giudicata antisportiva dalla Direzione gara, perché finalizzata a mandare in pista la Safety Car e rimontare qualche posizione, nonostante il tedesco in effetti avesse la monoposto danneggiata per un contatto con le barriere.
ABU DHABI Il due volte campione al servizio del team Ds Techeetah è stato presente ad Abu Dhabi in occasione dell’ultima tappa del mondiale Formula 1, prestandosi come steward della F2. Al contrario di Verstappen, che aveva scontato la sanzione proprio facendo il commissario nella tappa Formula E di Marrakech, la giornata di “lavoro” non è servita a Vergne per liberarsi dall’obbligo con la Fia. “Il presidente Todt – ha spiegato il francese ad Autosport – mi ha chiesto di dare una mano e io ho pensato che sarebbe stata una buona chance per comprendere cosa accade dietro le quinte. Non l’ho fatto per scontare la penalità”.
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PENTIMENTO Il due volte campione in carica ha poi di nuovo spiegato quanto accaduto New York, dimostrando di aver imparato la lezione: “Sono stato felice di fare lo steward, ho imparato qualcosa di nuovo riguardo il mio sport. La sanzione? Avrei dovuto andare ai Fia Motorsport Games in Italia, ma ero ad Austin per la Formula 1, quindi immagino che troveremo un altro modo… In ogni caso credo che tutti abbiano capito che non c’era dolo nei miei messaggi radio. Ho parlato con il muretto dopo che André era già finito contro il muro e aver visto che cercava di muoversi con l’ala anteriore danneggiata… C’è stata un po’ di concitazione in quel momento, ma è qualcosa che non farei di nuovo, di sicuro. In ogni caso credo che, se fosse stato così grave, la penalità sarebbe stata più rigida”.