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Jev vola in testa alla Formula E, ma è consapevole di quanto le cose possano cambiare in fretta. E spinge il team all'attacco
PRINCIPE DI MONACO Pole position, vittoria, due piloti praticamente appaiati in testa alla generale e un ulteriore allungo in classifica team. L’ePrix di Monaco non sarebbe potuto andare meglio per gli uomini di Ds Techeetah, che festeggiano il successo e la leadership di Jean-Eric Vergne. Il ventinovenne francese è anche protagonista di un piccolo record, essendosi confermato come l’unico in grado di salire per due volte sul gradino più alto del podio di questa pazza stagione di Formula E.
SOTTO CONTROLLO Le cose sono state però tutt’altro che semplici, specie per via del ritorno di Oliver Rowland, Felipe Massa e Pascal Wehrlein, che negli ultimi giri hanno provato a mettere in difficoltà Jev. Il campione in carica della categoria ha però smentito di essersi trovato in difficoltà, dichiarando nel dopogara di aver sempre avuto la situazione sotto controllo: “Non ci sono stati problemi. Se fossimo stati a Berlino, allora avrei continuato a spingere a tutta, ma questa gara è un po’ diversa… A Monte Carlo non ti possono sorpassare se tu sei intelligente nel difenderti. Quindi ho preferito difendermi piuttosto che spingere con il rischio di sbattere. Ho preso questa scelta in autonomia, avevo un buon passo durante tutta la gara e si è visto dopo la ripartenza, quando sono subito riuscito a ricostruire un buon gap”.
NESSUNA CERTEZZA Il comodo dominio di Monte Carlo, però, non significa automaticamente che il team franco-cinese potrà conquistare tutte le restanti gare in calendario: “Le cose possono cambiare molto rapidamente in Formula E. Non siamo in comfort zone, dobbiamo invece restare concentrati e all’erta, attaccare a tutta fino alla fine perché anche gli altri sono molto competitivi. Insomma non ci possiamo permettere di considerarci in una situazione confortevole”. La chiosa finale è per il layout corto della pista di Monte Carlo, che ha lasciato delusi i piloti della Formula E: “Ho vinto, ma continua a non piacermi. Ero abituato a correre a Monaco con la F1, e quello è il circuito più bello in cui io abbia mai guidato. Venire qua con 22 macchine e trovarsi su un layout corto è stato un peccato. Un po’ come andare a un ristorante tre stelle Michelin e poi ordinare un hamburger…”.